Sanremo 2014: il meglio e il peggio della terza serata
(Ansa)
Televisione

Sanremo 2014: il meglio e il peggio della terza serata

I momenti cult della puntata di ieri con il monologo della Littizzetto, il flash mob inatteso e all'omaggio ad Arbore

Dall’omaggio ad Abbado alla festa ultra pop targata Arbore. Per la terza serata del Festival di Sanremo, Fazio e i suoi autori non si sono fatti mancare proprio nulla, compreso un flash mob travestito da contestazione: puntata più ritmata, benché davvero lunga, tanto che le Nuove Proposte finiscono ingiustamente per cantate a mezzanotte inoltrata. Ecco il meglio e il peggio.

L’OMAGGIO AD ABBADO. Coraggiosa l’apertura omaggio a Claudio Abbado, affidata all’Orchestra Filarmonica della Fenice di Venezia: per qualche minuto, il palco più pop che ci sia lascia il giusto spazio alla musica classica. Dura un soffio - il tempo di eseguire l’ouverture delle Nozze di Figaro di Mozart - ma fa bene al cuore e alla mente. Meritatissimi gli applausi al maestro Diego Matheuz, trentenne di grande talento. 

IL MONOLOGO DI LUCIANINA. C’è un po’ di tutto nel monologo della Littizzetto, dalla bellezza alla diversità passando per il ruolo della donna. “Ciascuno è bello a modo suo, la bellezza non ha niente a che fare con la normalità. Siamo tutti diversi, a volte drammaticamente, e un mondo di uguali è l’incubo totalitario”. Sfiora la retorica ma che importa se l’obiettivo è nobilissimo? L’attrice tocca con tatto estremo temi di cui in prima serata non si parla mai e lo fa dosando le parole per agganciare un pubblico che più variegato di così non si può. Poi entra Dergin Tokmak, l’artista tedesco del Cirque du Soleil che balla con le stampelle. Che botta di vita, chapeau!

IL FLASH MOB. “Questo è il Festival di Sanremo, vogliamo la musica”, urla dalla platea uno spettatore. Momenti di agitazione da casa, occhi vitrei in platea. Si teme l’ennesima contestazione, specie quando Fazio lo fa allontanare. Ma in pochi secondi l’irruzione si risolve in flash mob alla Glee: sono gli Shai Fishman and The A Cappella All Stars che, confusi tra il pubblico dell’Ariston, si alzano uno ad uno e raggiungo il palco. Si tratta di un gruppo israeliano formato da trenta cantanti che si esibiscono in tutto il mondo utilizzando solo le voci per costruire melodie, canzoni e ritmica riproducendo i suoni di un’intera orchestra. Emozionante.

L’AMARCORD DI ARBORE. I miti non si discutono, per carità, ma Renzo Arbore si è dilungato davvero troppo. Poi, quando finalmente canta con la sua Orchestra Italiana - Ma la notte, Reginella (un omaggio a Murolo), Comme facette mammeta - esplode la festa nazional popolare. Un po’ malinconica, ma pazienza.

FROM PECHINO WITH LOVE. Le prime file sanremesi sono da sempre un piccolo trattato di antropologia televisiva, rappresentazione plastica del “chi sale chi scende” nel cast artistico di mamma Rai. In questi giorni capitano cose strane, tipo che il dg Gubitosi scelga una silenziosa e disimpegnata retrovia (quarta fila, o giù di lì) e in prima campeggi l’improbabile Marchesa d’Aragona o spunti una Lorella Landi qualunque. Roba da rimpiangere l’onnipresente Del Noce.

LA PLATEA DELL’ARISTON. La linea di confine tra la catatonicità e la letargia spinta si assottiglia pericolosamente quando si parla del pubblico dell’Ariston. Scrive Dondoni de La Stampa su Twitter: “Se vicino ai signori in platea passa un borseggiatore e sfila il portafogli non se ne accorgono. Naa. Sono di un altro Pianeta”. E certe inquadrature di Duccio Forzano sfiorano la ferocia: i tele-dormenti esistono (e forse tra le ultime file c’è persino qualcuno col plaid sulle ginocchia) 

REPETITA IUVANT. Passi che il fil rouge del Festivalone è la bellezza, ma è proprio necessario ripete la parola come un mantra? Roba da seduta di auto motivazione. Stefania Carini, del quotidiano Europa, su Twitter tiene il conto: solo ieri sera, bellezza è stato ripetuto 78 volte.

PREMIO “MA COME TI VESTI?”. Perché Noemi, perché? Tanta sartorialità mortificata in due sole sere, è davvero un record. A questo punto smetta di affidarsi a uno stylist e faccia da sé: tanto peggio di così può andare. 

THE BEST TWEET. “Io spero. che tutta. questa grande. bellezza. sbandierata. all'ariston. sia. la più grande. gufata. di sempre. [auguri jep, auguri oscar!]” (@MattiaCarzaniga)

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Francesco Canino