Patrizia Mirigliani: "Dissi no alle richieste di vendere Miss Italia"
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Televisione

Patrizia Mirigliani: "Dissi no alle richieste di vendere Miss Italia"

"Per me la Ventura è confermata", svela la patron del concorso. Stasera la finale

Per Patrizia Mirigliani la vigilia della finale di Miss Italia 2014 ha un sapore speciale. Quello della rinascita dopo la difficile edizione dello scorso anno: up and down, alti e bassi, è la legge dello spettacolo bellezza e persino una corazzata come il concorso di bellezza per anotonomasia rischia il naufragio nel mare in burrasca dello showbiz. Ci vuole carattere per non lasciarsi travolgere dagli eventi, metabolizzare l'incampio e rilanciare. Con piglio da manager e savoir faire materno e determinato, la patron del concorso ha portato la nave in un porto sicuro (come gli insegnò papà Enzo). A poche ore dalla diretta, Patrizia Mirigliani racconta a Panorama.it emozioni e stato d'animo e per la prima volta svela di aver detto no alla proposta di vendere il brand Miss Italia

Patrizia, la parola d'ordine qui a Jesolo è cambiamento. Dopo tanti annunci, sarà davvero l'anno della svolta?

Assolutamente sì. Miss Italia era considerato vecchio solo perchè non faceva ascolto, ma sul territorio abbiamo sempre avuto grande consenso: è l'evento nazional-popolare per eccellenza assieme a Sanremo. La parte televisiva aveva bisogno di essere svecchiata: per farlo bisognava rompere il sistema e lo abbiamo fatto. Anche grazie a Magnolia. E' l'anno del rinnovamento vero.  

Dalle diatribe degli anni passati, alla piena sintonia: tra lei e la Ventura è vero feeling?

La conduttrice del cambiamento è Simona Ventura, è lei la persona giusta sia umanamente che dal punto di vista professionale. Siamo soddisfattissimi.

La vorrebbe alla guida del programma anche il prossimo anno?

Io mi sento di confermarla per il futuro anche senza aspettare i risultati finali. C'è grande fiducia in Simona e per me è confermata. Poi dipende anche da lei.

Guardando in prospettiva, pensa che un giorno il concorso tornerà in Rai?

(ride) Quando ero in Rai, ci doveva essere un atteggiamento di cambiamento verso il format che non c'è stato. Essere qui ha prodotto il cambiamento: sono riconoscente a La7 che mi ha permesso di andare in onda in una tivù generalista lo scorso anno, in un quadro di grande incertezza. Quello che sarà il futuro...sono curiosa di saperlo anch'io. Certo è che con La7 lavoriamo molto bene.

Ha parlato spesso delle difficoltà vissute dal concorso nel 2013. Ha mai pensato che Miss Italia fosse finito?

No, non l'ho mai pensato. Ho vissuto una serie di emozioni contrastanti. Mi chiedevo perchè stava capitando tanto trambusto e ho pensato che in qualche modo rappresentassimo l'Italia di quel momento, un paese che si fa spesso del male, che non sa valorizzare la bellezza. Ho capito anche la difficoltà degli imprenditori tragicamente finiti: viviamo in una società in cui se sei in auge si aprono le porte ma basta poco perché si richiudano.

Lei ha detto: "Ho passato un brutto quarto d'ora ma non ho mai mollato nonostante gli squali che giravano intorno".

Mai una volta ho detto "io la vendo". Eppure mi sono arrivate moltissime richieste da diversi imprenditori che hanno visto in Miss Italia una grande possibilità. Non l'ho mai detto, ma molti imprenditori stranieri mi hanno contattato perchè all'estero il concorso ha un forte richiamo. Questa cosa mi ha molto onorato. Mi dicevano ad esempio che in America Miss Italia rappresenta la moda e la bellezza italiana: dal punto di vista imprenditoriale, è un prodotto interessante e affascinante. 

Guardando agli ultimi dodici mesi, che bilancio traccia?

Posso dirlo con serenità: ho barcollato ma non ho mai mollato. Per me è una grande vittoria e soddisfazione. Ora sto cercando di sperimentare e aprirmi al nuovo.

Chiudiamo col toto-ascolti: Urbano Cairo, proprietario di La7, si è sbilanciato puntando ad un 10% di share. Concorda?

Non faccio previsioni per il risultato finale, ma penso che i pronostici di Cairo sia una garanzia. Mi permetta di trarre le mie conclusioni lunedì, quando tutto sarà finito. 

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Francesco Canino