La Mistery Box
Televisione

MasterChef 6: la crociata contro il frullatore

Basta con creme e vellutate, i giudici hanno posto il veto al migliore amico di ogni aspirante chef

"Quando voi non sapete che fare prendete un bel bicchierone, ci mettete dentro il frullatore a immersione e frullate tutto. Basta, noi vogliamo mangiare. I denti li abbiamo". Così chef Cannavacciuolo ha introdotto la prima delle numerose difficoltà che i 14 aspiranti MasterChef hanno dovuto affrontare nella doppia puntata andata in onda ieri sera su SkyUno.

Mistery Box senza frullatore
Come di consueto la prima prova della MasterClass è stata la Mistery Box. Al contrario del solito, però, i dieci ingredienti da utilizzare per preparare il piatto non erano nascosti dalla scatola di legno, ma si trovavano in bella vista sul tagliere: ostriche, ricci di mare, sedano rapa, barbe di frate, formaggio grana, salicornia, fichi, litchis, noci americane e ceci.

Nascosto nella scatola, invece, si trovava un frullatore a immersione, fedele alleato della cucina degli aspiranti chef che, in mancanza d'idee, frullano qualsiasi cosa e tentano, in questo modo, di conferire un tocco gourmet anche alla più banale delle ricette. "Adesso basta! - ha sbottato Barbieri - è tempo di usare i coltelli" e ha aggiunto Cracco: "Oggi vedremo se c'è qualcuno che ha qualche idea".

I piatti più buoni sono risultati essere quelli che hanno saputo valorizzare le ostriche e i ricci e in particolare quelli di Gabriele, Roberto e una sempre più lanciata Giulia che con la sua zuppetta di ceci con millefoglie di sedano rapa e ostriche che non solo ha usato tutti e dieci gli ingredienti, ma lo ha anche fatto bene. Per lei il titolo di miglior piatto e il prezioso vantaggio dell'Invention Test

Il Maestro è tornato
Come ogni edizione anche quest'anno è tornato a fare visita agli aspiranti cuochi il maestro Iginio Massari che ha messo di fronte ai concorrenti le difficoltà della sublime arte della pasticceria.

Un grande classico della cucina italiana è stato al centro del tentativo di sopravvivenza dei 14 quasi chef: i pofitteroles. I concorrenti ne hanno dovuti preparare 50 da farcire con crema chantilly, ricoprire con mousse di cioccolato e collocare a piramide su una base da 24 centimetri di diametro.

Giulia, forte del vantaggio della Mistery Box, non solo ha ricevuto una lezione privata dal Maestro Massari, ma la spesa le è stata fatta dal pasticcere in persona.

Giulia aveva poi la possibilità di nominare 3 concorrenti cui dare il compito di far stare in equilibrio 50 bignè su una base di soli 20 centimetri. La strategia di Giulia ha punito Mariangela, Barbara e Michele.

Come la tradizione la prova di pasticceria è stato un mezzo disastro e solo Cristina ha convinto lo chef al 100% aggiudicandosi l'indiscussa vittoria. I peggiori sono stati il giovane Michele G., Mariangela e Barbara e proprio quest'ultima ha dovuto lasciare il grembiule di MasterChef per aver decorato con fiori di erba cipollina la piramide di profitteroles.

"Il mio più grande rammarico - ha confessato a Panorama.itBarbara all'indomani dell'eliminazione - è quello di non essere stata capita. Il fiore dell'erba cipollina, quello che io ho usato, viene utilizzato fin dai tempi degli antichi romani in cucina e io ho cucinato un sacco di dolci con questo fiore".

"In ogni caso - continua - MasterChef ha segnato l'inizio di un nuovo cammino e mi ha permesso di mettermi a confronto con la voglia di rimettermi in gioco. Quando ho inviato la candidatura e quando ho capito che mi avrebbero presa sono stati i due momenti più emozionanti di tutti"

"Adesso continuerò a vedere MasterChef - conclude Barbara - da casa anche perchè rosico e farò il tifo per tutti e ai miei compagni dico: 'Ragazzi divertitevi e sorridete di più. Non esiste la passione senza il divertimento'".

Dialogo nel buio
MasterChef ha regalato una delle esterne più belle e commoventi della storia del talent culinario. I 13 rimasti in gara sono stati condotti presso l'Istituto per ciechi di Milano dove ogni anno di svolge Dialoghi nel buio il percorso sensoriale alla scoperta del mondo esperito senza godere del senso della vista.

I centomila visitatori l'anno sono la prova che l'iniziativa funziona e piace. Una delle tappe di Dialogo nel buio il cui motto è "Non serve vedere per saper guardare" è la cena al buio dove gli ospiti si trovano ad assaporare pietanze che non vedono, ma che gustano e annusano come forse mai si fa nel quotidiano.

I 13 concorrenti di MasterChef, però, non hanno dovuto cucinare per i visitatori, ma per 35 non vedenti dell'Istituto che hanno assaggiato e giudicato con un palato molto più fine di quello cui siamo abituati. Non solo: i due capo brigata (Cristina per i blu e Michele per i rossi) sono stati condotti da una delle guide dell'Istituto a fare la spesa senza poter disporre della vista.

Il menù era libero ma i piatti dovevano rispondere ad alcuni criteri stabiliti. Freschezza per l'antipasto; armonia per il primo piatto; contrasto per il secondo ed esplosione per il dolce. Cristina ha scelto di occuparsi del primo e del dolce mentre i rossi di Michele hanno dovuto fare i conti con la freschezza dell'antipasto e i contrasti del secondo.

Per una volta non è stata l'estetica dell'impiattamento a vincere sulla bontà e a permettere ai rossi di strappare la vittoria è stato un orrido piatto di patate viola schiacciate con seppia in padella e cipolla caramellata. Tanto brutto da vedere quanto, con ogni evidenza, buono da mangiare. I blu di Cristina sono andati dritti al Pressure Test.

Pressure Test a staffetta
Due squadre da tre persone l'una si sono date battaglia in una staffetta per la salvezza. La prova consisteva in questo: uno dei concorrenti avrebbe dovuto pensare a una ricetta, fare la spesa senza proferire parola agli altri due e iniziare a cucinare per 10 minuti.

Il secondo avrebbe dovuto intuire il piatto e continuarlo per altri 10 minuti mentre al terzo il compito di chiuderlo e presentarlo ai giudici.

Giulia, Roberto e Cristina hanno vinto facilmente grazie alla pasta fatta in casa da Giulia mentre Daniele - dell'altra squadra - ha commesso l'errore di tentate di spifferare agli altri due membri del gruppo la ricetta che aveva in mente ed è stato duramente penalizzato dai giudici che, non solo hanno fatto la spesa al posto suo, ma hanno anche deciso l'ordine di lavoro della mini brigata.

Gli involtini di verza e salsiccia di Daniele, Loredana e Maria erano più arrabbiati che buoni e i tre hanno dovuto cucinare una seconda volta per conquistare la salvezza.

A loro la responsabilità di riprodurre il piatto pensato da Giulia pochi minuti prima. Bene Loredana, salvo Daniele che ha concluso in balconata la sua giornata peggiore in assoluto e addio a Maria, una delle concorrenti più low profile dell'intero talent. "Non penso di aver mai sentito la sua voce" dirà chef Barbieri dopo averla congedata. A MasterChef mancare di personalità è un delitto quasi peggiore del bruciare l'arrosto.

"Mi hanno chiamata presenza fantasma, soldatino; mi hanno definito silenziosa e assente - sbotta oggi Maria - ma io sono fatta così e non ho mai voluto stravolgere la mia personalità. Sono una persona cui non piace stare sotto i riflettori e credo che in cucina non bisogna fare i pagliacci o essere sfacciati".

"Il mio rammarico - continua - è quello di essermi fatta prendere dall'ansia al Pressure Test e di aver perso la calma che è sempre stata la mia più fedele alleata però MasterChef mi ha aiutata tanto a livello umano permettendomi di credere di più in me stessa e di aumentare la mia autostima. Ai miei compagni di avventura oggi suggerisco di lasciare a casa ansie e preoccupazione e di dare il massimo mentre a coloro che si stanno presentando per i casting della prossima edizione consiglio di non strafare e di presentare piatti semplici e genuini che poi sono quelli che vengono più apprezzati dai giudici".

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Barbara Massaro