Junior MasterChef: tutte le curiosità sulla prima edizione italiana
(Ansa)
Televisione

Junior MasterChef: tutte le curiosità sulla prima edizione italiana

Al via da giovedì su Sky Uno il talent culinario per bambini dagli 8 ai 13 anni con Borghese, Barbieri e Lidia Bastianich

Appena il tempo di “digerire” la versione senior, che Sky Uno già sforna Junior MasterChef. Per i telefoodies sarà una vera pacchia, anche perché i 14 talenti ai fornelli - età compresa tra gli 8 e i 14 anni - promettono davvero bene e non sarà difficile appassionarsi alle loro avventure culinarie. Le premesse sono ottime, soprattutto dopo aver visto in anteprima un lungo sunto della prima puntata, mostrato questa mattina all’inizio della conferenza stampa di presentazione a Milano. A giudicare i giovanissimi e talentuosi chef saranno Alessandro Borghese, Lidia Bastianich e Bruno Barbieri: si comincia giovedì 13 marzo alle 21 e 10 per un totale di dieci puntate spalmate su cinque prime serate.

LA GARA "SU MISURA". Gli architravi portati di MasterChef restano gli stessi: la Mystery Box, l’Invention Test e il Pressure Test ci saranno, così come le prove in esterna e i grandi ospiti, ma con dinamiche meno ansiogene e uno spirito di competizione a misura di bambino. “E’ una gara vera, ma gli autori e gli chef sono stati bravi a dare al programma un tono di giocosità e allegria - ha raccontato Nils Hartmann, direttore delle produzioni originali di Sky Uno - Sono stati pensati una serie di accorgimenti ad hoc: non c’è mai un’eliminazione singola, ma due alla volta, e con un attestato di merito”. Non mancheranno elementi di gioco curiosi come una sfida basata sulle verdure, cibo che i bambini non amano, e una notte al Museo della scienza di Milano: i bambini dormiranno lì e prepareranno la colazione per i dipendenti. I 3 mila iscritti ai casting sono stati scremati fino ad arrivare ai migliori 40, di cui solo 14 entreranno in gara.

LA PAROLA A LIDIA. “A differenza del figlio Joe, lei non lancia i piatti”, dice ironico Hartmann. E Lidia Bastianch promette di essere una bella sorpresa. “Ero stupita dalla loro capacità: sono mamma e nonna di cinque nipoti e nei miei show ospiti spesso bambini, ma quelli di Junior MasterChef sono pazzeschi - ha raccontato - Erano molto preparati per la sfida: ma c’è sempre stata amicizia tra di loro nonostante la competizione”. Secondo la Bastianich, che in America è una star della tivù, i bambini hanno saputo capire e interpretare il patrimonio culinario italiano: “I bambini italiani molto più vicini alla cultura del cibo rispetto a quelli americani. Il cibo racconta una storia, nutre. Era bello poi il collegamento con la famiglia: molti mi hanno svelato cucinare spesso con i papà d quasi tutti hanno imparato a cucinare con nonne e zie. Cucinare per gli altri è un modo di esprimere affetto per gli altri”. Quanto alle famiglie, i genitori e fratelli dei concorrenti sono presenti in studio ma solo nella prima fase del programma, a tifare e a sostenere i ragazzi in gara.

IL PREMIO FINALE. Lo show è stato registrato nel “tempio” di MasterChef la scorsa estate: il premio finale è un viaggio a Disneyland Parigi con tutta la famiglia e una borsa di studio di 15 mila euro offerta da Banca Sistema. Nessuno dei finalisti è figlio di chef. “Sincerità e schiettezza dei bambini rendono il racconto unico – ha detto Adrea Scrosati, direttore dei programmi Sky – Junior MasterChef è un programma emotivo e il livello di coinvolgimento è molto forte: le dinamiche dei bambini sono fantastiche e da loro avremmo molto da imparare”. 

BARBIERI SUPER STAR. “Peccato che non ci fosse Junior MasterChef quando avevo otto anni, sennò avrei partecipato anch’io”. Ha esordito così Bruno Barbieri, che passa con assoluta nonchalance dalla versione senior a quella per ragazzi. “Arrivo dalla terza edizione di MasterChef che è stata dura. Volevo ringraziare autori per la costruzione del telaio, noi ci abbiamo messo del nostro”. Lo chef svela che la prima eliminazione è stata complicata (“avevo il nodo alla gola”) e che a lavorare con Alessandro e Lidia “è stato più facile”. “Questo programma sarà una grande sorpresa. I bambini sono più tranquilli dei grandi, che vengono per fare televisione, qualche volta hanno battute costruite e conoscono le reazioni dei giudici: i bambini non hanno malizia, non aspettano le telecamere”. Barbieri sgombra il campo dagli equivoci e ammette: “E’ un gioco vero e vogliono vincere. Il nostro metro di giudizio non cambia: quando c'è l'errore si segnala, anche se qualche piccolo aiuto gliel'abbiamo dato, soprattutto per aiutarli nel loro percorso e farli crescere, ma senza esagerazioni".

BORGHESE, AMICO E FRATELLO MAGGIORE. Dal mito del calciatore a quello dello chef. Alessandro Borghese non ha dubbi e risponde a tono quando gli fanno notare che il livello di questi bambini è davvero alto. “Sono preparatissimi perché oggi le cose cambiate, c'è più preparazione e cultura, nelle case si mangia bene e di tutto. Questi bambini sono cresciuti nel boom gastronomico e anziché amare il calcio amano gli chef, cosa c'è di male? Sono preparatissimi, conoscono a memoria le ricette di Cracco e di Bruno: vogliono fare i cuochi e tecnicamente molto bravi”. Borghese racconta poi che i concorrenti conoscono bene anche prodotti e materie prime - a proposito, preparatevi a dispense a vista scenografiche e a cambi di scena con veri e propri mini mercati allestiti in studio (con Last Minute Market sono stati salvati dallo spreco 350 chili di prodotti) - e si sbizzarriscono nell’impiattamento. “Ci hanno stupito ed io sono felice di far parte di questo programma, che è un incentivo per il mondo della cucina italiana. Ci sono troppi programmi di cucina in tivù? Ben venga perché è un asset fondamentale del nostro Paese”.

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