Giancarlo Magalli
ANSA/GIORGIO ONORATI
Televisione

Giancarlo Magalli, i 70 anni del conduttore più ironico della tv

Dagli esordi come animatore nei villaggi turistici ai grandi sabati sera di Rai 1, Giancarlo Magalli ha sempre lasciato il segno

70 anni vissuti surfando sull'onda del successo. È un compleanno davvero speciale quello che festeggia il 4 luglio Giancarlo Magalli: classe 1947, ex animatore nei villaggi turistici, poi autore di trasmissioni che hanno fatto la storia della televisione italiana - basti pensare a Non Stop, con quel gigante di Enzo Trapani, o Pronto, Raffaella? - infine conduttore che in quattro decenni ha collezionato oltre 50 show che più trasversali non si può.

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Ed è proprio la trasversalità uno dei punti di forza di Magalli: piace a tutti, dai ragazzini che lo idolatrano sul web - dove sta vivendo una seconda giovinezza - alle signore più agée che non si perdono una puntata del sempiterno I fatti vostri. Orgoliosamente in bilico tra la conduzione garbata e il graffio ironico (c'è chi dice anche un po' cinico), con quella faccia da vicino di casa che tutti vorrebbero avere, Magalli riesce ad essere l'uomo per tutte le stagioni, dote che in molti gli invidiano. 

Giancarlo Magalli, 70 anni tra tv e grandi successi

Se questo compleanno non passa inosservato, è anche colpa di Adriana Volpe che, con l'ormai celebre domanda "tra poco compi settant'anni, no?", ha scatenato l'ultima incredibile telerissa con Giancarlo Magalli ("fatti i fatti tuoi", le ha risposto lui). Dopo tre mesi di attacchi reciproci e catfight virtuali, eccoci arrivati al fatidico 4 luglio e non ce ne vorrà il conduttore se questa data diventa l'occasione per raccontare la sua carriera, una tra le più longeve del piccolo schermo

Chi lo avrebbe mai detto che quello studente del Liceo Classico Massimo di Roma - in classe con lui c'erano Mario Draghi e Luca Cordero di Montezemolo - sarebbe diventato uno dei volti più riconoscibili della tivù italiana. Magalli cominciò da animatore nei villaggi turistici, come un Fiorelloante litteram, finì per entrare in Rai e diventare a metà anni '70 uno degli autori tv più quotati (non prima di essersi cimentato, e con successo, nel teatro). Una partenza col botto, la sua, prima con Non stop - che lanciò personaggi come Carlo Verdone e Massimo Troisi - poi con il geniale Gianni Boncompagni: fu il grande regista, di cui è stato un grande amico, a credere in lui e a consacrarlo come autore di programmi cult tra cui Pronto, Raffaella? (condotto da Raffaella Carrà) e Pronto, chi gioca? (con Enrica Bonaccorti).

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Fantastico, Domenica In e gli altri programmi

Rassicurante, preparato, l'anti-sex symbol - "esibisco pancetta e pelata ma so mettere due parole in fila" - di certo però uno che tiene la scena come pochi altri conduttori. Un "mediano" di successo, con un curriculum spericolato da far ombra a molti colleghi spocchiosetti. Da Fantastico, a Domenica In, dallo Zecchino d'Oro a TeleThon, tutti i programmi iconici della tv pubblica li ha condotti, spesso salendo in corsa per rimediare ai danni o ai flop dei suoi predecessori. Capitò nel 1997, quando fu chiamato a sostituire Enrico Montesano alla guida di Fantastico, poi nel 2005 col disastroso Bye Bye Baby su Rai 2 e ancora con la Domenica In che Paolo Limiti non condusse mai in solitaria. Un tele-salvatore che trasforma in share (quasi) tutto ciò che tocca. 

Dal 2009 è in pianta stabile al timone de I fatti vostri, di cui ha già condotto altre sei edizioni, ma ci sono almeno altri due programmi che vale la pena citare. Papaveri e papere e Mille lire al mese, entrambi condotti in coppia con Pippo Baudo (suo grande amico) ed entrambi diretti da Michele Guardì, piccoli gioielli del varietà di una televisione che non c'è più. Aziendalista di ferro, ha sempre lavorato in Rai, e nel 1997 rifiutò un corteggiamento di Mediaset. "Insomma, a Viale Mazzini fino alla morte?", gli chiesero in un'intervista a Il giornale: "Fino alla morte. Degli altri", rispose lui con l'immancabile ironia. 

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Il più ironico dei conduttori

Ed è proprio l'ironia una delle chiavi di volta del personaggio Magalli, uno che ha la battuta sempre in canna e chi se ne importa se non sempre la maneggia con cura. "Chi è Magalli? - si è chiesto di recente il critico dei critici tv, Aldo Grasso - Probabilmente il conduttore si è liberato di un equivoco caratteriale che gli impediva di affermarsi definitivamente: era un “cattivo”, dalla battuta maliziosa e pungente, costretto a fare il buono". Magalli, però, precisa: "Mi riconosco non una vena di crudeltà, ma di satira e di ironia. Vene che possono anche risultare cattive. Ma non è mai una cattiveria gratuita o crudele. Mi ritengo un buono…mentre molti colleghi che in tv sembrano buoni in realtà sono cattivo". 

"Magalli per una battuta farebbe di tutto. Si è messo pure contro Morandi per un selfie mancato", spiega il regista Michele Guardì, uno che Magalli lo conosce bene. "Giancarlo ha un temperamento bizzarro. Gli dico sempre che il problema non è saper parlare, ma saper tacere. Una volta in trasmissione ospitò sua madre affetta dal morbo di Parkinson. Durante un gioco se ne uscì con una battuta infelice: 'Mia madre trema, non perché è emozionata, ma perché ha una malattia che le consentirebbe di suonare le maracas'. Questo è, nel bene e nel male, Magalli…".

La seconda giovinezza sul web e la corsa al Quirinale

Forse è questo tratto di imprevedibilità che piace tanto ai giovani, che hanno consacrato Magalli come vera e propria icona 2.0., complici anche i The Pills che lo hanno arruolato in alcuni loro sketch sul web. "Internet mantiene giovani. Io mi trovo bene con i ragazzi, mi diverto, cerco di parlare il loro linguaggio e usare la mia ironia", racconta il conduttore. Proprio sul web diventò un eroe grazie alle Quirinarie del Fatto Quotidiano, che nel 2015 lo incoronarono a furor di popolo come (im)possibile successore di Giorgio Napolitano nel ruolo di Presidente della Repubblica Italiana, con oltre 17mila voti, battendo persino Stefano Rodotà. "La mia faccia è stata e resta a disposizione di chi vuole usarla per esprimere il suo sdegno, la sua indignazione, ma soprattutto la sua speranza”.

Gli screzi con Adriana Volpe (e le altre colleghe)

È storia recente, invece, lo screzio stracult in diretta e via web con la collega Adriana Volpe (che il prossimo anno lascia i Fatti vostri per approdare a Mezzogiorno in famiglia), finito però a colpi di querela. Lui dice di aver litigato solo con due colleghe: la Volpe, appunto, ed Heather Parisi: "Bravissima ma ha un cattivo carattere. ha lavorato un anno con me a Ciao Week End, visto che la scelsi nonostante le molte telefonate di quelli che avevano già lavorato con lei che me lo sconsigliavano e visto che sono stato l'ultimo a farla lavorare prima che scappasse ad Hong Kong". Anche in questo caso, ci sono di mezzo avvocati e querele.

Magalli, quando gli chiedono un parere, non si sottrae mai. Così ha "graffiato" molti e molte, da Anna Falchi - "non pensava a quello che diceva" - a Barbara D’Urso: “Non mi piace la tv basata sull’esagerazione, sui falsi sentimenti, sulla speculazione delle lacrime”. Delicatissimo, insomma. "Io dico sempre quello che penso. Ma sempre in forma di battuta. Gli amici non se la prendono, tutti gli altri sì". Così, nel 2000, quando a Rai 1 arriva come nuovo direttore Maurizio Beretta, e lui non viene ricevuto, sbotta con una battuta al vetriolo: "Ho solo detto che, per essere un Beretta, era di piccolo calibro. E lui, naturalmente, s’è offeso". Piaccia o meno, Giancarlo è così: prende o lasciare. Buon compleanno Magalli! 



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Francesco Canino