Gabriella Germani Fiorello
ANSA/GIORGIO ONORATI
Televisione

Germani imita, ma solo per Fiorello

La "voce" di Boldrini, Raggi e Meloni è il valore aggiunto del programma cult Edicola Fiore. Ma due anni fa voleva mollare tutto...

A Roma c’è una donna che ogni mattina alle 7,30 si chiude in un furgone davanti all’ Ambassador, il bar location del cult televisivo Edicola Fiore, mette le cuffie e osserva il monitor. Pronta, a un cenno di Fiorello, a collegarsi con la voce di Virginia Raggi che in versione scolaretta insiste per elencare i nomi dei sette nani o degli affluenti del Po, di Giorgia Meloni che urla "A ridicoliiii!" e di Laura Boldrini che nella sua furia antisessista vuole femminilizzare i nomi delle regioni italiane in "Veneta, Lazia, Piemonta".

Quella donna polifonica  è  Gabriella Germani, 47 anni, fieramente ciociara "come Nino Manfredi e Vittorio De Sica", trapiantata a Roma dai tempi dell’università (è laureata in GIurisprudenza) e, nella sua  carriera ventennale, protagonista di imitazioni da urlo, da Asia Argento a Mara Venier, da Barbara Palombelli alla geniale Monica Bellucci che al telefono "sbraga" parlando in spoletino stretto con la madre. Quasi tutte  ("Raggi è un’idea di Fiorello, per interpretarla alla perfezione ho dovuto studiare tutti i suoi video") pensate da lei, parte attiva anche nella stesura dei testi. 

Quella con Fiorello è una partnership vincente nata con Viva Radio2 nel 2001, proseguita con Fuori Programma nel 2014 e ora approdata a Edicola Fiore (Sky uno e tv8) dove l’imitatrice, boldrinianamente parlando, è la quota rosa vincente. La notizia  curiosa è che se non fosse stato per lo showman Germani adesso venderebbe case. Lo rivela lei a Panorama davanti a un the in un altro bar, nel quartiere Prati, dove si presenta con la sua Camilla, un incrocio tra un volpino e "forse un Jack Russel".

"Avevo pensato di riciclarmi come agente immobiliare perché volevo cambiare vita", racconta, spiegando che  dal 2012 al 2014 ha  rifiutato tutte le offerte artistiche, prime serate comprese, perché l’idea del "facce ride" non la stimolava più: "L’imitazione ha senso solo se inserita in programmi che danno spazio alla sperimentazione come quelli di Fiorello che con Fuori programma, nel 2014, mi ha spinto a ricominciare".   

Con le capacità interpretative  che ha Germani avrebbe voluto virare verso il cinema, "con una nuova carriera alla Sabrina Impacciatore", ma  dopo aver superato una miriade di provini per film e fiction ed essere stata poi congedata a un passo dal contratto ("mi dicevano 'sei perfetta ma l’azienda purtroppo ha scelto un’altra...'") è riuscita ad aggiudicarsi soltanto una piccola particina in Posti in piedi in Paradiso, film del 2012 di Carlo Verdone. 

E per una testimonial della meritocrazia come lei (a Viva Radio 2 approdò mandando un cd con le sue performance) doversi scontrare con altre logiche non è stato affatto semplice: "Nel campo delle imitazioni a contenderci la piazza siamo sei o sette (colleghe preferite Virginia Raffaele 'insuperabile nella sua perfette interpretazioni di Carla Fracci e Belèn' e Paola Minaccioni, 'la più poliedrica') nel cinema centinaia... Ormai ci ho rinunciato, finché potrò lavorare con Fiorello continuerò a sfornare imitazioni, altrimenti mi riciclerò come manager dello spettacolo o nella comunicazione. Del resto l’ho già fatto".

Perché l’artista che per le imitazioni più complicate deve studiare una settimana ha un passato da animatrice turistica come Fiorello, cui pare legata da destini incrociati. E proprio in un villaggio, in Turchia, a un certo punto conobbe  Mogol, finendo in Umbria, al Cet, la sua scuola di musica, come responsabile delle pierre.

Era il ‘96, poco prima che si avventurasse nel mondo dello spettacolo, dopo aver esordito in classe, alle scuole medie, imitando Verdone ("sono una cultrice, conosco a memoria tutte le battute dei suoi film"), Massimo Troisi e Beppe Grillo. "Ai tempi dell’università, sfidando la mia timidezza, mi iscrissi, senza crederci neanche un po’ ai provini per Sotto a chi tocca, talent di Canale 5".

Con le sue imitazioni di Sandra Mondaini, Raimondo Vianello e di Ambra Angiolini  ai tempi di Non è la Rai, vinse. Poi Pier Francesco Pingitore la scovò in un cabaret e la portò al Bagaglino: voleva farle imitare Franca Ciampi, lei contropropose Daria Bignardi  allora conduttrice del Grande Fratello, l’imitazione che l’ha resa famosa: "Facevamo dieci milioni di spettatori, quando camminavo per strada si fermavano le macchine. Non escludo di tornare ad imitarla, la sua nuova identità di direttore di Raitre mi stuzzica".

La massacrerà? "Ma no, dietro alle mie imitazioni non c’è mai livore (ogni riferimento alla Raggi  della collega Sabina Guzzanti è puramente casuale ndr), tutti i miei  bersagli mi ispirano simpatia". Niente caricature, non le piacciono così come i travestimenti, cui ricorre solo quando sono perfetti, a favore di una grande accuratezza dei testi e dell’interpretazione.

Si divertono tutti, tanto che Boldrini l’ha anche invitata alla Camera per uno spettacolo dell’8 marzo. E non si è mai lamentata neanche Meloni, nonostante a Edicola Fiore oggi Germani le faccia dire "Aspetto solo che la mia piccola Ginevra dica le due sillabe magiche. No, che avete capito, non mam-ma... Du-ce".

Speriamo che continui.

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Antonella Piperno