Jennifer Lopez censurata. La sue serie tv, The Foster, è immorale. E tutte le altre?
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Jennifer Lopez censurata. La sue serie tv, The Foster, è immorale. E tutte le altre?

Esiste un limite al di là del quale la rappresentazione della realtà proposta dalla fiction, non può andare?  Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Cecchi Paone e ad Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori.

Abbiamo appena fatto in tempo, lo scorso luglio, ad annunciarvi in anteprima, che Jennifer Lopez stava producendo una singolare serie televisiva con protagoniste due giovani donne lesbo con voglia di maternità, che l'evento è già al centro di furiose polemiche, oltre oceano. E la fiction, che non è ancora andata in onda, rischia di essere bloccata. The Foster, questo il titolo del lesbo-drama, è stato accusato dall'associazione One Million Moms di rappresentare un modello negativo per i giovani e di scardinare le già fragili basi della famiglia istituzionale. Le polemiche in USA stanno investendo il recente trend di una fiction anticonvenzionale basata sulla famiglia formata da unioni omosessuali. Nell'occhio del ciclone è finita anche The new normal, nuovissima serie della Nbc in onda dallo scorso 11 settembre, sulle vicende di una coppia gay di Beverly Hill che vuole avere un figlio. I due cercano una madre surrogata che, per bisogno di soldi accetta la gravidanza pur avendo già una figlia. Contro questa serie si è scatenata  la furia dei 'benpensanti' americani.

E la discussione si sta estendendo anche all'Italia, con l'arrivo di molti prodotti non convenzionali. Già ad agosto è andato in onda su Cielo, il docu-reality Quando una donna vuole diventare uomo, in cui quattro donne raccontavano il doloroso percorso di trasformazione del proprio corpo in un corpo  maschile. Lo scorso quattro ottobre in prima serata ha debuttato su Mtv la prima stagione di Modern family, incentrata sulle vicende di tre distinti nuclei familiari che svelano le proprie vite non convenzionali, dinanzi alle telecamere.Tra questi c'è la coppia formata da Mitchell e Cameron, fidanzati gay che hanno adottato una bambina vietnamita, della quale si occupa a tempo pieno Cameron, al momento disoccupato. Dopo la prima serie, però, quando la storia diventa più scottante, i sequel di Modern family saranno trasmessi da Fox, canale satellitare a pagamento.

Il nocciolo della questione che da oltre oceano è arrivata da noi è: fino a che punto ci si può spingere nella fiction per rappresentare i cambiamenti e le trasformazioni della società? Esiste un limite al di là del quale non bisogna addentrarsi per non minare valori tradizionali oppure urtare la suscettibilità di molti? Domande d'obbligo, anche se, spesso, serie come The new normal vogliono rappresentare la scommessa di fare divertire il pubblico attraverso storie che fanno parte di un mondo meno conosciuto. Panorama.it lo ha chiesto a due personaggi diametralmente opposti tra di loro: Alessandro Cecchi Paone, conduttore televisivo attualmente al timone del nuovo programma scientifico Time house, su TgCom 24 e Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori.

"Senza alcun senso di omofobia o di ghettizzazione - dice Marziale - non è la fiction il luogo più strategicamente idoneo a legittimare battaglie civili, come i diritti degli omosessuali. Specialmente se il contesto è comico, il messaggio potrebbe risultare addirittura fuorviante". Marziale spiega che l'inizio dello scardinamento della famiglia è iniziato con Beautiful, la soap opera che da 25 anni, miete successi incontrastati. "Con tutti gli intrecci sentimenatli tra familiari, Beautiful ha legittimato un processo di normalizzazione della famiglia anti-convenzionale, sottolinea il sociologo. Dunque io ribadisco con forza che, nel rispetto per i minori, ci sono dei limiti che la fiction non deve superare. E uno di questi è soprattutto il modello di famiglia gay allargata, purtroppo supportata da alcuni esempi provenienti proprio dalla vita reale. E mi riferisco ad Elton John e al compagno che hanno avuto un bambino da madre in affitto. Un bambino che, nel suo percorso di crescita è privato della figura materna".

"Oggi abbiamo fatto passi da gigante in Italia per la modernizazione della società", afferma Alessandro Cecchi Paone. Circa il 50% degli italiani è favorevole alla regolamentazione delle coppie gay, grazie soprattutto alla campagna di sensibilizzazione realizzata negli ultimi cinque anni. Mentre dobbiamo ancora impegnarci affinchè diventi una realtà comune da accettare la procreazione assistita delle coppie omosessuali. Ad esempio: se Nicky Vendola dice di volersi sposare, la quasi totalità dei cittadini è solidale. Se afferma di voler diventare padre, lo si guarda con circospezione, perchè la gente non è ancora preparata a parlare e riflettere su questo argomento. E ben vengano allora serie statunitensi che, attraverso una iniziale ottica ironica, cominciano ad affrontare il problema della procreazione assistita per le coppie gay. In questo caso gli sceneggiatori si rivelano molto più lungimiranti dei politici, avvertono le trasformazioni della società, grazie anche a casi reali che il mondo dell'informazione ha reso noti. E mi riferisco al cantante Elton John ed al compagno che hanno avuto un figlio e lo crescono con molta serenità. In realtà non credo che queste serie tv possano scardinare la famiglia istituzionale che, se è forte e solida, rimane tale. Dobbiamo capire che la realtà sta mutando anche in Italia e solo la parte più conservatrice del potere politico italiano non vuole accorgersene. Allora, nel rispetto del buongusto e dell'aderenza alla realtà, non c'è alcun limite alla rappresentazione della società che si evolve e si trasforma", conclude Alessandro Cecchi Paone.

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Marida Caterini.