Antonino Cannavacciuolo: "Vi porto nelle 'Cucine da incubo' italiane"
(Ufficio Stampa Fox)
Televisione

Antonino Cannavacciuolo: "Vi porto nelle 'Cucine da incubo' italiane"

Lo chef due stelle Michelin è l'erede italiano di Gordon Ramsay. Che di lui dice: "Se pensate che io sia cattivo, non conoscete il mio amico Antonino"

Signori, è nata una star. Televisiva s'intende. In cucina Antonino Cannavacciuolo è uno di quegli chef che tutto mondo c'invidia: in tivù invece il suo percorso deve ancora ufficialmente iniziare, ma già promette bene.L'esordio alla conduzione di Cucine da incuboè previsto per il 15 maggio prossimo - su Fox Life, Sky, canale 114 - ma un lungo estratto della prima puntata è stato mostrato in anteprima questa mattina alla conferenza stampa del programma. L'adattamento italiano del format con Gordon Ramsay si annuncia assai gustoso e Cannavacciuolo si candida a diventare uno dei cuochi più amati (e parodiati) del piccolo schermo.

IL PROSCIUTTO DISOSSATO. La conferenza stampa, allo spazio Segheria di Milano, ricalca il set di una cucina da incubo con tanto di hostess sgraziate e camerieri maldestri. Dentro il clima è più serioso. "Se pensate che io sia cattivo, non conoscete il mio amico Antonino" dice Gordon Ramsay in una clip introduttiva. “Non volevamo fare un semplice copia e incolla del format - spiega Alberto Rossini, vice presidente entertainment Fox Life -  Cannavacciuolo non solo regge bene il confronto ma ci mette molto di suo a livello umano”. A svelare come si è arrivati a scegliere lo chef di Vico Equense, ci pensa Sara D'Amico, responsabile produzioni intrattenimento Fox: “La ricerca è stata lunga e difficile: abbiamo provinato trenta chef stellati ed eravamo scoraggiati. Poi abbiamo chiamato Antonino: durante il provino, in un minuto ha disossato un prosciutto perché serviva in cucina continuando a parlare come se niente fosse. Con quel gesto ci ha raccontato molto di s'è e ci ha convinti. È una persona intensa, autorevole e a tratti dura: oltre che chef è proprietario del suo ristorante e noi volevamo puntare sull'imprenditorialità, un aspetto che in Italia è troppo spesso sottovalutato”.

CIBO E TIVU’. "Ho accettato perché m'incuriosiva l'aspetto della comunicazione e so bene che la tivù regala una grande visibilità. E poi mi piaceva l'idea di andare nei ristoranti e vedere che situazioni avrei trovato: il bello è che sono tornato indietro di vent'anni, cucinando in prima persona piatti che non facevo da tempo. Ho avuto di nuovo un contatto con gli ingredienti e mi sono messo a spadellare: oggi il mio lavoro in ristorante è più di controllo". Quanto alla food mania televisiva, ha le idee chiare: "Rende le persone più informate su prodotti e cibi: la clientela è più esigente, tanto che mi capita di restare in ristorante anche fino all'una di notte a parlare con gli ospiti, che sono curiosi e vogliono sapere". Più dubbioso sul 'caso' MasterChef. "Non ho visto Cracco, a parte le ultime due puntate della seconda serie perché a mia moglie piaceva molto il format: il messaggio però deve essere chiaro, cioè che non bastano dieci puntate per diventare chef".

CANNAVACCIULO CULT. Lo chef di Villa Crespi strepita, si fa insofferente e guardando la puntata uno già se lo immagina imitato. "Ma cos'è una cucina o una stalla?", sbraita allo staff del ristorante Borgo Vecchio, di cui viene mostrata la totale trasformazione (si chiamerà poi Pane e Olio). "Questo pesce fa schifo", fa notare allo chef. "Le patate puzzavano". Cannavacciuolo s'arrabbia parecchio, ci mette pancia e cuore e alla fine si commuove. "Quando m'incazzo è perché ci tengo - spiega - Io non sono un attore: le arrabbiature e le lacrime sono vere. C'ho messo molto di me anche a livello umano: dietro queste storie c'erano sofferenza e problemi seri: a me piace aiutare la gente e credo che il nostro aiuto abbia dato nuovo impulso e voglia di ricominciare. Ancora oggi mi sento con alcuni di loro: c'è chi fa nuovi corsi di cucina, chi mi dice 'perché non ti ho incontrato vent'anni fa'. Hanno iniziato un nuovo corso e penso che si ricorderanno di me in maniera positiva".

OLTRAGGI IN CUCINA. Come nella versione americana, anche nelle cucine da incubo italiane Cannavacciulo ha trovato di tutto: sporcizia, conti in dissesto, menù sterminato ("In un ristorante c'era una lista di 60 piatti e un solo chef in cucina: allucinante"), vagonate di cibo surgelato e questioni famigliari irrisolte. "Da nord a sud, gli errori più grossi li ho riscontarti nella cottura del pesce. Poi ricordo un cuoco che mi ha cucinato un piatto di gnocchi con panna e prosciutto: se mi presenti questa pietanza e hai un locale a trenta metri dal mare, cosa vuoi che ti dica?". Ma accettare la sfida e cambiare è difficile, soprattutto in Italia dove il ‘familismo’ impera anche in cucina: così per selezionare i dieci casi che andranno in onda, la produzione ha visitato 337 ristò e fatto 1725 provini. “Ma dopo la prima serie credo che ci arriveranno migliaia di richieste”, chiosa Rossini.

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Francesco Canino