Zaccheroni-Allegri: in comune solo gli infortuni
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Zaccheroni-Allegri: in comune solo gli infortuni

Il ct del Giappone, esonerato dal Milan dopo uno scudetto, spiega cosa c'è di diverso

Sono in molti in questi giorni a mettere a confronto la gestione del Milan di Massimiliano Allegri con quella di dodici anni fa di Alberto Zaccheroni. Un copione già trito e ritrito dicono gli esperti, tanto da mettere in preallarme l’attuale tecnico.

“In realtà le cose non stanno affatto così”, spiega Zac a Panorama.it. “Mi risulta davvero difficile paragonare le due panchine perché in comune non hanno nulla, se non il gran numero di infortuni: io quell’anno mi sono ritrovato tra dicembre e gennaio con un reparto completamente svuotato. Uscirono contemporaneamente Albertini e Gattuso per problemi al collaterale del ginocchio e Redondo e Ambrosini per il crociato. Come se non bastasse, perdemmo pure Costacurta per uno stiramento. Insomma, i quattro che formavano il centrocampo non erano più a disposizione e io mi sono trovato un intero reparto scoperto. E soprattutto senza molte alternative”.

“L’attuale squadra di Allegri”, continua il mister romagnolo, “deve far fronte a due problemi: da una parte la mancanza di alcuni giocatori in rosa perché infortunati, ma grazie al cielo non tutti nello stesso ruolo, dall’altra la perdita di autostima. Il “mio” Milan non aveva quest’ultima difficoltà perché arrivavamo da momenti decisamente fortunati che riuscivano a tenere alto il morale dei ragazzi”.

Il consiglio di Zaccheroni è quindi quello di seguire gli sforzi e la linea di Galliani e mostrarsi sereni e orgogliosi come ha fatto l’amministratore delegato ieri. “Bisogna stare compatti e unire le energie, mettere da parte le polemiche e cercare di inviare messaggi positivi”.

Il paragone Zaccheroni-Allegri poggia quindi su basi labili, a detta del primo tecnico italiano ad aver conquistato un trofeo internazionale – la Coppa d'Asia – alla guida di una selezione straniera. Certo, qualche punto in comune ce l’hanno. Zac, giovane, dalle idee innovative, che ha appena portato la provinciale Udinese per la prima volta in Europa, mette il turbo e vince lo scudetto al primo colpo, così come succede ad Allegri che, in tempi di vacche grasse, riceve in “regalo” un fenomeno (Ibrahimovic), un campione (Robinho) e qualche giovane interessante (Boateng, Papastathopoulos) e conquista lo scudetto dopo sette anni così da essere riconfermato da un’entusiasta Berlusconi. L'anno successivo l'impresa non riesce a nessuno dei due e l’estate passa per entrambi attraverso un mercato praticamente immobile ad aspettare grossi nomi che non arrivano, anzi, che se ne vanno.

E siccome a Zac, la stagione successiva, costò caro uscire dalla Champions League in un girone con Deportivo, Galatasaray e Paris SG pre-sceicchi, ci si aspetta che accada lo stesso ad Allegri così che il presidente trovi un escamotage per l’esonero. Ma in queste considerazioni non va dimenticato che il tecnico livornese ha invece un buon rapporto con Berlusconi…

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Alessia Sironi