Vanzini: "Ferrari, piano con gli entusiasmi"
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Vanzini: "Ferrari, piano con gli entusiasmi"

Il telecronista di Sky dice la sua sui test di Jerez e sulle attese di Maranello. Vettel come Schumacher? Molti le similitudini

Un piccolo passo in avanti per restituire presto il sorriso al popolo della rossa. Sergio Marchionne, presidente della Ferrari dal 13 ottobre dello scorso anno, ha definito il prossimo traguardo del Cavallino: "Non mi aspetto miracoli - ha detto da New York il successore di Luca di Montezemolo - ma a Barcellona mi aspetto la prova definitiva di quello che abbiamo fatto finora". I buoni test di Jerez possono aver cambiato le attese di Maranello per il prossimo campionato? Per Carlo Vanzini, volto noto della Formula 1 targata Sky, è meglio procedere con grande prudenza nell'attesa delle prossime verifiche, in programma sulla pista catalana del Montmelò dal 19 al 22 febbraio e dal 26 febbraio al primo marzo.

"Ha ragione il presidente - spiega Vanzini - bisogna aspettare Barcellona, dove avremo un confronto con i tempi in gara della passata stagione e potremo quindi ragionare su parametri più veritieri rispetto a Jerez. Le ambizioni per la Ferrari credo siano le stesse. La parola d'ordine è ricostruire, sarebbe sbagliato galvanizzarsi per i tempi registrati in Spagna, ma sono convinto che questo, il team principal Maurizio Arrivabene, lo sappia bene".

Bene Vettel, benissimo Raikkonen. In Spagna, il pilota finlandese pare aver ritrovato l'entusiasmo dei giorni migliori.
"Ha soprattutto trovato una macchina adatta alle sue caratteristiche. Lo scorso anno ha sofferto tanto l'inserimento in curva, al contrario di Fernando Alonso, che col suo stile di guida è riuscito a tirare fuori il meglio da una F14T che si è rivelata fallimentare. Raikkonen ha detto che la nuova monoposto è stata 'costruita sul mio sedere' ed è vero. Ha avuto fin da subito un feeling molto positivo con la SF15-T e questo è fondamentale per lavorare sul suo sviluppo nel corso della stagione. Così come è fondamentale per la Ferrari recuperare un pilota che prima di tornare a Maranello ha fatto molto bene con la Lotus e non è certo un pilota bollito. Per Raikkonen il 2014 è stato un anno simile al 2009".

Vettel come Michael Schumacher, se ne parla da quando il quattro volte campione del mondo ha detto sì a Maranello. Quali sono i punti di contatto tra i due piloti tedeschi?
"Intanto, i tempi. Schumacher arrivò come Vettel in un momento di ricostruzione. Per ritornare a vincere, l'allora direttore generale Jean Todt scelse il pilota più forte in circolazione in quel periodo. Forte e con grandissime motivazioni. E in questo, tra Vettel e Schumacher ci sono similitudini abbondanti. Parlando con gli ingegneri del Cavallino sono emersi poi altri punti di contatto, come la dedizione al lavoro. Vettel è sempre dentro il box e ha sempre una parola per tutti. Come faceva Schumacher, che forse non è apparso simpatico al grande pubblico, ma era adorato all'interno della squadra".

A Jerez, la Mercedes ha confermato di essere ancora un passo avanti a tutte le concorrenti. Se ha trovato il modo per migliorare l'affidabilità, è probabile che anche nel 2015 non avrà rivali.
"La Mercedes parte dalla prima fila, non ci sono dubbi. Può vantare un vantaggio importante nei confronti degli avversari. Vantaggio che lo scorso anno aveva raggiunto addirittura i due secondi nel caso della Ferrari. Colmare un gap tecnico così grande senza rivoluzioni regolamentari è molto difficile e la storia della Formula 1 lo insegna. Quando un team è riuscito a interpretare meglio le regole, per gli altri è stato molto complicato avvicinarsi. Gli ingegneri del Cavallino indicano ancora in un secondo lo svantaggio nei confronti della scuderia tedesca, un'enormità. Sì, la Mercedes ha tutti i numeri per vincere anche questo campionato".

La McLaren del nuovo corso Honda accusa invece un ritardo che a un mese dall'inizio del campionato potrebbe essere incolmabile. Alonso non sarà felicissimo.
"Nel 1988, in occasione del loro primo anno di collaborazione, le cose andarono subito benissimo. La McLaren-Honda di quegli anni vinse quattro mondiali piloti di seguito, tre con Senna, uno con Prost. Ma la Honda di allora aveva già avuto l'esperienza con la Williams, c'erano basi forti. Aspetterei a giudicare il lavoro dei giapponesi. La macchina è molto buona e ha molte caratteristiche che ricordano la Red Bull perché è stata disegnata da Peter Prodromou, ex designer del team di Woking. Il telaio c'è e l'aerodinamica pure. Se in Honda riescono a mettere a punto la power unit, e hanno tutti i mezzi per farlo, credo che la Mclaren diventerà interessante da seguire. Certo, Alonso, non è molto contento, ma ha fatto la scelta migliore. Fosse rimasto in Ferrari, un'altra stagione senza mondiale sarebbe stata difficile da gestire. Non vincere invece per un anno in una scuderia nuova, è tutta un'altra cosa".

I test a Jerez

CRISTINA QUICLER/AFP/Getty Images
Il passaggio sul traguardo della McLaren di Fernando Alonso

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Dario Pelizzari