Sanzioni Uefa: “Rischiano anche le squadre italiane”
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Sanzioni Uefa: “Rischiano anche le squadre italiane”

Questa l’opinione di Ernesto Paolillo, ex dg dell’Inter e tra i promotori del Financial Fair Play che ha portato alle sanzioni per Psg e Manchester City

Il fair play finanziario introdotto qualche anno fa dall'Uefa inizia a mietere le prime vittime: Paris Saint-Germain e Manchester City saranno infatti costrette a sborsare 60 milioni di euro di multa (pagabili in tre anni) e a ridurre al contempo le proprie rose per la Champions League della prossima stagione a 21 elementi, quattro in meno di quelli selezionabili dalle altre compagini.

Nella giornata di venerdì arriverà l'ufficializzazione di queste dure sanzioni a causa della violazione delle regole relative anche ai rispettivi monti salariali. In Italia si è spesso sottovalutato questo aspetto manageriale e ancora oggi i bilanci delle nostre formazioni rimangono in (profondo) rosso nonostante l'impoverimento tecnico dei rispettivi organici in seguito alle cessioni di numerosi top player. Motivo per il quale il medesimo trattamento potrebbe presto essere riservato anche ad alcuni club italiani che si qualificheranno per le Coppe europee della prossima o della successiva stagione.

Per far chiarezza sulla questione, Panorama.it ha intervistato in esclusiva uno dei principali promotori di tale rinnovamento economico calcistico, ovvero l'ex direttore generale dell'Inter Ernesto Paolillo.

Direttore, l'Uefa fa quindi finalmente sul serio?
"Le sanzioni prese dall'Uefa sono la dimostrazione tangibile che sin dal primo momento in cui è stata intrapresa la strada del Financial Fair Play si sta facendo sul serio. Molti erano scettici in tal senso, ma a distanza di tre anni stanno arrivando le prime sanzioni. Chi sgarra, andrà incontro a pene dure e serie. E' stata intrapresa una strada reale di risanamento del calcio dal punto di vita economico".

Come giudica i 60 milioni di multa che verranno comminati a Manchester City e Psg?
"Sono certamente provvedimenti onerosi, multe pesanti per chi le subirà e che andranno a gravare sui rispettivi bilanci dei due club. Non palliativi come poteva maliziosamente pensare qualcuno...".

E niente sentenze passate poi in cavalleria come qualcuno ancora si aspetta...
"Esatto. Arriveranno punizioni sempre più gravi per coloro che non si atterranno ai princìpi economici del Financial Fair Play. Ciò deve far aprire gli occhi a tutti i club che l'hanno presa alla leggera. Oltre a Psg e City, altri sette club sono sotto indagine".

Oltre alla stangata economica è arrivata anche una punizione tecnica: cosa ne pensa?
"Paradossalmente è ancor più grave la riduzione dei giocatori utilizzabili nelle Coppe da venticinque a ventuno. Significa dover rinunciare a quattro calciatori importanti, che non avendo spazio nelle manifestazioni internazionali potrebbero anche decidere di accasarsi altrove. Con il Fair Play Finanziario si apre molto di più la competitività a tutte le partecipanti e cadrà il mito di chi più spende, più vince".

Cosa può cambiare a breve nel mondo del calcio europeo dopo questo provvedimento?
"Se guardiamo alle perdite delle società di calcio, nell'ultima stagione c'è stata una maggiore attenzione sui bilanci e una riduzione del deficit. Tuttavia non siamo ancora giunti al pareggio fra spese e ricavi. Di positivo c'è un miglioramento nel ritardo dei pagamenti da squadra a squadra: siamo giunti alla riduzione di 1,5 milioni delle totali pendenze dei club. Rispetto ai 30 milioni all'anno dell'anno precedente è sicuramente un miglioramento sostanziale".

Quando si potrà arrivare ad avere bilanci sani per tutti i grandi club europei?
"Serve ancora un anno, al massimo due, affinché si possa arrivare al pareggio di bilancio. E seguendo le norme del Financial Fair Play tutto ciò si potrà verificare".

L'Atletico Madrid è in finale di Champions League, pur non avendo un fatturato da primato. Come mai i nostri club continuano invece a stentare in Europa?
"Sono due motivazioni che danno la sommatoria del momento di difficoltà dei nostri club nelle manifestazioni europee. Per mettersi in ordine economicamente, alcune società hanno sacrificato i proprio elementi di alto livello, diminuendo così la propria competitività internazionale. A tutto ciò non si è posto rimedio, puntando sui giovani e valorizzando nuove risorse patrimoniali. Il campionato italiano rimane fra i più vecchi del panorama continentale. Inoltre, non abbiamo tecnici in generale che sappiamo lavorare e sviluppare le potenzialità dei nostri giovani. Il nostro calcio a livello atletico e di preparazione tecnica dei calciatori soccombe al confronto con le principali rivali europee".

Anche le nostre squadre potrebbero subire punizioni come Psg e City?
"La mancanza di stadi di proprietà limita i ricavi e nonostante le perdita di competitività legata alla cessione di molti top player, alcuni nostri club non sono comunque nel rispetto del Financial Fair Play e quindi subiranno anch'essi pesanti multe. Certi club appena torneranno sulla scena internazionale, rientreranno di conseguenza sotto la lente di ingrandimento dell'Uefa, che evidenzierà come i loro bilanci non sono conformi alle regole. Senza gli adeguati adempimenti e correttivi, non basterà più ottenere sul campo i pass per partecipare alle coppe".

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Nicolò Schira

Esperto di mercato TuttoLegaPro.com. ViceDirettore TuttoB.com. Reporter di Calciomercato su Panorama.it. Nel 2013 Sportitalia

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