Turrini: "Alonso, che errore. Vettel? Io sto con Webber"
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Turrini: "Alonso, che errore. Vettel? Io sto con Webber"

Dal tamponamento del ferrarista alle scene da guerra fredda dei due piloti Red Bull sul podio. Ecco come sono andate le cose al Gran premio della Malesia per il noto esperto di F1 - le foto delle "grid Girls" -

La partenza, un rettilineo, due curve. Il gran premio della Malesia finisce dopo un paio di minuti di gara per Fernando Alonso, che tampona il rivale di sempre Sebastian Vettel e chiude la giornata con una scelta che paga a caro prezzo. Sì, perché invece di correre subito al box per sostituire l'allettone danneggiato, decide (o decidono, perché è probabile che ci sia stato un confronto via radio con la Ferrari) di proseguire con la speranza che il danno non fosse poi così grave e che la sosta potesse essere posticipata di un giro, forse due. Il piano, sulla carta tutt'altro che folle: attendere il cambio gomme di tutti gli avversari per non perdere posizioni in classifica. Il tempo di pensarlo, forse meno, e su Maranello comincia a piovere. Alonso perde l'ala anteriore ed è costretto a parcheggiare la macchina a bordo pista. Fine della gara.

Fuori lui, è lotta vera tra la Red Bull e la Mercedes per il controllo della corsa. Almeno fino a quando le gerarchie non vengono definite, con le monoposto della lattina che staccano le frecce d'argento e bye bye alla prossima. Da quel momento, i piloti delle due squadre iniziano a fare a sportellate per avere la meglio sul compagno di scuderia. Battaglia vera, intestina, senza esclusione di colpi e con un seguito di polemiche, mugugni e sguardi killer che fa capolino pure sul podio. Webber contro Vettel, chi l'avrebbe mai detto? "Non vedevo un gelo così tra due compagni di squadra dai tempi del gp di Imola del 1989", spiega a panorama.it Leo Turrini, giornalista pluridecorato della Formula 1 degli ultimi trent'anni.

Roba d'altri tempi...

Certo che sì. Allora, nel 1989, fu guerra tra Senna e Prost alla McLaren. Corsa sospesa per un brutto incidente che aveva coinvolto Berger della Ferrari, macchina in fiamme e pilota salvato per i capelli. Quando riprese la gara, Senna sorpassò Prost e da quella volta il francese non ha più parlato al brasiliano fino a quando i due non hanno scelto squadre diverse. Forse Senna somiglia a Senna, Webber però non è forte come Prost. Ma la sensazione alla fine è stata terribile. C'era un ordine della Red Bull che parlava chiaro. Il pilota davanti avrebbe mantenuto la posizione, punto e finito. Invece, sappiamo come è finita. E non è un caso che tutta la squadra Red Bull, Horner e Newey compresi, si sia schierata più o meno apertamente con Webber.

Per certi versi, si può dire che sia stato il gran premio dei numeri due. Sfida senza quartiere tra Webber e Vettel, ma anche tra Rosberg ed Hamilton...

Diciamo da tempo che in questa F1 sono tutti dei robottini, perché sembrano tutti teleguidati dalle scuderie e dagli strumenti elettronici delle monoposto di ultima generazione. Oggi, le cose sono andate diversamente. Grazie o a causa del sorpasso al limite da ritiro della patente di Vettel ai danni di Webber e dell'ordine di scuderia della Mercedes che ha impedito a Rosberg di passare Hamilton. Se vogliamo, possiamo considerarla come una rivincita dell'elemento umano sulla macchina.

Per chi tifa Ferrari, una domenica da dimenticare, o quasi...

Partiamo dal film di Muccino, "L'ultimo bacio", perché in gergo quando un pilota tampona il pilota che gli sta davanti, come purtroppo è capitato oggi ad Alonso con Vettel, si dice che ha "baciato" la macchina avversaria. Sinceramente, credo sia stato un episodio di gara e non ci sia alcuna responsabilità del tedesco della Red Bull. Tra l'altro la pista era bagnata. Insomma, ci sta. Non si capisce invece molto bene la scelta del pilota o della scuderia o di tutti e due assieme di proseguire la gara senza tornare subito ai box per sostituite l'allettone danneggiato.

Domenicali a fine corsa ha detto chiaramente che hanno commesso un errore clamoroso...

Di solito, è il pilota che ha la sensazione diretta rispetto ai danni della macchina che guida. Mancavano ancora 55 giri, la gara era appena iniziata. Strano, molto strano. Ero convinto non ci fosse nemmeno da discutere, ecco tutto, che la scelta fosse obbligata. In ogni caso, si tratta comunque di un errore clamoroso. Ho sentito le dichiarazioni di Alonso. Contava di tornare ai box nel giro successivo o poco dopo per cambiare le gomme, come avrebbero poi fatto tutti i team. E' un discorso che fila, per carità. Ma non mi convince lo stesso.

Come i fatti hanno dimostrato, decidere di stare ancora fuori è stato un errore. Perché in questo modo Alonso non ha partecipato alla gara. In più, la pista si stava asciugando molto rapidamente. Al limite, io sarei rientrato cambiando l'ala e montando le gomme da asciutto. Vero, avrei fatto quei due o tre giri in cui avrei perso del tempo rispetto agli avversari, però dopo la sosta non l'avrei più dovuta fare.

E poi, c'è da considerare che per il pilota spagnolo la colpa è stata tutta di Vettel...

"Sì, lui sostiene che il pilota della Red Bull abbia frenato di colpo. La malizia però da parte di Vettel io non la vedo proprio. E poi, nel codice della strada vale l'adagio "chi tampona, ha sempre torto". Credo che questo valga anche in F1. Ciò detto, questo atteggiamento di Alonso nei confronti della Red Bull, molto aggressivo, forse troppo, fa capire che le vecchie ruggini non sono ancora state risolte.

Cosa possiamo dire della prova di Massa?

Mi ha deluso. Fino alle qualifiche del sabato, l'impressione era stata ottima. Il bilancio delle ultime quattro qualifiche del brasiliano, parlo delle ultime due della stagione precedente e delle prime due del 2013, dava vincente Massa su Alonso per 4-0. Se si pensa al periodo che hanno gareggiato assieme fianco a fianco, beh, questo è clamoroso. Fino a sabato sera, era questa la notizia. Massa è tornato a essere un osso duro per i compagni di squadra, come non accadeva dai tempi di Raikkonen. E non penso che Alonso la stia vivendo benissimo. Abituato ad avere una leadership assoluta, comincia ad avere qualche certezza in meno. Adesso sa che, almeno nelle qualifiche, se Massa vuole può rompergli le scatole.

E poi?

Sarà il peso della macchina, le gomme, quello che vogliamo, ma alla fine, a parte gli ultimi dieci giri, in cui Massa ha recuperato tre posizioni con i penumatici nuovi, ho rivisto il pilota a cui ci eravamo abituati. Assolutamente anonimo, confinato nelle retrovie. Vero che la Ferrari oggi era evidentemente meno veloce di Red Bull e Mercedes, ma credo pure che qualcosa di più si potesse fare. E poi c'è di più. Alla prima corsa su un circuito vero, perché quello di Melbourne fa storia a sé, è arrivata la doppietta della Red Bull. E questo, da un punto di vista ferrarista, è deprimente. Anche se non sono sicuro che Sepang sia stato un gran premio davvero indicativo. Ripeto, Alonso la gara non l'ha fatta. In circostanze come queste, un pilota come lui fa la differenza. Vedremo nella prossima gara.

E cosa dire della Lotus, che esce evidentemente ridimensionata dopo il gp della Malesia? Meglio invece la McLaren, un po' più bella di quella che abbiamo visto in Australia...

La Lotus è stata la grande delusione della giornata. A Melbourne aveva impressionato per la capacità di gestire meglio di tutti gli altri le gomme. Ma in una gara come quella di oggi, in cui i pit stop erano determinanti, le cose non sono andate benissimo come ci si poteva aspettare. Raikkonen, per intenderci, non è mai stato davanti. Nemmeno tra un cambio gomme e l'altro. Certamente è stato molto danneggiato dall'arretramento di tre posizioni sulla griglia di partenza, però si è visto che ha fatto una grande fatica a superare avversari non così veloci. Insomma, male.

Cosa ne penso della McLaren? Semplice, se consideriamo il rapporto pilota-macchina a disposizione, credo che i migliori di oggi siano stati Button e Hulkenberg. Prima del problema durante il pit stop, Button era in testa alla corsa e sembrava avesse le possibilità per rimanere davanti. Hulkbenberg pareva invece essere uscito dal film "I vendicatori". Ha fatto veramente un garone, anche se è stato protagonista di un paio di manovre al limite del lecito per tenere dietro Raikkonen. Per me, questo è uno buono, e non è un caso che l'anno scorso in casa Ferrari abbiano pensato di prendere lui per sostituire Massa...

Nota di colore. Cosa dire dell'errore di Hamilton al primo pit stop? Si ferma al box della McLaren, che per anni è stata la sua scuderia, invece di procedere in direzione del box Mercedes...

Meraviglioso. Mi ha fatto venire in mente un episodio calcistico che risale al 1986. Dopo anni come allenatore della Juve, Trapattoni decise di dire sì all'Inter, ma al primo confronto tra le due squadre a Torino, il Trap sbagliò clamorosamente panchina e andò ad accomodarsi su quella della Juventus. Ripeto, semplicemente meraviglioso. Per tornare ad Hamilton, ci sarebbe voluta la colonna sonora di "Erba di casa mia". E' sempre stato in McLaren, ha iniziato a correre in F1 proprio con loro. E' stato divertentissimo, molto carino.

Beh, ma a quel punto potevano anche cambiargliele le gomme, no?

Sarebbe stata senz'altro una trovata bellissima. A parte tutto, per un attimo abbiamo potuto dire "sono uomini anche questi". Possiamo chiudere con una battuta?

Certo che sì...

Nei tre anni di Mercedes, Michael Schumacher non si è mai sbagliato. Non si è mai fermato al box Ferrari, anche se da quelle parti c'è stato per ben undici anni. Come dire, tutto torna...

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Dario Pelizzari