Turrini: "Alla Ferrari serve un nuovo metodo di lavoro"
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Turrini: "Alla Ferrari serve un nuovo metodo di lavoro"

In Ungheria, vince Hamilton davanti a Raikkonen e Vettel. Ancora guai per la rossa di Maranello, che delude con Alonso (quinto) e Massa (ottavo). L'opinione del noto giornalista sportivo

Lewis "Tornado" Hamilton ha fatto centro. Con un weekend da pantera - veloce, velocissimo e pure di più - ha prima sbaragliato l'agguerrita concorrenza di Vettel nelle qualifiche del sabato, poi ha messo tutti in fila sulla pista dell'Hungaroring, decima tappa del Mondiale e giro di boa della stagione prima del rompete le righe della Formula 1 per le vacanze estive. Su un tracciato rovente a causa di un caldo equatoriale, il britannico della Mercedes ha firmato una vittoria che lo riporta in corsa per il titolo iridato. Titolo che fino a qualche settimana fa pareva un miraggio per via dei continui guai alle gomme posteriori accusati dalla monoposto tedesca. 

Vettel? Pensava di stravincere e si è dovuto accontentare del terzo posto, dietro al solito rompighiaccio in nero della Lotus, quel Kimi Raikkonen che ormai non fa più notizia per bravura e determinazione, ma davanti a Fernando Alonso, che invece continua a fare rumore a causa di una Ferrari che stecca all'ennesima prova d'appello. L'ex pupillo di Flavio Briatore ai tempi della Renault chiude in quinta posizione, passato pure da Mark Webber, che partiva decimo e ha indovinato una strategia di gara che gli ha permesso di lottare fino all'ultimo per il podio. Massa? Non pervenuto. Taglia il traguardo ottavo, senza infamia e senza lode. Utile alla missione Ferrari quanto una stufa in pieno luglio. 

"Il nero muove e vince - spiega a panorama.it Leo Turrini, una delle voci made in Italy più autorevoli in tema di F1 -. Sono un grandissimo estimatore di Hamilton e lo scrivo da anni: se venissero messi sulla stessa macchina e con le stesse gomme lui, Vettel, Raikkonen e Alonso, i quattro piloti più forti di questa generazione, secondo me vincerebbe Lewis. Credo che rispetto agli altri abbia qualcosa in più nel dna. Quello che ha fatto sabato per strappare la pole a Vettel è stato assolutamente straordinario". 

Viene quasi da pensare, con una punta di malizia, che se la Mercedes avesse fatto prima il test di Barcellona con la Pirelli, ora le cose sarebbero diverse in testa al Mondiale.

"Sarei più prudente. Perché tre settimane fa, in Germania, dopo che era già stato detto e scritto tutto sui test di Barcellona, la monoposto tedesca ha avuto un bel po' di problemi con le gomme. E adesso bisogna capire se da qui alla prossima gara riescono ad archiviare definitivamente questo loro limite del surriscaldamento delle posteriori. Se così fosse, sarebbero guai per tutti. La Mercedes è velocissima e lo dimostrano le tante pole che hanno firmato Hamilton e Rosberg". 

Domenicali e Alonso erano ottimisti: "La Ferrari ha fatto un passo in avanti e ora va decisamente meglio rispetto alle ultime gare", la sintesi del loro pensiero al termine delle qualifiche. Poi, la corsa. Tanta difesa, pochi sussulti e la convinzione che la strada continui a essere in salita.

"E' sprofondo rosso. Perché la Ferrari è arrivata alla pausa estiva come quarta forza del Mondiale. Da Europa League, non da Champions. E all'inizio della stagione, la Ferrari aveva la macchina migliore. E' il dato più eclatante e negativo del weekend. In Ungheria, la monoposto di Maranello non è mai stata competitiva. Mercedes, Red Bull e Lotus le erano superiori. E non di poco. In più, se non ci fosse stato lo scontro a inizio gara tra Rosberg e Massa e, più avanti, il passaggio ai box per sanzione di Grosjean, Alonso sarebbe arrivato settimo. Un dato sconfortante, molto sconfortante e preoccupante". 

L'anno scorso, al termine del Gp d'Ungheria, la Ferrari di Alonso aveva un vantaggio di 40 punti su Webber, il suo più diretto inseguitore. Poi, la svolta. Ferrari al palo e Red Bull sempre più in alto. Con Vettel che firma un recupero da brividi e vince il Mondiale in Brasile. Merito anche e soprattutto di un certo Adrian Newey, che ha rivoltato la macchina come un calzino e le ha messo le ali. A Maranello, potrebbe accadere qualcosa di simile da qui alla fine della stagione?

"Alonso l'ha detto anche oggi a fine gara. Se la Ferrari riesce a sistemare la macchina tanto da permettere allo spagnolo di vincere tre-quattro gran premi di fila, i giochi sono riaperti. Il tempo per compiere questa rivoluzione ci sarebbe. Se la Ferrari ha un Newey capace di svoltare la stagione? Ci vorrebbe un'inversione a "U", completa e definitiva. E soprattutto immediata. Perché se Alonso non vince in Belgio e a Monza il suo Mondiale è finito. La mia convinzione è che adesso partirà il tormentone tutto italiano per cambiare tutto e pure di più a Maranello. Diranno che Domenicali andrà sostituito, che si dovrebbe riportare Ross Brawn in Ferrari, che si dovrà trovare un super-progettista della competenza di Newey e via di questo passo. 

"Io la penso diversamente. Non credo affatto che in Formula 1 tutto dipenda da un uomo. E' vero che Newey è un genio ed è il più bravo di tutti. Ma in Ferrari i problemi a mio parere sono altri. In estrema sintesi, per me a Maranello non c'è in questo momento la capacità di ottimizzare le energie disponibili. Serve un metodo di lavoro che evidentemente è andato perduto. Quando Alonso dice che in Ferrari non ha mai avuto la macchina più veloce, be', dice una verità. Cosa dire, sono scettico e poco ottimista. Perché se avesse un solo avversario davanti, potrebbe giocarsela fino in fondo e con un po' di fortuna, non si sa mai. Ma ora ce ne sono tre di scuderie che sono meglio della Ferrari". 

Si dirà, in Ferrari le cose non funzionano come dovrebbero da troppo tempo.

"Si sa come vanno le cose in Italia. Se vince, sei un campione, se arrivi secondo sei molto, molto meno. Cominciamo col dire che la Ferrari si è giocata due Mondiali all'ultima gara. Nel 2010 e nel 2012. Messa giù così, sembra che stiamo parlando di una catastrofe, di gente che non ne azzecca una e che sta deturpando il prestigio nazionale. Non è così. Il 25 novembre scorso, fino a pochi giri dalla fine del gran premio brasiliano, Alonso era campione del mondo. Ripeto, ci sono alcuni problemi che hanno messo la Ferrari in una condizione di disagio. 

"Parlo della decisione di abolire i test nel corso della stagione, che a Maranello facevano spesso e volentieri. Ma anche di un dato di fatto che dovrebbe fare riflettere e non poco ai piani alti della Ferrari. Da qualche tempo, gli sviluppi della monoposto non producono in gara i risultati sperati. Devono quasi sempre scartarli, perché non funzionano mai. Questo disagio io lo leggo come una difficoltà non indifferente di abbinare la teoria alla pratica. A Maranello hanno appena assunto James Allison, un grande aerodinamico che arriva dalla Lotus e che è già stato in Ferrari dal 2000 al 2004 con traguardi importanti. Dalla prossima stagione, potranno contare anche su di lui. Chissà che qualcosa non cambi". 

Vettel ha raccolto in Ungheria un terzo posto che fa classifica ma poco morale. Si aspettava di fare di più.

"E' vero che il tedesco della Red Bull è riuscito ad arrivare davanti ad Alonso e per questo dovrebbe essere felice perché ha aumentato il suo vantaggio in classifica generale. Ma non credo che sia soddisfatto di come sono andate le cose all'Hungaroring. La sua monoposto è arrivata dietro alla Mercedes e alla Lotus e certo non se lo aspettava. Credo che volesse approfittare di questa gara per uccidere il campionato. Per scavare un solco profondo tra sé e gli avversari. Non ci è riuscito, era felice a metà. Anche per come erano andate le cose in qualifica". 

Il fuoriclasse della Red Bull continua a dimostrare una fame di vittorie davvero sorprendente.

"Un pilota ce l'ha sempre quell'istinto da killer. Non fai il pilota se ti passa la voglia di essere più veloce degli altri. E poi, Vettel ha soltanto 25 anni, davanti a sé ha una carriera ancora lunghissima. I primati di Michael Schumacher sono alla sua portata". 

Con l'ennesimo podio della sua carriera, Raikkonen ha superato Alonso al secondo posto della classifica. Che sia lui il vero avversario di Vettel?

"Quello che sta facendo Raikkonen da quando è tornato in F1 è straordinario. Arriva sempre alla fine, spesso sale sul podio. E ha una macchina che non è veloce quanto la Mercedes e la Red Bull. Il mio sogno è che torni alla Ferrari al posto di Massa. Non ha ancora firmato per la Red Bull, potrebbe succedere. Il Mondiale? Difficile, ma non impossibile. Certo, riuscisse a fare meglio nelle qualifiche sarebbe meglio. In ogni caso, la prossima gara è sulle Ardenne e da quelle parti Raikkonen ha vinto un sacco di volte. Vincesse lì, la lotta per il titolo diventerebbe sicuramente intrigante". 

La classifica del Gran premio d'Ungheria 2013:

1. Hamilton, 2. Raikkonen, 3. Vettel, 4. Webber, 5. Alonso, 6. Grosjean, 7. Button, 8. Massa, 9. Perez, 10. Maldonado, 11. Hulkenberg, 12. Vergne, 13. Ricciardo, 14. Van der Garde, 15. Pic, 16. Bianchi, 17. Chilton.

La classifica del Mondiale dopo dieci gare (prime cinque posizioni)

1. Vettel, punti 172; 2. Raikkonen, 134; 3. Alonso, 133; 4. Hamilton, 124; 5. Webber, 105.

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Dario Pelizzari