La prima volta del Trapani a San Siro
Maurizio Lagana/Getty Images
Lifestyle

La prima volta del Trapani a San Siro

... e la seconda di Giuseppe Daidone, 72 anni, che sarà tra i 2.500 tifosi siciliani attesi a Milano per la trasferta di Coppa Italia: "L'altra fu nell'ottobre 1971 per Inter-Borussia"

Trapani-Milano, sola andata. Perché il quarto turno della Coppa Italia prevede uno scontro secco da dentro o fuori. Chi vince passa e va avanti. Chi perde torna casa con la coda tra le gambe, a maledire la sorte e a sperare che un giorno le cose vadano in modo diverso. Questa volta, però, comunque vada, sarà un successo. Sì, perché il Trapani, fresco di promozione nella Serie B, non è mai stato a San Siro. Mai, nemmeno per un'amichevole. Lo sanno bene i tanti, tantissimi tifosi del club siciliano che nelle prossime ore attraverseranno la Penisola per raggiungere la Scala del calcio in occasione della sfida con l'Inter. Dicono che saranno poco meno di 2500, ma già c'è qualcuno che scommette che le previsioni della vigilia saranno superate dall'entusiasmo che sta contagiando tutta Trapani. Tra loro, tra gli appassionati che hanno già deciso di prendere parte alla lunga trasferta che sa già di almanacco, ci sarà anche Giuseppe Daidone, pensionato 72enne che non vede l'ora di tornare sugli spalti del Meazza.

“Sono stato per la prima volta a Milano nell'ottobre del 1971 – racconta Daidone - in occasione della partita di Coppa Campioni tra l'Inter e il Borussia Moenchengladbach. Quella gara finì 4-2 per i neroazzurri, che trovarono il modo di rigiocare la gara di andata in Germania perché una lattina di Coca Cola, lanciata dagli spalti da un tifoso della squadra di casa, aveva colpito la nuca di Bobo Boninsegna. Milano non l'ho vista, in compenso ho seguito la partita. Avevo trent'anni. E per di più, allora come oggi, tifavo Milan per via di quel mago di Rivera. Sa com'è, sono un grande appassionato di calcio”.

Domani, sveglia all'alba. Daidone fa parte di un gruppo di tifosi che hanno deciso di seguire le indicazioni di un tour operator (è l'agenzia Egatour, che segnaliamo per ringraziarli della preziosa collaborazione). Ecco il piano di viaggio. Partenza alle 6,45 da Trapani per Palermo, in autobus. Tre ore più tardi, il volo diretto a Linate. Poi, il trasferimento in un albergo di Milano. In tempo per fare festa in Piazza Duomo con i tanti tifosi dei granata che sono attesi in città per la partita. “Andrò con mio nipote di 23 anni – spiega Daidone -. E' merito suo se da un paio d'anni ho ricominciato a seguire il Trapani allo stadio. Ci teniamo conto l'uno con l'altro. Il bambino che segue il vecchio e viceversa”.

Le ragioni di una trasferta che, almeno sulla carta, parrebbe già segnata? L'emozione per un evento che non ha precedenti. Dice il pensionato trapanese con la passione per il pallone: “Veda, non è per la partita in sé che molti di noi hanno deciso di seguire il Trapani a Milano. La differenza in campo è e sarà molto probabilmente evidente. No, il vero motivo è che siamo presi dalla curiosità di vedere l'effetto che fa seguire la nostra squadra in uno degli stadi più belli d'Europa. Sa com'è, negli ultimi mesi di soddisfazioni ne abbiamo gustate tante. Dalla promozione in Serie B alle ultime tre vittorie in campionato. E ora la partita a Milano contro una delle squadre più forti del calcio italiano. Non potevamo non esserci al debutto del nostro Trapani alla Scala del calcio. E chi se lo sarebbe sognato?”.

Tutto qui? Possibile che i 2500 tifosi della squadra siciliana abbiano deciso di fare tappa a Milano per assistere a una gara senza speranza? “Le dico la verità – sorride Daidone -. “Sabato scorso al Provinciale (ndr, lo stadio del Trapani) parlavamo tutti di questo appuntamento. C'era il Lanciano, ma noi pensavamo già alla trasferta a Milano. Magari domani non sarà un grande spettacolo, perché l'Inter è molto più forte, però non si sa mai. Gira e rigira, il pallone è rotondo. Un tiro improvviso, un contropiede o chissà cos'altro e può succedere l'impensabile. Va bene la curiosità di assistere di persona a un evento unico, ma non andrei fino a San Siro se fossi sicuro che perderemo. Ecco, speriamo di fare una bella figura. Sarebbe già importante così.

Tifoso sì, ultras no. A 72 anni è tutto chiaro.“Niente ultras, io sono un tifoso, punto e basta. Seguo il Trapani dagli anni Sessanta e so bene come è facile superare il confine tra sfottò e violenza. Quando comincio a vedere qualcosa che non torna, io mi faccio da parte. Non ho mai capito chi va allo stadio per menare le mani. Senta, tornando al calcio, posso dirle come chiuderà la stagione il Trapani in Serie B? Ne ho parlato con gli amici prima dell'inizio del campionato. A parer mio, dovremmo salvarci senza troppi problemi. Poi, si vedrà. Sa com'è, il pallone è rotondo”.

Twitter: @dario_pelizzari

I più letti

avatar-icon

Dario Pelizzari