グラツィエ東京 (Grazie Tokyo)
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グラツィエ東京 (Grazie Tokyo)

Perché premiare Madrid in piena crisi sarebbe stato un insulto. E se il Coni pensa solo a Roma per il 2024 meglio lasciar perdere... - Ecco perché i Giochi del 2020 vanno a Tokyo

La notizia che sarà Tokyo a ospitare i Giochi olimpici del 2020 va festeggiata e non solo, come tutti si sono affrettati a sottolineare nelle ore successive all’annuncio del Cio, perché apre la porta a un nuovo tentativo italiano per il 2024. Anzi, paradossalmente quello è l’unico motivo per cui sarebbe meglio riflettere ancora prima di tuffarsi in un’avventura affascinante e costosa.

No. La vittoria di Tokyo per il 2020 va festeggiata perché rimette a posto alcune cose che negli ultimi anni erano sfuggite di mano ai grandi comitati sportivi mondiali. Ecco perché si deve stappare una grande bottiglia di champagne vedendo i giapponesi gioire per la scelta del Cio. Cinque ragioni non necessariamente in ordine di importanza:

LE OLIMPIADI (E NON SOLO) SONO UNA COSA SERIA - Serissima anzi. Basta con l’ipocrisia del fascino delle candidature a basso costo o che guardano a mercati da esplorare  cose simili. Il Cio ha scelto il dossier più solido e che offriva maggiori garanzie sotto il punto di vista degli impianti e della logistica. La lezione dovrebbe essere imparata a memoria da tutti gli altri con Uefa e Fifa in testa. E’ finito il tempo dei grandi eventi assegnati sulla fiducia a Polonia e Ucraina (infrastrutture disastrose per Euro 2012), Brasile (tensioni sociali e squilibri economici), Sochi (diritti umani), Qatar (meteo incompatibile) e via discorrendo…

LA LOTTA AL DOPING E’ UNA COSA SERIA - Ci piace pensare che sulla clamorosa bocciatura di Madrid addirittura al primo turno abbia pesato l’oscena politica spagnola sul doping. Il processo all’Operacion Puerto è stata una farsa in mondovisione e le coperture a livelli altissimi hanno sin qui consentito alla Spagna di restare indenne da quasi tutte le bufere che hanno investito lo sport mondiale. Sarebbe stato davvero troppo andare a Madrid a celebrare un modello pieno di inaccettabili zone d’ombra.

ATENE 2004 NON PUO’ ESSERE DIMENTICATA - Se avesse vinto Madrid, poi, i Giochi sarebbero finiti in un Paese attraversato oggi da una crisi economica spaventosa, con 5 milioni di disoccupati e un tasso di senza lavoro tra i giovani del 55,9%. In questo contesto sarebbe stato un insulto all’intelligenza affidare i Giochi a Madrid e il Cio ha considerato alla stregua di propaganda il messaggio che proprio grazie alle Olimpiadi l’economia spagnola si sarebbe rimessa in movimento. La Grecia si è rovinata inseguendo il sogno di Olimpia. Almeno la Spagna percorra strade diverse…

GRAZIE MARIO MONTI - Quando l’allora inquilino di Palazzo Chigi decise si ritirare l’appoggio alla candidatura di Roma 2020 sottolineando che il Paese non poteva permettersi la corsa ai Giochi fu seppellito di critiche. Le più gentili lo descrissero come un uomo incapace di sognare. Riletta oggi la sua scelta fu la più lungimirante possibile. L’Italia sarebbe stata bocciata dal Cio senza pietà, esattamente come è accaduto alla Spagna. Monti ci ha solo risparmiato l’ennesima umiliazione internazionale.

ITALIA SI’, ITALIA NO… - Ovviamente il successo di Tokyo apre le porte a un nuovo tentativo per il 2024. E’ il gioco delle alternanze tra continenti e il presidente Malagò ci si è infilato a piedi uniti. Sogna la riproposizione del dossier di Roma ma dimentica di essere presidente del Coni e non del Cor (Comitato Olimpico Romano). Dove sta scritto che l’Italia è solo Roma? Le sue parole a caldo a Buenos Aires sono inaccettabili: “Conoscete le mie idee e i miei sogni. Ne riparleremo al mio ritorno in Italia, ovviamente a partire dal governo e dal sindaco Marino”.

La candidatura all’Olimpiade non è una questione interna al Grande Raccordo Anulare e non solo per gli indecenti precedenti in tema di sprechi e altro. Se questo è il punto di partenza meglio lasciar stare, a meno che non si voglia certificare che il conflitto di interessi del Coni (proprietario dello Stadio Olimpico e con il cuore a Roma) è tale da non consentire altri progetti. Ma in quel caso sarebbe utile che Roma facesse con i fondi extra che già i contribuenti italiani le riconoscono in quando Città Capitale.

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Giovanni Capuano