'Io, ieri allo stadio. Da solo' - ESCLUSIVO
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'Io, ieri allo stadio. Da solo' - ESCLUSIVO

La strana partita di Arrigo Brovedani, unico tifoso dell'Udinese ieri a Marassi

Solo. Per tutta la partita. Nel settore ospiti del Marassi di Genova non c'era nessun altro con lui a tifare Udinese. Una voce contro ventimila. Eppure tanto forte da ritagliarsi uno spazio tutto suo sulla stampa sportiva di stamane. Soprattutto, l'unico ad esultare alla fine.

Sì, perché a quella voce è stata dato un volto per mezzo di una foto che ha incuriosito tutti gli appassionati di calcio della penisola e non solo. Lui, "l'ultras" in questione, si chiama Arrigo Brovedani e vive ad Arco del Libeccio, a due passi da Lignano Sabbiadoro, pieno Friuli. Tifa Udinese e gira l'Italia per vendere il vino della sua regione. Ieri era a Genova, ma vi potrebbe capitare di vederlo un po' ovunque.  

"Sono in giro per l'Italia per ragioni di lavoro. Mi hanno chiamato per dirmi che sono finito sui giornali, ma non ho visto ancora nulla. Se so di essere diventato popolare? Beh, a questo punto credo proprio di sì.  - spiega Brovedani -. Mi ha chiamato addirittura La7 per chiedermi di andare a Milano in trasmissione, ma io ho risposto con un 'no, grazie', perché non mi fa piacere farmi vedere. Sa, faccio un lavoro abbastanza seriotto, io. Potrebbero pensare che invece di lavorare vado a vedere le partite e non è così. E infatti ero a Genova per lavoro...".

Da qui l'idea di seguire l'Udinese alle prese con la Sampdoria...

Guardi, di trasferte a Marassi ne ho fatte veramente tante. E quando eravamo in tanti a tifare Udinese, non superavamo le 50 persone. Avevo capito che il lunedì ci sarebbe stato qualche problema, ma ero convinto che almeno fossimo in 5-6. Quando mi sono presentato allo stadio, alcuni collaboratori dello staff della Sampdoria mi hanno proposto di seguire la partita della tribuna, ma io declinato l'invito, volevo esporre il mio vessillo, altro che storie. E allora sono andato nel settore ospiti, come previsto. Da solo. Ma loro sono stati gentilissimi...

Parla del personale dello stadio?

Certo che sì. Mi hanno offerto il caffè, da mangiare, mi hanno regalato pure la maglia della Samp e poi i tifosi blucerchiati mi hanno applaudito. Davvero, è stato molto piacevole. E chiaramente inaspettato. Anche se, se proprio devo dirla tutta, il massimo sarebbe stato se i giocatori dell'Udinese fossero venuti dalle mie parti a fine partita.

Chissà quanti messaggi avrà ricevuto da parte di amici e famigliari...

Sì, qualcuno sì, ma settembre per me è uno 'stramese' per ragioni di lavoro e ho la testa solo su quello. Mi sembra strano tutto questo clamore, non mi piace stare al centro dell'attenzione e non sono un esibizionista. Quello che ho fatto per l'Udinese l'avrei fatto per qualsiasi altro atleta della mia regione...

Cosa intende?

Hockey, basket, sci di fondo o calcio, per me è lo stesso. Ho un grandissimo senso di appartenenza per la regione, la mia terra. Dove c'è il Friuli, io ci sono. Faccio una propaganda continua per la mia regione. In giro per l'Italia siamo poco conosciuti. Spesso ci chiedono dove si trovi Udine, diciamo pure che siamo un popolo un po' sfigato, ecco. Per questo, vedere il settore ospiti completamente vuoto, a me dava fastidio. Ed è per questo che sono voluto andare comunque a sedermi sulla mia poltroncina. Anche se, ripeto, il mio biglietto era numerato 7, ero convinto e pure di più di vedere qualche altra persona. Certo che a volte i giornali non sanno proprio di cosa parlare...

Crede che quanto è successo non meritasse uno spazio sui giornali?

Mi sembra di ricordare che c'è un tifoso del Castel di Sangro che di trasferte da solo ne ha fatte a iosa. E chissà quanti come lui vanno in giro per l'Italia senza essere accompagnati da nessun altro. Ok, sarà che l'Udinese è in Serie A, sarà che si trattava di un posticipo o più semplicemente che bisognava scrivere qualcosa. Allora sono stato fortunato perché non c'era altro di meglio da dire sulla partita...

Si aspetta qualche riconoscimento da parte dell'Udinese?

Non mi interessa assolutamente, mi creda. Ripeto, nulla. Mi hanno chiamato per andare allo stadio nel prossimo fine settimana, ma io ho risposto di no. Perché non voglio andare a fare il pagliaccio. Quello che ho fatto è stato un piacere che non prevedeva alcuna ricompensa. Giocava una squadra della mia regione e io dovevo essere lì per sostenerla e farle la giusta pubblicità. Vado in giro per l'Italia a vendere un prodotto friulano, conviene pure a me.

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Dario Pelizzari