Superbike: Bayliss torna a 46 anni. Batterà Biaggi?
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Superbike: Bayliss torna a 46 anni. Batterà Biaggi?

Il pilota australiano sostituirà Giugliano alla Ducati. Se vincerà una gara, supererà il primato del collega romano. Nella MotoGp, ha fatto meglio di Rossi

Il suo nome è leggenda. Tre titoli mondiali (2001, 2006 e 2008) e 52 vittorie in 152 gare disputate nella Superbike, un trionfo tutto da ricordare (Valencia, 29 ottobre 2006, buona la prima nell'ultimo appuntamento della stagione) nelle 42 corse griffate MotoGp, ma anche e soprattutto un numero imprecisato di piccole e grandi soddisfazioni raccolte in giro per il mondo al volante (o al manubrio) di mezzi a motore a due o quattro ruote. Perché la passione per lui viene prima di tutto. Anche del portafogli, pure se va detto che – questione di numeri - difficilmente gli mancherà il denaro per andare a fare la spesa nei prossimi 15-20 anni. Dici Troy Bayliss e ti si apre un mondo. Conosciuto e pure di più dagli appassionati delle due ruote, che lo venerano come uno dei più grandi assi della pista degli ultimi vent'anni. Già, ma la notizia? E' presto detta. Dopo un corteggiamento che dura ormai da qualche stagione, il vecchio Troy, 46 anni da compiere il 30 marzo, è riuscito a incassare il sì che gli permetterà di tornare a fare sul serio in una gara ufficiale del campionato Superbike.

Bayliss chiama, Ducati risponde
Proprio così. La Ducati, suo vecchio grande amore, compagna quasi inseparabile di moltissime sue avventure in sella a una moto (in Suzuki e Honda è stato un mordi e fuggi), ha deciso infatti di affidare a Bayliss la Panigale che avrebbe dovuto domare prima Davide Giugliano, fuori dai giochi a causa del grave infortunio di cui è stato vittima lunedì scorso sul circuito di Phillip Island (tre mesi di stop), quindi Michele Pirro, collaudatore Ducati per la MotoGp e quindi impegnato la prossima settimana a Sepang per l'ultimo giro di giostra prima del via del campionato. Insomma, fuori Giugliano e indisponibile Pirro, ecco che spunta, meglio, rispunta, la candidatura diventata ormai impegno a tutti gli effetti del leone australiano. Che, tabellini alla mano, non corre però una gara vera dal 2008, ovvero da quando si congedò dalla Superbike con la doppietta portoghese di Portimao, che mise agli atti una stagione (e una carriera) semplicemente meravigliosa. E allora, ecco la domanda che sta appassionando il popolo dei social network da ieri sera: ce la farà il vecchio Troy a superare la prova della pista di Losail, prima tappa del campionato 2015? Il cuore dice di sì, la testa aspetta... e spera.

Biaggi ci riprova?
Prestissimo dirà la sua in merito anche Max Biaggi, confermato da Mediaset al commento tecnico del campionato Superbike. A meno di sorprese tutte da interpretare, saranno più i sorrisi dei mugugni. Sì, perché il due volte campione del mondo della categoria, oggi collaudatore Aprilia, potrebbe decidere anch'egli di riprovare l'ebrezza di una gara a distanza di tre anni dalla sua ultima apparizione sulla scena delle derivate di serie. “Non lo escludo – ha detto super Max alle prese con la presentazione del palinsesto Mediaset – i prossimi mesi porteranno consiglio”. I conti tornano. Se lo fa Bayliss, che di primavere ne ha 46, perché non dovrebbe provarci il pilota romano, che a giugno toccherà quota 44? Comunque vada, per Biaggi sarà un successo. Nella Superbike, nessuno è infatti ancora riuscito a fare meglio di lui nella speciale classifica che mette in fila i piloti più “anziani” capaci di aggiudicarsi un gran premio. Biaggi primo a 41 anni, 2 mesi e 14 giorni (Nürburgring 2012). Davanti a Pierfrancesco Chili (39 anni, 9 mesi e 29 giorni), Carlos Checa (39 anni, 7 mesi e 13 giorni), e lo stesso Troy Bayliss, che ha detto arrivederci alle gare dopo aver conquistato il gradino più alto del podio a 39 anni, 6 mesi e 5 giorni. Un campione tira l'altro.

"Vecchio" è bello, anche nel motomondiale
Altra storia nel motomondiale, dove il più vecchio vincitore di una gara ufficiale è stato il britannico Arthur Wheeler, che il 14 ottobre del 1962, in sella a una Moto Guzzi, sbaragliò la concorrenza dell'italiano Umberto Masetti su Morini. Aveva 46 anni e 70 giorni. Lotta di classe targata 250. Dopo di lui, in ordine di calendario, un altro pilota al servizio di Sua maestà la Regina, tal Fergus Anderson, che si tolse la soddisfazione di sbarrare la strada ai giovanissimi sia nella 350 (45 anni e 236 giorni) sia nella 500 (44 anni e 237 giorni). Quando si dice, il talento non ha età. E il discorso vale necessariamente anche per un altro allegro quarantenne, Leslie Graham, inglese della contea del Merseyside, che tagliò al primo posto il traguardo del prestigioso Tourist Trophy l'otto giugno del 1953 a uno sbuffo dai 42 (per la precisione, 41 anni e 268 giorni). Giacomo Agostini? Nostro signore del motociclismo ha un primato che rimarrà per sempre nella sua stanza dei trofei. Il 25 settembre del 1977, il cavaliere del “Settebello” (la moto che acquistò di tasca sua per iniziare a gareggiare) infiammò il circuito di Hockenheim con una prova da urlo che gli consentì di fare suo il gran premio conclusivo della stagione della Formula 750, competizione nata e morta negli anni Settanta. La sua carta d'identità diceva 35 anni e 101 giorni, un ragazzino.

Quella volta a Valencia...
Bayliss andata e ritorno, un cerchio che si chiude. Troy il magnifico ha fatto scuola anche nella MotoGp. Era il 29 ottobre del 2006 e a Valencia si correva l'ultima gara del campionato. Per la terza volta in carriera, al pilota australiano, che aveva chiuso con la classe regina nell'agosto dell'anno precedente, gli venne chiesto di sostituire un pilota infortunato. Sete Gibernau era caduto male in Portogallo e la Ducati aveva bisogno di sostituirlo. Detto, fatto. “C'è Troy”, dissero a Borgo Panigale, “siamo in una botte di ferro con le ruote”. Avevano ragione. A Valencia, Bayliss infila il secondo posto nelle qualifiche e poi suona la carica in gara, salutando prima Loris Capirossi, poi Nicky Hayden, che in quella occasione celebrò il suo primo titolo mondiale. A Bayliss era bastato un weekend per dare il benservito a tutti su una moto cui non era solito dare del tu e che montava gomme Bridgestone, mai provate prima. L'età? Trentasette anni e 213 giorni. Poco meno di un paio di primavere in più rispetto al Valentino Rossi che quest'anno ha promesso di fare passare domeniche un po' meno gloriose a Marc Marquez, il nuovo che avanza e che non fa sconti a nessuno. Eppure, il Dottore l'ha promesso. “Voglio diventare il pilota più vecchio a vincere una gara di MotoGp”, ha detto qualche settimana fa sui titoli di apertura della nuova stagione. E mai come quest'anno pare che ci siano i presupposti affinché la speranza torni per lui a camminare con il sorriso sulle labbra.

Phil Cole/Getty Images
Superbike, 6 agosto 2000: il Gran premio del Regno Unito sulla pista di Brands Hatch

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Dario Pelizzari