Sport & business, le novità della settimana

Sport & business, le novità della settimana

Calcio/1. Non decolla il mercato dei naming rights. Voce essenziale per assicurare la sostenibilità economica degli stadi di nuova costruzione, la sponsorizzazione degli impianti ancora non convince le multinazionali. A dirlo è uno studio appena pubblicato dalla londinese Sponsorship Academy …Leggi tutto

Calcio/1. Non decolla il mercato dei naming rights. Voce essenziale per assicurare la sostenibilità economica degli stadi di nuova costruzione, la sponsorizzazione degli impianti ancora non convince le multinazionali. A dirlo è uno studio appena pubblicato dalla londinese Sponsorship Academy e ripreso dal sito Football Economy, dove si stila l’elenco delle ingombranti assenze: Visa, McDonald’s, Coca-Cola, Hyundai, MasterCard, Samsung, Adidas e Sony non hanno ancora legato il loro brand a nessuno stadio, nonostante le trattative avviate a più riprese con diverse squadre di primo piano. Secondo il report i campionati europei, i primi avamposti calcistici ad adottare uno schema finora appannaggio delle leghe statunitensi di football e baseball, stanno ora subendo il ritorno di Paesi più attrattivi, come il Brasile e la Russia. A farne le spese, per adesso, sono club come Manchester United e West Ham, tuttora in cerca di un marchio partner per i loro impianti. Ma anche la Juventus, in Italia, non ha ancora trovato un accordo soddisfacente. Sembra prossimo alla firma con il Liverpool, invece, Ooredoo, ex Qatar Telecom, che potrebbe legare il suo nome a quello del mitico Anfield Road per i prossimi cinque anni.

Calcio/2. Prime schiarite sul nuovo contratto collettivo deigiocatori professionisti. La riunione di oggi dell’assemblea generale dell’Associazione italiana calciatori ha iniziato a discutere i punti di confronto con la Lega, che verranno esaminati subito dopo il termine della stagione. Obiettivo: evitare nuove frizioni in piena estate con le società, come successo negli ultimi due anni. All’ordine del giorno anche la norma sul salary cap (il tetto di 300 mila euro netti agli ingaggi per i contratti di nuova stipula appena approvato dai club di serie B) e la riforma dei campionati di LegaPro: due operazioni che rischiano, secondo i rappresentanti dei giocatori, di ridurre il bacino professionistico soprattutto ai livelli più bassi.

Il neoministro dello Sport Josefa Idem (credits: Alessandro Di Meo/Ansa)

Governo. Gianni Letta, zio del neopremier Enrico, è uno dei sostenitori di vecchia data di Giovanni Malagò. Ma il nuovo esecutivo ha un legame ancor più diretto con il presidente del Coni: Josefa Idem, appena nominata ministro dello Sport (oltre che delle Pari opportunità e della Gioventù) faceva parte della squadra elettorale di Giovannino. Ora ne è divenuta, di fatto, il controllore politico. Non male, soprattutto se si considera che a giugno toccherà proprio a lei, insieme al titolare dell’Economia Fabrizio Saccomanni, fissare la quota di contributi pubblici destinati alle federazioni sportive. Sempre Saccomani dovrà indicare, tra poco più di una settimana, due dei cinque componenti del consiglio di amministrazione della Coni Servizi spa. Intanto il mondo del calcio attende di sapere quale sarà la posizione dei due in merito alla tanto attesalegge sui nuovi stadi, da oltre due anni in giacenza a Montecitorio.

Ippica. I pagamenti dovuti ripartiranno a breve, appena arriverà la firma da parte del ministro dell’Economia, e della registrazione da parte degli organi di controllo, del decreto interministeriale sulle modalità di pagamento dei premi ippici, firmato dal ministro Mario Catania lo scorso 25 marzo. Come riporta l’agenzia specializzata Agipronews, è la garanzia che il Mipaaf ha dato alla delegazione dell’Unione Italiana Fantini che tre giorni fa è stata ricevuta al ministero. Nel corso dell’incontro si è parlato, appunto, dei mancati pagamenti e del momento di crisi della categoria, di cui questa rubrica si è già occupata. Per coprire i debiti pregressi è stata anche chiesta l’iscrizione in bilancio di altri 9,4 milioni di euro che si uniranno ai 30 milioni già stanziati nel 2012. Ma per quest’ultima operazione servirà ancora qualche giorno, visto che la firma toccherà al nuovo ministro Nunzia Di Girolamo.

Formula1. Cinque milioni di sterline (circa 6,9 milioni di euro) di rosso accumulato, nonostante la buona stagione sportiva e i ricavi in crescita. È questo il risultato d’esercizio 2012 di Williams Motors Holding, la capogruppo che controlla l’omonima scuderia automobilistica. L’ennesimo segnale che il circo dell’alta velocità a quattro ruote è sempre meno redditizio.

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