Sparta Prague vs Inter Milan
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Inter, altra figuraccia in Europa League. De Boer, così non va

Nerazzurri travolti dallo Sparta Praga (3-1) e adesso la qualificazione è in bilico. Errori delle seconde linee e pessimo atteggiamento

Prima l'Hapoel e adesso lo Sparta Praga. Le figuracce in Europa per l'Inter non finiscono mai, ma la sconfitta di Praga, molto più larga nel gioco di quanto non lo sia stata nel punteggio, mette a rischio addirittura la qualificazione alla seconda fase ed espone De Boer e la squadra a un processo durissimo. E' stata un'umiliazione. Lo Sparta è più forte dei volonterosi israeliani passati a San Siro al debutto, ma aver sbagliato nuovamente approccio mentale regalando il primo tempo è una macchia incancellabile.

Errori in difesa, gol regalati, centrocampo molle come il burro e fase offensiva che si accesa solo con l'ingresso di Icardi. Troppo poco per uscire senza ossa rotte e con uno zero nella classifica del girone che costringe d'ora in poi i nerazzurri a vivere tutte le partite come se fossero finali. Non è la situazione migliore per una competizione che disperde tonnellate di energie e che sarebbe più saggio affrontare senza assilli.

Bocciate le seconde linee: nessuno è pronto

Come contro l'Hapoel Beer-Sheva, anche a Praga le riserve messe in campo da De Boer hanno fallito l'esame. Disastroso Felipe Melo, male Ranocchia, impalpabili Eder e Palacio. Dopo il tracollo di San Siro il tecnico olandese aveva lanciato un segnale chiaro punendo Brozovic ed escludendolo dalla rosa. Seguendo lo stesso metro, ora dovrebbe farli fuori tutti o quasi, salvano il portiere e i giovani che hanno tentato di tenere su la baracca.

Non potrà essere così. Anzi, si conferma come prioritario il recupero alla causa di chi oggi è ai margini a partire da Brozovic e Kondogbia. Non può esistere una rosa spaccata in due come l'Inter di oggi, con 13-14 titolari e gli altri che non danno alcuna garanzia. Non capita da nessuna parta e De Boer è responsabile che non succeda nemmeno all'Inter.

Le colpe della squadra e quelle di De Boer

A fine gara De Boer ha stigmatizzato errori e mancato approccio alla partita. Analisi semplice da fare, ora però serve la cura perchè è impensabile che nei due primi tempi in Europa League l'Inter non abbia mai calciato in porta. A chi compete la preparazione psicologica oltre che tattica di una partita? Chi deve assicurarsi che la squadra sia pronta di testa oltre che di gambe? L'alibi della preparazione fisica non regge più.

Senza Joao Mario - che peraltro in Europa League non può giocare e basta perché escluso dalla lista per le note vicende del fair play finanziario -, il progetto appare in netto ritardo. La considerazione, però, va completata e non può non essere sottolineato come a Praga ci fossero in campo all'inizio 6 titolari della sfida contro la Juventus che ha rappresentato l'apice di questo inizio stagione (Handanovic, D'Ambrosio, Murillo, Banega, Eder e Candreva). E altri come Perisic, Icardi, Felipe Melo e Miangue avevano partecipato alla festa con i bianconeri. Dunque? Spalle al muro, tutti sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità. A partire dal tecnico che ha perso la terza delle prime 8 partite ufficiali.

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Giovanni Capuano