Sochi 2014: le pagelle
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Sochi 2014: le pagelle

Da 10 a 1. Il meglio ed il peggio delle Olimpiadi invernali appena concluse

Le Olimpiadi di Sochi sono finite ed è ora dei bilanci. Queste le nostre (modestissime) pagelle

10: SORRISI

Per noi abituati a calciatori musoni, allenatori piagnoni, o a piloti inavvicinabili che sembrano più attori che ragazzi, vedere per due settimane delle persone che sorridono fa davvero bene al cuore. E non stiamo parlando solo dei vincitori. Abbiamo visto esultare decine e decine di atleti, che il podio non l'hannoo visto nemmeno con il binocolo ma felici solo per esserci stati ed averci provato. Abbiamo visto sconfitti complimentarsi davvero con chi era stato più bravo di loro. Abbiamo visto una sorella stringersi all'altra dopo aver condiviso un podio. Ecco la forza delle Olimpiadi e forse, proprio dello sport, anche se troppo spesso ce ne dimentichiamo.

9: BJOERNDALEN

Signori, giù il cappello davanti al più grande di sempre. Ole Einar Bjoerndalen, 40 anni e non sentirli ha conquistato a Sochi le medaglie olimpiche numero 12 e 13 superando così il fondista svedese Daehlie e diventando l'atleta più vincente di sempre ai giochi invernali. Tanto per essere chiari le sue 13 medaglie corrispondono al totale di quelle conquistate dall'Italia nelle ultime due edizioni, con molti meno ori però rispetto al re del biathlon.

8: FONTANA-KOSTNER-ZOEGGLER-INNERHOFER

Il bello dell'Italia. Dalla pattinatrice valtellinese che da sola si è presa tre medaglie, alla prova di Carolina Kostner bella e brava come non mai e capace di zittire chi, dopo i flop del passato, le aveva dato della perdente. Dall'argento storico in discesa ed il bronzo che non ti aspetti in combinata di Innerhofer, all'ultima prodezza dell'intramontabile Armin. La faccia bella dell'Italia sono loro. 4 gemme che però non hanno coperto il resto, anzi, il fallimento di un'intera spedizione (e che troverete al voto 3

7: CERIMONIE

Raccontare un paese attraverso due spettacoli non è semplice. Però sia in quella di apertura che in quella di chiusura ci siamo emozionati. Musica classica, cultura, il circo, anche quel cerchio che non si è aperto a dovere. Bello

6: TV

Il voto è la media tra quanto fatto da Sky (10) che ha dimostrato come non servano carrozzoni per raccontare bene lo sport. Pochi inviati sul posto (4 giornalisti), molto studio arricchito però dalla grande competenza dei tecnici e dei commentatori (su tutti Massimiliano Ambesi; com'è che in Rai uno così non ci sia???). Tecnologia, alta definizione, repliche, pre e post gara. Bravi. Il problema è che però la gente comune si è dovuta affidare a Cielo, il canale Sky del digitale terrestre. E la Rai (voto 2), dov'era? Se non è servizio pubblico raccontare un'olimpiade a chi paga il canone allora non sappiamo più cosa sia servizio pubblico...

5: SOCHI

La località ha mostrato tutti i limiti che si temevano alla vigilia. Soprattutto il caldo, non anomalo dato che in fondo stiamo parlando di una città di mare... Così abbiamo visto gare condizionate dalla neve molle, fondisti in pantaloncini e canottiera, spettatori a petto nudo. Aggiungiamo i guai alle strutture del villaggio con tanto di diffusione twitter #Sochiproblems che hanno spopolato...

4: GIUDICI

Anche questa olimpiade ha avuto la sua vergogna. Nella gara del bronzo della Kostner infatti tutto il mondo ha assistito al furto dell'oro sottratto dalla coreana Kim e "regalato" alla padrona di casa Sotnikova. Certo, un occhio di riguardo al paese di casa è sempre esistito, ma raramente abbiamo assistito ad una cosa così sfacciata...

3: ITALIA

E' stato un disastro o un fallimento, decidete voi. E forse, per cambiare le cose ci saremmo aspettati un po' di onestà intellettuale dal neo presidente del Coni, Malagò per il quale il solo fatto di aver superato il numero di medaglie di Vancouver (5, in tutto, altro fallimento) è già un bel risultato. Peccato che il numero 1 dello sport italiano non conti che:

- non abbiamo preso un oro che sia uno

- abbiamo soprattutto fallito negli sport che davvero contano, cioè sci e sci di fondo. E non si è trattato di semplice sfortuna, l'andazzo infatti va avanti da tutta la stagione e forse anche da quella passata. Carenze tecniche, mancanza di programmazione, problemi interni (alcuni atleti infatti hanno raccontato di dissidi con i tecnici...) di tutto, di più. 

- abbiamo evidenziato grossi limiti caratteriali: Fanchini, Gross, Simoncelli, terzi dopo la prima manche hanno perso il treno del podio in maniere troppo simili l'una all'altra per non parlare di un malessere comune

Abbiamo davanti 4 anni per creare nuovi Zoeggler e nuove Kostner, ma soprattutto per far crescere nel complesso un movimento che si è fermato alle Olimpiadi di Torino del 2006 (nel fondo maschile abbiamo dominato, poche storie). Prima si parte, meglio è.

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Andrea Soglio