L'Europa del calcio ai piedi della Spagna: ecco come la Liga domina
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L'Europa del calcio ai piedi della Spagna: ecco come la Liga domina

Il Liverpool in Europa League nega il poker: finale contro il Siviglia. Dal 2011 21 semifinaliste su 48 dal torneo che sta esplodendo dopo la crisi

Liverpool contro Siviglia (terza volta di fila): la sfida che assegnerà l'Europa League a Basilea è tra i Reds ed Emery. Comunque vada sarà un successo. Perché non è stato raggiunto il record di portare quattro squadre nelle due finali di Champions ed Europa League, ma la stagione europea parlerà comunque spagnolo. Mai nessuno aveva vissuto un derby per la coppa più importante e tanto meno due volte a distanza di due anni. Mai nessuno aveva dato la sensazione di dominare così il calcio continentale. Non solo con le grandissime, come Barcellona e Real Madrid, ma anche con le seconde e terze linee.

A Milano il 28 maggio, comunque vada, una spagnola vincerà la Champions e sarà la terza volta consecutiva per chi viene dalla Liga: Real Madrid a Lisbona, Barcellona a Berlino e una delle madrilene al cielo di San Siro. Dal 2014 vincono solo loro: Champions League, Europa League e Supercoppa Europea. Trionfo su tutta la linea che completa il periodo d'oro della nazionale di Del Bosque che in Francia dovrà difendere il doppio titolo continentale e in mezzo ha conquistato anche il Mondiale. Certo, poi c'è stata la delusione di Brasile 2014, ma il ciclo non è ancora terminato. Dal 2011 a oggi 21 volte su 48 la semifinale ha parlato spagnolo.

Spagna inarrivabile nel ranking Uefa: 24 punti sulla Germania

Un dominio simile si esprime in un numero facile da memorizzare: 25. Tanti sono i punti di vantaggio nel ranking Uefa rispetto alla Germania, seconda classificata. La Spagna comanda con 105.142 punti e chiuderà in testa senza alcun dubbio questa e le prossime stagioni. La Germania segue a quota 80.177 e l'Inghilterra, che fino a pochi anni fa duellava per il primo posto è distante così tanto da essere stata risucchiata nella lotta per restare sul podio: 76.284.

In ben quattro delle ultime cinque stagioni gli spagnoli hanno superato la fatidica soglia dei 20 punti raccolti che rappresentano una cifra altissima, se si considera che nessun altro c'è mai riuscito nemmeno una volta. E lo hanno fatto grazie ai successi delle due corazzate uniti ai trionfi degli altri, quelli che in casa propria sono rimasti schiacciati dalla superiorità di Real e Barca che hanno conquistato insieme 10 degli ultimi 11 scudetti (7 Barcellona e 3 Real Madrid) con l'unica intromissione dell'Atletico Madrid del Cholo Simeone nella stagione 2013-2014.

La rinascita dopo la crisi economica

L'equilibrio interno non è, dunque, prerogativa degli spagnoli ma non per questo c'è un limite alla competitività internazionale. La Liga, però, è un torneo che si sta arricchendo sempre più e questo ha allargato la torta dei ricavi a disposizione di tutti, non solo delle due case reali. Nel 2014-2015 la prima divisione ha fatturato 2,42 miliardi di euro con un utile di 183 milioni. I numeri possono annoiare, ma raccontano una progressione irresistibile di un campionato che solo quattro anni fa ricava da diritti tv e altre voci non più di 518 milioni: un quarto di quello che vale adesso.

E mentre all'inizio degli anni Duemila la crisi mordeva, arrivando poi a una lunga serie di società costrette a ricorrere alla Ley Concorsual per ridurre gli effetti del crac, oggi il sistema comincia faticosamente a cercare un equilibrio. Lontano dalle ricchezze della Premier League, ma anche dalle follie della serie A che continua a bruciare circa un milione di euro al giorno e non riesce a invertire la tendenza.

Diritti tv: la rivoluzione in arrivo

Il paradosso è che il dominio della Spagna nasce da un modello economico tutt'altro che virtuoso. Ci lamentiamo per come vengono spartiti i diritti tv in Italia? Ecco cosa accade nella Liga dove, fino a ieri, ognuno faceva per conto suo col risultato che Real Madrid (21,3%) e Barcellona (21,2%) da sole si mangiavano oltre il 40% della torta televisiva che rappresenta la maggior fonte di sostentamento.

La forbice tra la più ricca e l'ultima (10,7 a uno) era nettamente superiore a quella della serie A, compressa dalla legge Melandri in 4,7 a uno. Un sistema contestato per anni dalle medio piccole e che ha prodotto una vera rivoluzione pronta a entrare in vigore. Vendita e valorizzazione collettiva, 50% in parti uguali e il resto all'italiana, cioé secondo i risultati sportivi delle ultime cinque stagioni (25%), il numero di tifosi (17%) e i ricavi da stadio recenti (8%).

Un intreccio che dovrebbe togliere risorse a Barcellona e Real Madrid e spalmarle sulle altre, ma la scommessa è che tutto insieme il prodotto cresca e produca ricchezza sul modello inglese. Sarà possibile? Le grandi hanno messo paletti per evitare la beffa di un impoverimento complessivo e il risultato si vedrà solo tra qualche anno.

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Giovanni Capuano