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Serie A, l'ora dei nuovi. Quanti debutti dopo la sosta

Da Godin a Ribery (prima da titolare?), ecco l'esercito di colpi dell'estate che si affaccia sul campionato. Con un mese di ritardo

Inseguiti e coccolati per un'estate, presentati alla gente con le stimmate dei campioni, considerati decisivi per alzare il tasso tecnico delle squadre e fin qui... relegati in panchina. O giù di lì, un po' per infortuni e molto perché gli allenatori italiani sono prudenti e prima di lanciare in campo i nuovi acquisti preferiscono andare sul sicuro.

Le due giornate prima della sosta nazionali sono stati quasi un paradosso da questo punto di vista. Giampaolo ha usato lo stesso Milan di Gattuso, cambiando disposizione, inserendo qualcosina solo per necessità. Lo stesso ha fatto Sarri per mano di Martusciello: formazione allegriana (con l'aggiunta di Higuain) al debutto a Parma e poi solo i ko di Chiellini e De Sciglio hanno aperto le porte a De Ligt e Danilo.

Tutti molto attenti e misurati, quasi come l'inserimento di un giocatore dentro la scacchiera tattica andasse trattato alla stregua dell'aggiunta di un componente chimico potenzialmente esplosivo in una miscela collaudata.

La domenica dei debutti

Ora, però, non è più tempo di prudenze. Anche perché chi ha investito decine, centinaia, di milioni di euro sul mercato attende legittimamente di vedere il suo sforzo coronato da qualche risultato. Sarà così? Non sempre e ovunque, perché la giornata di ripresa del campionato dopo la pausa per le qualificazioni europee certamente portrà in campo molti volti nuovi, ma allo stesso tempo confermerà che gli equilibri vengono prima di tutto.

Sarri, per lui prima in panchina con la Juventus, confermerà certamente Danilo e De Ligt ormai battezzati con il Napoli, darà la prima convocazione all'ex convalescente Ramsey e magari scegliere Rabiot (mai titolare e 27' in campo fin qui) al posto di Matuidi. Dall'altra parte Montella sarà alle prese con il dilemma Ribery: dentro subito o part time come finora nei 30 minuti giocati?

Conte punta a presentare per la prima volta il muro difensivo con Godin insieme alla coppia De Vrij-Skriniar, una delle attrazioni nerazzurre fin qui mancate. E poi Alexis Sanchez, alla prima in alternanza con lo scatenato Lautaro, e Barella (mai titolare) pensando anche alla Champions League che è un'altra chiave di lettura per tutte le big: inizia la stagione degli impegni ravvicinati e le rose extralarge (nel caso della Juve fin troppo) sono state create apposta per gestire il turn over.

lozano napoliANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Il fattore infortuni

A pesare sono anche gli infortuni. Quelli di Perotti e Under, ad esempio, accelerano il processo di integrazione dell'armeno Mkhitaryan preso dalla Roma nell'ultima giornata di mercato e visto in buone condizioni contro la nazionale di Mancini. Più difficile immaginare una maglia da titolare per Smalling.

Il ko prolungato di Milik aiuta Lozano che, a dir la verità, una mano se l'è data anche da solo nel debutto andando a segno allo Stadium contro la Juventus. Ancelotti potrebbe proporlo per la prima volta davanti in coppia con Mertens lasciando ancora tempo a Llorente, appena sbarcato sotto il Vesuvio.

Il Milan, invece, continuerà a essere all'antica. Di sicuro c'è il solito Bennacer, anche per mancanza di Biglia fermo in infermeria. Gli altri, a partire da Rebic, paiono in ritardo nelle gerarchie di Giampaolo oppure (Theo Hernandez) stanno recuperando da infortunio. Non potrà essere a lungo così. Difficile che Leao, ad esempio, possa continuare a fare la riserva pur essendo stato il colpo più costoso dell'estate rossonera..

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Giovanni Capuano