Serie A senza padrona (e tecnici sull'orlo di una crisi di nervi)
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Serie A senza padrona (e tecnici sull'orlo di una crisi di nervi)

La Fiorentina umilia l'Inter a San Siro, il Milan e la Juve crollano: campionato aperto e senza una guida

Può darsi che sia tutto normale, come dice Mancini in coro insieme agli altri tecnici, ma il modo in cui le grandi sono entrate in questo campionato è sorprendente almeno quanto il crollo dell'Inter al cospetto della Fiorentina nella sfida tra prima e seconda di San Siro. Erano a punteggio pieno i nerazzurri, forti della loro difesa quasi imperforabile e di un'identità di squadra che pareva d'acciaio. Tutto si è sfaldato in 23 minuti al cospetto di un'avversaria mai così bella come nell'occasione giusta.

Il crollo dell'Inter fa riflettere, perché toglie alla serie A una delle poche certezze che si era costruita in questo avvio di stagione. Mancini sembrava destinato a fare da punto di riferimento con gli altri dietro a inseguire. Invece no, si cancella tutto perché non sono solo i tre punti volati via, ma è il modo a dire che anche l'Inter è un progetto in piena evoluzione di cui si conoscono le potenzialità ma anche limiti e incongruenze tattiche.

Al contrario la Fiorentina ufficialmente si iscrive nel club delle pretendenti a qualcosa (Kalinic è un giocatore poco reclamizzato ma superiore) e raggiunge tutti gli altri che stanno andando a singhiozzo. Si fatica a trovare un filo logico. La Juventus è svanita, persa nel ricordo di quello che era stato e penalizzata da incomprensioni evidenti tra tecnico e società. Roma e Napoli oggi godono, ma devono dimostrare di avere continuità e fin qui non lo hanno fatto.

Il Milan va piano e Mihajlovic sta dilapidando il patrimonio di fiducia e credibilità con cui si era presentato a Milanello. Lui, Mancini, Garcia, Allegri e Sarri sono accumunati dagli stessi problemi di identità che l'estate del mercato gli ha consegnato. Tutti hanno in mano gruppi potenzialmente vincenti, ma nessuno ha già costruito la squadra giusta. Serve tempo e non ce n'è. La notizia è che da oggi anche l'Inter è tornata a essere come tutte le altre: con una scorta di punti importante, ma anche dubbi che si pensava fossero estinti.

Il punto della 6a giornata

* La Juventus continua nella sua crisi senza fine, perde contro il Napoli e infila la peggior partenza dal 1969. Allegri sulla graticola per le scelte del San Paolo e la società comincia a interrogarsi sul suo futuro anche se, ufficialmente, l'ambiente è compatto e rema dalla stessa parte.

* Il Napoli si rilancia: il 2-1 sulla Juventus conferma l'esplosività dell'attacco azzurro. Semmai c'è da chiedersi perché sarri abbia gettato via due settimane prima di tornare al 4-3-3 che è il modulo ideale per una squadra infarcita di esterni e con un Higuain in forma straordinaria.

* Il Milan cade a Marassi contro il Genoa (1-0). Mihajlovic ha meno punti di Inzaghi un anno fa (9 contro 11) e la stessa quantità di gol subiti: 9. Cattiva notizia per un allenatore che doveva risolvere con la sua sola presenza molti dei problemi di equilibrio in fase difensiva. I vizi sono rimasti per il momento tutti lì.

* La Roma prende a schiaffi il Carpi (5-1) e aspetta conferme, perché l'avversario rappresentava un test poco probante: 12 gol subiti in 270 minuti in trasferta. Garcia deve affrontare l'emergenza in attacco dopo gli infortuni che terranno Totti e Dzeko fuori per un mese.

* Al secondo posto c'è il Torino di Cairo e Ventura: 2-1 sul Palermo con super gol di Benassi alla Van Basten. Una prodezza che premia un giovane italiano scaricato troppo in fretta dall'Inter e che sta crescendo rapidamente. Ottime notizie per Conte nel week end in cui ha applaudito un Insigne quasi top e visionato di persona i progressi di Balotelli (che va verso la convocazione azzurra).

* La sfida tra belle della provincia, Sassuolo e Chievo, finisce in pareggio: 1-1. Il Sassuolo non perde una partita in serie A da 12 turni, ma non c'è nulla di sorprendente visto il progetto e gli investimenti di patron Squinzi.

* Pioli era un allenatore sul punto di essere dimesso due settimane fa e ora, dopo il successo a Verona in rimonta (2-1) è ai margini della zona Champions.

* Continua la caduta delle neopromosse. Il Bologna si è fatto scavalcare dall'Udinese in un match tra deluse (1-2) e la panchina di Delio Rossi è sempre più in bilico.

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Giovanni Capuano