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Serie A fuori dalle coppe europee: i numeri del fallimento

Italiane non presenti nelle semifinali di Champions ed Europa League. In una stagione sconfitte in metà delle partite: 22 su 44

Napoli fuori dall'Europa League, ai partenopei non è riuscita l'impresa di ribaltare al San Paolo la sconfitta di Londra. A essere sinceri la squadra di Ancelotti non c'è nemmeno mai andata vicina, confermando anche nel ritorno la sensazione di inferiorità già mostrata all'andata. Fuori senza segnare un gol in 180 minuti all'Arsenal come era già capitato all'Inter (Eintracht Francoforte) e alla Lazio (Siviglia).

La stagione internazionale delle italiane si ferma ad aprile e prima del gran ballo delle semifinali. Un passo indietro rispetto all'anno scorso quando il sogno della Roma si era allungato fino al confronto sfortunato con il Liverpool. E due passi indietro ripensando alla cavalcata della Juventus fino a Cardiff nel 2017. Questa volta hanno 'tradito' anche i bianconeri la cui stagione di Champions League è stato un fallimento sportivo su cui riflettere.

La Serie A esce con le ossa rotte dal confronto con il resto dell'Europa e si può regalare solo qualche alibi. Ad esempio il girone d'autunno dell'Inter (fuori in extremis nella notte timida col Psv) va riletto in senso assolutorio guardando al cammino successivo di Barcellona e Tottenham. Oppure l'Ajax potrebbe segnare una breve epoca rendendo meno amaro il fatto di essersi schiantati su una banda di ragazzini. Ma siamo alla consolazione che non deve coprire i numeri del disastro tecnico delle nostre squadre.

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Ad agosto abbiamo perso per strada l'Atalanta, in parte colpevole e in parte sfortunata nell'eliminazione contro una squadra certamente inferiore come il Copenaghen. Smaltita quella delusione, le italiane hanno vissuto una stagione costantemente di rincorsa in Europa.

Dalla fase a gironi in poi di Champions ed Europa League siamo scesi in campo 44 volte perdendo la metà esatta dei confronti: 22. Ci hanno battuto autentiche corazzate come Real Madrid (due volte la Roma), Liverpool (Napoli), Barcellona e Tottenham (Inter), oppure grandi squadre con cui si pensava di potersela giocare come Manchester United, Atletico Madrid e Ajax (Juventus), Porto (Roma), Eintracht Francoforte (Inter e Lazio due volte), Arsenal (Napoli) o Siviglia (Lazio).

E poi abbiamo preso schiaffi anche quando sulla carta non doveva esserci partita: Young Boys (Juventus), Viktoria Plzen (Roma), Salisburgo (Napoli), Apollon Limassol (Lazio) per chiudere con il clamoroso harakiri del Milan contro Betis Siviglia e Olympiacos. Qualcosa si può spiegare col momento, nel senso che alcune di queste sfide erano irrilevanti per la classifica, ma il generale disorientamento rimane.

La difficoltà di segnare delle italiane

Mentre in Europa trionfa il calcio propositivo e offensivo di chi non si preoccupa di rischiare, ma cerca il gol a tutti i costi, le italiane si sono scoperte anemiche nel momento della verità. Nei quarti di finale Juventus e Napoli hanno segnato la miseria di due reti in 360 minuti. Negli ottavi i nostri club ne hanno fatte 10 in 8 partite quando la tendenza andava da un'altra parte; gli ottavi di finale (3,18) e i quarti (3,06) hanno registrato medie gol altissime e sfide spesso spettacolari.

E prima era andata un po' meglio ma non troppo, considerato che il livello delle avversarie è stato spesso non eccelso: in tutto 76 gol segnati in 44 partite di cui 54 (media 2,07) nella sola prima fase.

Ogni storia va raccontata da sola, ma è abbastanza evidente che la Serie A propone un calcio oggi non all'avanguardia internazionale. Qualche segnale di cambiamento si è colto nel nuovo corso di Mancini con la nazionale e non è un caso che il ct abbia spalancato le porte di Coverciano ai talenti giovani ed emergenti del nostro mondo.

I club sembra andare da un'altra parte, con rose dall'età media alta e proposta tecnica e tattica poco variata. Chissà se la batosta di questa stagione - fortunatamente senza ripercussioninegative sul ranking Uefa - non convincerà qualcuno a cambiare strada.

Ultima annotazione: dagli ottavi di finale in poi le italiane hanno trovato la via della rete solo 10 volte, la metà con Cristiano Ronaldo. A occhio non sembra una buona notizia.

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Giovanni Capuano