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Stu Forster/Getty Images
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Mondiali rubgy: Australia, All Blacks e un arbitro "storico"

Fatto coming out nel 2007, il gallese Nigel Owens sarà il primo fischietto gay a dirigere una finale. Per una vittoria contro i pregiudizi

"Il rugby è una buona occasione per tenere lontani trenta energumeni dal centro città". Il celebre aforisma di Oscar Wilde varrà proprio nella sua Londra anche sabato 31 ottobre, quando i XV "energumeni" della Nuova Zelanda e i loro corrispettivi dell'Australia si contenderanno sul campo di Twickenham la Coppa del Mondo.

Una finale comunque da ricordare
Visti i procedimenti giudiziari per omosessualità che ne sconvolsero la vita, questa volta Oscar Wilde rivedrebbe però non poco il suo giudizio sulla palla ovale: perché il calcio d'apertura dell'attesissimo match sarà anche un calcio a qualsiasi pregiudizio sessuale. I 30 energumeni in questione, con tutto il rispetto che gli devono per le leggi del rugby (che non ha regole, ma appunto "laws") e con tutta la stima che da anni gli dimostrano sui campi del Sei Nazioni e degli altri grandi tornei internazionali, saranno infatti agli ordini del 44enne gallese Nigel Owens, il primo arbitro dichiaratamentegay a dirigere l'ultimo atto di un Mondiale di uno sport di squadra.

"This is not soccer"
Divenuto da tempo un'icona del rugby per il modo estremamente deciso, ma al contempo ironico di relazionarsi con i giocatori ("This is not soccer", "Questo non è calcio", è la frase-cult che rivolge a chi solo accenna una protesta), Nigel Owens ha fatto coming out nel 2007, ricevendo subito il massimo rispetto per le sue legittime scelte sessuali da tutto l'ambiente, eccezion fatta per alcuni cori omofobici di cui fu vittima pochi anni fa proprio a Twickenham e proprio con in campo gli All Blacks, opposti però in quell'occasione all'Inghilterra.

Un episodio che il fischietto gallese ha ricordato anche di recente in un documentario sulla sua carriera trasmesso dalla Bbc, sottolineando però come alla fine sia stato proprio il "feeling" con tutto l'ambiente a fargli decidere di non mollare la sua passione di sempre: "Se non fosse stato per il rugby, i giocatori, gli spettatori e tutta questa comunità, non sarei la persona che sono oggi", ha dichiarato Owens. Che oltre al rugby deve molto anche ai poliziotti capaci di individuarlo dall'elicottero e quindi di salvarlo sulla linea di una tragica ultima meta quando a 26 anni, dopo aver scritto una lettera ai suoi genitori rivelando la voglia di farla finita perché non accettava la sua omosessualità, assunse un micidiale cocktail di paracetamolo e whiskey prima di mettersi a scalare una montagna e perdere i sensi tra i dirupi.

Un fischietto dal volto umano
Ora, ad arricchire la storia a lieto fine, ecco la finale del suo terzo Mondiale da fischietto internazionale, dopo averne dirette anche tre di Heineken Cup (la Coppa dei Campioni del rugby): chi guarderà il match in Tv (diretta alle 17 su Sky Sport), grazie anche al microfono che riporta fedelmente tutte le frasi dell'arbitro durante l'incontro, avrà modo di apprezzare le qualità umane oltre che tecniche di Owens. Già capace di offrire un gustoso siparietto durante questa Webb Ellis Cup: per sincerarsi delle buone condizioni di un giocatore appena rimesso in piedi dal medico dopo un durissimo scontro, Owens gli si è messo sotto il naso chiedendogli "Stai bene? Ok, io come mi chiamo?". E se l'altro non avesse risposto "Nigel", forse sarebbe uscito prendendosi anche un cartellino giallo...

Le squadre in campo
Tutti confermati (anche in panchina) gli All Blacks che hanno conquistato la finale superando il Sudafrica: 15 Ben Smith, 14 Nehe Milner-Skudder, 13 Conrad Smith, 12 Ma'a Nonu, 11 Julian Savea, 10 Daniel Carter, 9 Aaron Smith; 8 Kieran Read, 7 Richie McCaw, 6 Jerome Kaino, 5 Sam Whitelock, 4 Brodie Retallick, 3 Owen Franks, 2 Dane Coles, 1 Joe Moody. A disposizione: 16 Keven Mealamu, 17 Ben Franks, 18 Charlie Faumuina, 19 Victor Vito, 20 Sam Cane, 21 Tawera Kerr-Barlow, 22 Beauden Barrett, 23 Sonny Bill Williams.

Una sola novità invece nel XV dell'Australia rispetto al successo sull'Argentina, con il pilone Scott Sio che torna titolare al posto di James Slipper: 15 Israel Folau, 14 Adam Ashley-Cooper, 13 Tevita Kuridrani, 12 Matt Giteau, 11 Drew Mitchell, 10 Bernard Foley, 9 Will Genia; 8 David Pocock, 7 Michael Hooper, 6 Scott Fardy, 5 Rob Simmons, 4 Kane Douglas, 3 Sekope Kepu, 2 Stephen Moore, 1 Scott Sio. A disposizione: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 James Slipper, 18 Greg Holmes, 19 Dean Mumm, 20 Ben McCalman, 21 Nick Phipps, 22 Matt Toomua, 23 Kurtley Beale.

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Paolo Corio