Il mondo ai piedi di Ronaldo
Afp
Lifestyle

Il mondo ai piedi di Ronaldo

Ha costretto la Fifa a riaprire le votazioni per il Pallone d'Oro, Portogallo e Madrid impazziscono per il giocatore che è pronto a togliersi di dosso l'etichetta di eterno secondo

Breve rassegna stampa tra Spagna e Portogallo, dove Cristiano Ronaldo viene definito 'Como Dios' (Marca), oppure 'O maior' (Abola) o semplicemente 'Bola de Ouro' (Record), prendendo come spunto l'importanza dei palloni scaricati alle spalle del portiere della Svezia e che hanno trascinato il Portogallo al Mondiale e mischiando il tutto con la suggestione del premio che CR7 insegue da quattro lunghi anni senza riuscire ad afferrarlo. C'è un intero continente ai piedi del portoghese, disposto a riconoscergli di essere il numero uno e a mettere in un angolo per un po' il mito di Messi, fermo ai box a curare i suoi guai fisici.

Ronaldo è trascinato da numeri stratosferici in questo inizio di stagione: 20 partite fatte e 29 gol realizzati, uno ogni 62'. Nemmeno il miglior Messi si era arrampicato a tanto negli anni migliori, quelli in cui premiarlo sembrava una cosa naturale e per CR7 restavano solo i gradini più bassi del podio. Gol a grappoli e spesso decisivi, pesanti. L'esempio sono le 4 reti che hanno griffato il passaggio del playoff per Brasile 2014 e che hanno rimandato l'immagine di un fuoriclasse capace di caricarsi sulle spalle una nazione intera nel momento più difficile.

Non che prima Cristiano segnasse poco, anzi. Però la sua maturazione tattica sembra completata. Non è più l'esterno offensivo dirompente, ma è diventato il punto di riferimento del gioco di Real Madrid e Portogallo, un faro che brilla e illumina i compagni. Non a caso Bale sta soffrendo la convivenza con CR7 e Ancelotti si è affrettato a dire che "sarebbe da pazzi cambiare ruolo a un giocatore che garantisce 60 gol a stagione". Sarebbe da pazzi e Ancelotti non è pazzo. Dunque CR7 più altri dieci anche dove, come a Madrid, gli altri dieci sono fuoriclasse di prima grandezza.

Un anonimo difensore italiano ha confessato che, quando CR7 parte in velocità, viene voglia di spostarsi. E' veloce e forte fisicamente, tecnicamente sopraffino e tatticamente utile: il prototipo del giocatore degli anni Duemila, affinato dal lavoro con grandi tecnici come Ferguson, Pellegrini, Mourinho e ora Ancelotti. C'è un'immagine che dice tutto della sua grandezza come uomo-squadra: minuto 87 di Juventus-Real Madrid e CR7 si impegna in una copertura difensiva sino al limite della propria area di rigore per stroncare un contropiede bianconero. Come non amarlo?

Il carattere del resto non manca e anche il duello a distanza con il presidente della Fifa, Blatter, che gli preferisce Messi lo ha confermato. Andrà a Zurigo alla cerimonia del Pallone d'Oro? Si accettano scommesse, ma di sicuro la riapertura dei termini per le votazioni indica che nella tornata chiusa il 15 novembre CR7 non era indicato come vincitore e che la Fifa pare aver cambiato idea sull'opportunità che qualcuno di diverso salga su quel palcoscenico.

Se c'è una differenza rispetto all'anno scorso (comunque prolifico) è nella serenità che il rinnovo a vita con il Real Madrid sembra avere dato a Ronaldo. L'inverno scorso si era trascinato tra un'indiscrezione e l'altra, con CR7 ai ferri corti con il presidente Perez. Poi è scoppiata la pace, ben remunerata, ma Ronaldo sembra aver anche ritrovato la convinzione di essere il centro del progetto madridista. Era quello che cercava. Le difficoltà di Messi hanno fatto il resto ed è nato lì il suo autunno perfetto.

I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano