Made in Sud: lo scudetto viaggia verso Roma e Napoli
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Made in Sud: lo scudetto viaggia verso Roma e Napoli

Mai come quest'anno le squadre meridionali sono in corsa. Salah, Gervinho e Higuain gli uomini simbolo

Dal 1990, anno del secondo titolo del Napoli di Maradona, solo Lazio e Roma firmate Cragnotti e Sensi sono riuscite a conquistare lo scudetto. Due su 25 e in stagioni in cui era difficile non considerare le romane delle big per ricchezza e ambizioni. Basta questo dato per spiegare l'anomalia bellissima di un campionato che, arrivato a un quarto del suo cammino (9 giornate su 38) presenta in cima Roma e Napoli con la compagnia di Fiorentina e Inter, apparentemente designate comprimarie del duello.

Le squadre di Garcia e Sarri non sono lì per caso e il loro primato (20 punti la Roma e 18 il Napoli) è ancora più solido e importante perchè costruito in un avvio di stagione alterno. Un mese fa il tecnico francese era separato in casa a Trigoria, contestato dentro e fuori lo spogliatoio, depotenziato dalla società e ai minimi storici in quanto a rapporto con Pallotta. Poi è arrivata la striscia di vittorie (Carpi, Palermo, Empoli e adesso Fiorentina) che ha ribaltato il mondo giallorosso, facendo vedere sotto una luce diversa anche i difetti di una squadra ancora incompleta.

A Firenze è arrivato il segnale atteso. Sono stati decisivi Salah e Gervinho, che rappresentano i simboli della 'vecchia' Roma, quella tutta basata sulla corsa. Dzeko ha rimesso il naso in campo, ma non è ancora decisivo come dovrebbe. L'attacco macina record (22 gol segnati), la difesa non è impermeabile (11 subiti), ma nel complesso la sensazione è di una qualità e profondità della rosa che non può non far pensare alla corsa per il titolo.

La vittoria del Napoli a Verona è, se possibile, ancora più pesante. A Sarri mancava il successo contro una piccola per avere conferma della maturità raggiunta dalla sua squadra che aveva dato in avvio segnali preoccupanti: i punti persi contro Sassuolo, Carpi ed Empoli assomigliavano maledettamente alle tonnellate di occasioni gettati al vento da Benitez contro le medio-piccole.

Dal giorno della conversione tattica al 4-3-3 i partenopei non hanno più smesso di correre: 8 vittorie e un pareggio, 25 gol fatti e solo 3 subiti. E in mezzo hanno maltrattato Juventus, Lazio, Fiorentina e Milan. Higuain (capocannoniere con 7 gol in 731 minuti, uno ogni 104) non è l'unico punto di forza ma un valore aggiunto. Impressione dell'argentino il grado di coinvolgimento nell'idea di squadra. Un anno fa con Benitez pareva un oggetto separato dai compagni; oggi trascina e si fa trascinare. Il miracolo di Sarri comincia da qui e può portare molto lontano. 

Il punto sulla 9a giornata

* La Juventus consolida la 'ripresina' di ottobre battendo l'Atalanta in maniera anche più netta di quanto non dica il 2-0 finale. Dybala gioca, segna e fa segnare: Allegri si arrabbia per le critiche sulla gestione del giovane talento argentino, ma la prestazione contro i bergamaschi conferma come la Juve di quest'anno debba pensarci bene prima di fare a meno del suo gioiellino.

* Pogba luci e ombre: sulla maglia ha aggiunto un 5 al numero 10, ovvero 1+0+5=6 come la maglia di un anno fa. O, forse, il 75 in onore di Pelè o chissà cosa. Non è un segnale di debolezza, ma un messaggio all'esterno lanciato in una gara giocata bene e macchiata dall'errore dal dischetto. Incompleto.

* La vittoria sul Sassuolo in inferiorità numerica per un'ora e aggrappandosi a un rigorino e al colpo di testa finale di Luiz Adriano non soddisfa il Milan. Placa la sete di punti, ma Mihajlovic è tutt'altro che fuori dal tunnel della crisi. Da risolvere in fretta il nodo-portiere perché Donnarumma ha confermato di essere acerbo e a 16 anni non è un limite ma la normalità.

* L'Inter non sa più vincere: terzo pareggio consecutivo dopo il ko casalingo contro la Fiorentina. Segna troppo poco (9 gol in 9 giornate) e ha da Icardi un contributo insufficiente in termini di gol e coinvolgimento nella manovra. In generale, se per 8 volte su 9 non arrivi a due reti è quasi fisiologico che le partite tu non le vinca. Il Palermo di questi tempi, poi, non è avversario morbido.

* La Lazio ha conquistato la quinta vittoria consecutiva in questo campionato all'Olimpico (3-0 al Torino) e la striscia di allunga fino a quota 8 considerando il resto: il record è a un passo e risale alla stagione 1936-1937. Pioli ha meriti grandissimi e con lui anche chi non lo ha messo sulla graticola dpo la figuraccia di Napoli che pareva l'inizio della fine. 

* Anche la Sampdoria ha fatto del suo stadio un fortino. A Marassi travolto il Verona (4-1) e conquistati 13 dei 14 punti che abbeliscono una classifica da quasi grande. Il Verona ultimo è una sorpresa e le parole di Mandorlini sull'incapacità di trovare una soluzione ai problemi suonano quasi come una resa.

* Al contrario si è salvato Delio Rossi, nel modo più rocambolesco possibile, vincendo di rimonta contro il Carpi (1-2) e abbandonando la coda. I felsinei hanno ancora mille problemi, ma la striscia di risultati negativi era troppo anche per un gruppo che non ha grandi qualità, ma conserva pure in sé alcune potenzialità per risalire.

* Vince l'Udinese contro il Frosinone (1-0): Colantuono comincia a raccogliere i frutti del suo lavoro e a lasciare i bassifondi. I laziali, invece, sono dove si aspettavano di essere e dovranno lottare fino alla fine per proseguire nel sogno della serie A.

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Giovanni Capuano