Il mondo alla rovescia della Roma: vittorie senza proclami (e senza Totti)
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Il mondo alla rovescia della Roma: vittorie senza proclami (e senza Totti)

Un anno fa le parole di Garcia avevano danneggiato la squadra, ora il tecnico sembra aver capito la lezione

Un anno fa uscendo dallo Juventus Stadium (sconfitto) Rudi Garcia aveva ringhiato: "Questa partita mi ha fatto capire che quest'anno vinceremo lo scudetto". In campo la Roma aveva perso contro i bianconeri giocando bene, ma anche consumando tonnellate di energie psicologiche in proteste e recriminazioni, violini e polemiche. Era l'inizio di una stagione in cui nulla sarebbe cambiato rispetto a quella precedente: niente scudetto e progressivo spegnimento fino a rischiare il fallimento, scongiurato proprio sul filo di lana.

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Il nuovo Rudi Garcia ha visto la sua Roma travolgere la Juventus ben al di là del gollettino striminzito di vantaggio. Ritmo, gioco fluido, occasioni e una sensazione diffusa di superiorità tradotta in classifica da uno stupefacente più quattro alla sosta. Ha osservato e poi non ha mosso un muscolo: "L'anno scorso avevo fatto un proclama, quest'anno farò l'operazione contraria: non sorrido nemmeno". Detto e fatto. E in campo i suoi hanno visto dopo 30 secondi Rizzoli sbandare su una chiamata di quelle fatte apposta per dividere, hanno protestato il giusto e poi tirato dritto. Niente isterie, nemmeno per Totti lasciato in panchina a guardare gli altri.

Può darsi che alla fine il campionato rimetta le cose come erano prima, restituendo alla Juventus la testa della classifica reale e non solo virtuale, guardandola dal basso all'alto. Però il mondo alla rovescia della Roma in questo promettente mese di agosto si vede nei dettagli: poche parole, tanti fatti. Insieme alla certezza che l'ex tiranna è tornata sulla terra è la notizia della domenica che conduce alla sosta. Il mercato completerà le rose e delineerà le ambizioni, però che Allegri abbia davanti a sé un lavoro lungo e complicato per restituire le certezze sparite è un fatto e non più semplicemente un'impressione. Ricordando le fughe precoci delle ultime stagioni è una rivoluzione.

La 2a giornata in pillole

● Solo l'Inter tra le grandi arriva alla sosta a punteggio pieno e recitando per 180 minuti lo stesso copione: poco gioco, ritmo basso e colpi di Jovetic (3 gol in 2 partite) a sbrigare la pratica. Era successo contro l'Atalanta e si è ripetuto contro il Carpi. Alla ripresa c'è il derby e poi le due veronesi per un calendario che agevola non poco i sogni di Mancini.

● Sabato 12 settembre si gioca Juventus-Chievo ed è un testacoda. Attenzione, però, perchè nella parte della testa c'è il Chievo che ha rifilato alla Lazio un poker da urlo: con i 3 fatti all'Empoli si arriva a 7, miglior attacco della serie A al pari della Sampdoria. Sorprendente al pari della crisi dei biancocelesti usciti da una settimana da incubo e con l'aggravante che i veronesi non erano il Bayer Leverkusen.

● Contro l'Empoli il Milan soffre e vince (2-1), Mihajlovic sbotta ("Come se avessimo perso") e San Siro resta vuoto. Preoccupante il dato degli abbonati nell'anno in cui Berlusconi ha investito oltre 80 milioni di euro sul mercato: 17.434, ovvero attualmente il record negativo storico dell'era di Silvio.

● Il Napoli sembra prigioniero dei suoi difetti; quello di Benitez si buttava via spesso e volentieri, quello di Sarri si è fatto rimontare due volte nelle prime due giornate. Contro la Sampdoria è passato dall'esaltazione (2-0) alla depressione (2-2) mostrando limiti difensivi.

● Anche il Torino è abbonato ai ribaltoni, ma a suo favore. Dopo il Frosinone ha rimontato la Fiorentina (3-1) e vale doppio perchè successo nel match tra due delle più belle realtà dell'inizio di stagione. Cairo ha investito tanto e sta raccogliendo in fretta i primi frutti.

● Le tre neopromosse (Bologna, Frosinone e Carpi) hanno zero punti dopo 180 minuti. Sorprende l'avvio dei felsinei, sconfitti in casa dal Sassuolo che, invece, è a punteggio pieno. Le altre medio-piccole si sono mosse vincendo (Genoa e Atalanta). Alla ripresa del campionato servirà un cambio di passo per evitare che lo sbarco in A si trasformi in un incubo. Tradizione dice che le deb debbano fare risultati all'inizio perché poi...

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Giovanni Capuano