Roberto Mancini e la maledizione della Champions League
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Roberto Mancini e la maledizione della Champions League

Per il secondo anno consecutivo il Manchester City viene eliminato nel girone. Ma il feeling tra il tecnico e la coppa più prestigiosa non è mai sbocciato

Manchester City - Real Madrid termina 1-1 e la squadra di Roberto Mancini deve dire addio alla Champions League. Eliminati nella fase a gironi, come successo già lo scorso anno nel gruppo A con il Napoli. Gli inglesi storcono il naso, sia per le scelte del tecnico alla vigilia, sia per l'approccio della squadra al match con le merengues, un atteggiamento che per tanti frangenti è sembrato troppo arrendevole. Alla fine dei conti il Manchester City deve però rinunciare alla competizione più importante con una perdita economica non da poco. Dagli introiti televisivi ai premi partita l'eliminazione dei ragazzi di Mancini costerà non poco allo sceicco Mansour, il più deluso dal nuovo flop europeo e il primo pronto a cambiare guida tecnica.

Roberto Mancini non ha mai avuto un buon feeling con il trofeo più importante del continente. Tutto è iniziato il 20 maggio 1992, giorno in cui scese in campo a Wembley con la maglia della Sampdoria per la finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona. Ad un passo dall'impresa, un sogno che fu spezzato al 112' dalla punizione di Koeman e che iniziò la parabola discendente dello storico ciclo blucerchiato. La Coppa dei Campioni diventa Champions League ma Roberto Mancini non gioca più: vince lo scudetto con la Lazio ma nella stagione seguente chiude la carriera in Inghilterra, al Leicester. Appese le scarpe al chiodo inizia l'esperienza da allenatore ed è nel 2004-2005, con l'arrivo alla guida dell'Inter, che Mancini punta al riscatto nella competizione.

Il primo anno arriva lo scudetto, un ritorno alla vittoria in un trofeo per i nerazzurri dal 1998, ma in Champions League i nerazzurri vengono eliminati come peggio non si può, ai quarti contro il Milan. La stagione dopo la squadra di Mancini continua a spadroneggiare in Italia ma lo scenario europeo si ripete: eliminazione ai quarti con il Villareal. Anche l'anno dopo è una spagnola a spezzare i sogni di Mancio: tocca al Valencia, dopo il 2-2 a Milano e lo 0-0 in Spagna che si conclude con una rissa tra i giocatori. Nell'ultima stagione in nerazzurro, 2007/2008, è il Liverpool ad eliminare i nerazzurri dopo una sconfitta per 2-0 in Inghilterra e per 1-0 a San Siro.

Finisce così l'esperienza milanese e inizia l'avventura a Manchester, città dove in tre anni Mancini è diventato un pezzo di storia del club vincendo la FA Cup dopo 35 anni e la Premier League dopo 44 anni. Nonostante lo squadrone messogli a disposizione dallo sceicco Mansour gli ultimi due anni il City fa flop in Champions con due eliminazioni consecutive nei gruppi. "Questa squadra non ha ancora l'esperienza europea che serve in una competizione come la Champions" aveva dichiarato Mancini lo scorso anno quando il City fu eliminato nel gruppo A con Bayern, Napoli e Villareal. I tedeschi fecero 13 punti, il Napoli 11 e il Manchester City 10, frutto di 3 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte. Quest'anno i risultati sono nettamente peggiorati con l'eliminazione matematica ad una giornata dalla fine del girone e 3 punti raccolti frutto di nessuna vittoria, 3 pareggi e 2 sconfitte.

"Sono deluso per questa eliminazione, il nostro obiettivo era superare il turno ma ancora dobbiamo migliorare: speriamo che tutto questo ci serva da lezione per il prossimo anno. La Champions è una competizione difficile. Noi abbiamo preso il peggior gruppo possibile, siamo stati sfortunati, abbiamo commesso qualche errore nelle prime tre partite e non potevamo permettercelo. Non so se l'eliminazione può essere un vantaggio per confermarsi in Premier League. Vincere è difficile, farlo per due anni consecutivi lo è ancora di più” ha spiegato il tecnico nel post partita. Quello che trapela però dai giornali inglesi è che il destino del tecnico di Jesi è sempre più appeso ad un filo. L'esonero non è più solamente una fantasia mediatica al punto che si ipotizzano già i nomi di allenatori con un'esperienza europea di spicco. La paura è infatti che il Chelsea, dopo aver esonerato Di Matteo, possa soffiare ai citizens Pep Guardiola, miglior allenatore attualmente sul mercato. Le alternative sono

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Matteo Politanò