Il ritiro di Nash: ecco quanto è costato ai Los Angeles Lakers
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Il ritiro di Nash: ecco quanto è costato ai Los Angeles Lakers

Il canadese lascia il basket e la franchigia di LA, che per lui ha speso soldi e scelte draft

Una premessa. La carriera di Steve Nash non si discute. Tantomeno il giocatore, 8 volte All star, due volte Mvp e artista assoluto del gioco, con una storia sui generis (come il personaggio d'altra parte) che lo ha portato dal Sud Africa - Nash è nato a Johannesburg il 7 febbraio 1974 -, a Victoria, nella British Columbia, dove sarebbe dovuto diventare un giocatore di hockey e dove invece ha toccato il primo pallone da basket, all'età di 13 anni. Da lì in poi non se ne sarebbe più staccato. 

Se la lettera con cui il canadese ha annunciato il suo ritiro la dice lunga sulle spessore dell'uomo, oltre che del giocatore - a cui davvero è mancata solo la vittoria del titolo Nba – è innegabile come gli ultimi suoi due anni di carriera a Los Angeles, dove Nash si è infortunato (frattura della gamba) nella sua seconda partita in maglia gialloviola, siano stati una delle cause principali della crisi profonda in cui sono finiti i Lakers, che sulle doti di regista e uomo squadra del play canadese volevano costruire una squadra da titolo che comprendeva anche Kobe Bryant e Dwight Howard, finito poi a Houston.


E non è affatto una questione di soldi. Grazie alla loro assicurazione infatti, i Lakers hanno recuperato circa 13,8 dei 28 milioni di dollari che avrebbero dovuto versare a Nash, il quale nelle tre stagioni a LA ha giocato un totale di 65 partite. 

Il problema semmai sta nel fatto che nell'accordo per portare il playmaker in gialloviola la franchigia ha dovuto rinunciare a ben quattro scelte al draft. Per la precisione: 

- una prima scelta al draft 2013, con la quale i Suns si sono accaparrati il serbo Nemanja Nedovic, poi girato a Golden State in campio di Archie Goodwin e Malcolm Lee; quest'ultimo a sua volta inserito in una serie di scambi per acquisire la chiamata numero 18 al draft del 2014, utilizzata per portare a Phoenix Tyler Ennis.

- una seconda scelta al draft 2013, fondamentale ai Suns per acquisire Alex Oriakhi e scambiarlo con Isaiah Thomas, recentemente passato a Boston in cambio di una prima scelta al draft del prossimo anno.

- una seconda scelta al draft del 2014, che i Suns hanno inserito in una complicata trade a 3 che avrebbe poi permesso a Phonenix di acquisire Brandan Wright dai Celtics.

- una prima scelta al draft del 2015, di cui Phonenix si è già liberata e grazie alla quale i Suns hanno acquisito il tiratore Brandon Knight e Kendall Marshall. In questo caso i Lakers potrebbero riavere indietro la loro chiamata nel caso questa rientrasse tra le prime 5 del prossimo draft.

Non è facile, considerate anche le numerose trade in cui Suns hanno inserito le scelte arrivate da Los Angeles, tirare le somme di quanto effettivamente Nash sia costato ai Lakers. Di certo c'è però che, negli ultimi tre anni, Phoenix ha potuto lavorare – anche grazie ai Lakers – sul proprio futuro, mettendo insieme un gruppo in crescita e che già si sta giocando l'accesso ai playoff nella durissima Western Conference.

I Lakers invece si ritrovano, a oggi, con una squadra da ultimo-penultimo posto, con una serie di giocatori di passaggio e con un buco enorme nella posizione di playmaker. Quella che sarebbe dovuta essere proprio di Nash.

La carriera di Steve Nash

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Steve Nash con l'amico Dirk Nowitzki.

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Teobaldo Semoli