CASO - Lo sconto al Monza fa cadere le norme antirazzismo?
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CASO - Lo sconto al Monza fa cadere le norme antirazzismo?

Solo una multa per i cori contro un giocatore di colore. Storia di una decisione che imbarazza e che rischia di cancellare la tolleranza zero pretesa dall'Uefa - le nuove norme - l'allarme del Viminale

Il dispositivo è lungo 8 righe ed è passato quasi inosservato perché non riguarda una delle big della serie A, ma porta dritti nella periferia della Lega Pro, seconda divisione. Storia di ululati, banane e noccioline cantati dalla curva del Monza verso il senegalese del Rimini Ameth Fall. Eppure quelle 8 righe creano imbarazzo e rischiano di scrivere un precedente che azzera le nuove norme Figc contro il razzismo.

Diversamente da quanto accaduto alle curve di Inter, Milan e Lazio infatti, il giudice sportivo della Lega Pro, Pasquale Marino, ha scelto di punire il Monza con una semplice multa: 9.000 euro. E’ tutto scritto nel dispositivo. Multa “perché i propri sostenitori, più volte durante la gara, intonavano cori inneggianti alla discriminazione razziale in occasione delle giocate di un calciatore di colore della squadra avversaria, costringendo l’arbitro ad una breve sospensione della gara per opportuni provvedimenti”.

Norme alla mano, una caso esemplare da applicazione dell’articolo 11 del Codice di Giustizia sportiva (che vale fino ai dilettanti) nel quale, come ormai è stato spiegato con dovizia di particolari, la sanzione minima è la chiusura del settore alla prima infrazione per poi passare alla chiusura dello stadio (seconda violazione), allo 0-3 a tavolino (terza infrazione) e via via con penalizzazioni e chiusure dello stadio a tempo.

Perché lo sconto? Il giudice lo scrive nel dispositivo richiamando la “fattiva collaborazione della società e dei tesserati” e riproponendo, dunque, quelle esimenti in vigore fino allo scorso 5 agosto e poi cancellate dalla circolare della Figc che ha recepito la tolleranza zero chiesta dall’Uefa contro ogni forma di discriminazione. E ora? Secondo Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro, è stata applicata una forma di “discrezionalità per valutare insieme ai fatti anche il grande impegno del Monza contro il razzismo che non può essere messo sotto ricatto da quattro delinquenti”.

La vicenda è nota ma vale la pena ricordarla così' come lo stesso Monza ha fatto in queste ore. Da quando Anthony Emery Amstrong è diventato presidente le iniziative si sono moltiplicate: scritta 'Stop Racism' sulla maglia da gioco, affissione di manifesti e locandine in città, soprattutto alle fermate degli autobus e sulle pensiline di sosta  e,  un mega poster in Milano – zona Navigli, rivestimento di autobus a Monza, partecipazione ad un convegno organizzato dal Comune di Monza  con la presenza del ministro Kyenge alla quale è stata donata la maglia della società.

Tutto vero e tutto bello, ma anche tutto pericolosamente inutile perché altrimenti le stesse considerazioni sarebbero potute scattare per l’Inter di Moratti o la Lazio di Lotito. Oppure per i cori contro i napoletani cantati da uno sparutissimo gruppo di ultras milanisti.

L’imbarazzo è evidente perché la sentenza del Monza rischia di fare giurisprudenza e cancellare l’effetto delle nuove norme anche per la serie A e la serie B. Cosa farà la Federcalcio? Tecnicamente è l’unica insieme al Monza a poter impugnare il verdetto del giudice sportivo. Difficile pensare che lo faccia il club. In via Allegri la questione dovrà essere valutata con attenzione per non aprire una falla nella lotta al razzismo da stadio che ha regole sin troppo rigide ma che la stessa Figc ha voluto. Che senso avrebbe farle cancellare da un verdetto del giudice sportivo della Lega Pro?

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Giovanni Capuano