Raikkonen come Massa. E' Alonso il fuoriclasse
EPA/ANDRE PICHETTE
Lifestyle

Raikkonen come Massa. E' Alonso il fuoriclasse

Il finlandese tocca in Canada uno dei punti più bassi della sua carriera, mentre l'asturiano conferma di essere il valore aggiunto della Ferrari

Alla fine della stagione 2013, tutti d'accordo: con la partenza di Felipe Massa e l'arrivo, meglio, il ritorno di Kimi Raikkonen la Ferrari ricomincerà a sognare. Dopo sette gare, i numeri dicono che così non è andata. Detto che i guai della F14 T non sono ancora stati risolti e chissà se mai lo saranno prima della conclusione del campionato in corso, è evidente che qualcosa non torni nelle prestazioni del finlandese, lontano anni luce dai risultati raccolti dal suo compagno di squadra, Fernando Alonso, e dai sorrisi messi da parte dallo stesso Raikonnen nel biennio al volante della Lotus.

In occasione del Gran premio del Canada, la Ferrari ha provato a risolvere parte dei problemi riscontrati dal pilota campione del mondo nel 2007 “affiancando” ad Antonio Spagnolo, l'ingegnere di pista che ha seguito Kimi nelle prime sei gare della stagione, il suggeritore inglese David Lloyd, ex numero uno del muretto in casa Bar, dal 2003 in forza al Cavallino. Raikkonen va trattato con i guanti, meglio puntare sull'esperienza di Lloyd, il pensiero che è diventato realtà. Pronti e via e sulla pista intitolata alla memoria di Gilles Villeneuve non è cambiata una virgola. Il numero 2 di Maranello ha tagliato il traguardo al 10° posto per gentile concessione di Massa e Perez, protagonisti del brutto incidente a un giro dalla bandiera a scacchi. Ecco, Massa: dopo 7 gran premi, il finlandese e il brasiliano, il presente e il passato della Ferrari, sono riusciti a mettere le mani su 18 punti. E inutile dire che se Massa fosse riuscito ad arrivare fino in fondo in Canada, la classifica racconterebbe oggi un'altra storia.

L'ex fidatissimo di Maranello, che con la divisa della Williams pare aver ritrovato l'entusiasmo dei giorni migliori, ha fatto peggio di Raikkonen soltanto in una stagione. Campionato 2012: fuori in Australia, 15° in Malesia, 13° in Cina, 9° in Bahrain, 15° in Spagna, 6° a Monaco, 10° in Canada. Totale: 11 punti nelle prime 7 gare. Male, malissimo, anzi, di più. Nella seconda parte del mondiale, prende però forma il rilancio in salsa verdeoro. Massa scala posizioni su posizioni e chiude al 7° posto finale. Considerando com'era iniziato l'anno, non resta che applaudire. Sia chiaro, anche nel 2011 (32 punti a metà giugno) e nel disperatissimo 2009 (30 punti fino al Gp della Turchia; a fine luglio Massa sarà costretto a farsi da parte fino alla stagione successiva per le gravi conseguenze dell'impatto sul circuito di Budapest) i numeri del pilota brasiliano hanno sollevato numerosi dubbi circa le sue reali possibilità in pista, ma al netto dei risultati di Raikkonen nella sua seconda esperienza a Maranello sarebbe forse corretto riconoscere qualche attenuante all'ex spalla di Alonso.

Con la gara in Canada, il pilota dagli occhi di ghiaccio ha toccato uno dei punti più bassi della sua carriera nella Formula 1. Nel 2004, l'avvio da dimenticare: la Mp4-19 della McLaren fa acqua da tutte le parti e Raikkonen porta a casa dopo 7 gare la miseria di 4 punti. Due anni prima, alla “prima” in McLaren, l'altro tuffo nel vuoto: 5 ritiri e 15 punti complessivi a fine maggio. E cosa dire dell'ultima avventura sulla rossa di Maranello? Anno 2009: 15°, 14°, 10°, 6°, ritirato, 3° e 9°. Per un bottino tutt'altro che esaltante di 26 punti (calcolati con il sistema di punteggio in vigore dal 2010). Come dire, peggio potrebbe andare, ma pure meglio. Perché il talento di Kimi è una certezza assoluta, in qualifica come in gara. E allora perché questa differenza così evidente tra le sue prestazioni e quelle di Alonso? I sostenitori del re delle Asturie lo ripetono da anni: negli ultimi anni in Ferrari, Fernando ha costruito palazzi con la cenere, firmando capolavori con una macchina che non poteva competere con le migliori. Lo sta facendo anche quest'anno. “Datemi un'auto, al resto penso io”, è il suo motto dal 2010. Prima o poi lo ascolteranno.

Twitter: @dario_pelizzari

I più letti

avatar-icon

Dario Pelizzari