Quando la realtà supera la fantasia

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Segui Blucerchiando su Facebook e Twitter 88′ minuto del derby. Tissone pesca Icardi con un passaggio filtrante, l’argentino classe 1993 calcia in porta con Frey in uscita e segna il 3-1 sotto la gradinata Sud. Apoteosi, delirio, estasi. …Leggi tutto

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88′ minuto del derby. Tissone pesca Icardi con un passaggio filtrante, l’argentino classe 1993 calcia in porta con Frey in uscita e segna il 3-1 sotto la gradinata Sud. Apoteosi, delirio, estasi. Il derby della paura, quello tra due squadre in crisi di risultati e identità si conclude nel miglior modo possibile per noi, nel peggiore per loro. L’autogol di Bovo sotto la Nord è già diventato tormentone sul web, dalle vignette che riportano un suo virgolettato “sogno un gol sotto la Nord” ai cori che riscaldano la fredda notte post derby per le vie di Genova. Loro ultimi da soli, noi che respiriamo ossigeno.

Per il popolo sampdoriano meglio di così non poteva andare, soprattutto dopo una vigilia tesa e sette sconfitte consecutive. L’attacco in super emergenza impone a Ferrara scelte rischiose: 4-5-1 con Icardi come unica punta in un palcoscenico da pelle d’oca. Pronti, via. La partita inizia in modo equilibrato ma fino al 16′: Andrea Poli sceglie il giorno migliore possibile per segnare il suo primo gol con la Samp, il centesimo blucerchiato nei derby. Con il passare dei minuti si fa spazio una teoria: Delneri non ci ha tradito, è andato da loro per continuare a fargli male. Il Genoa ha poco gioco, il centrocampo rossoblù è quasi inesistente, il precario stato di forma di Borriello e Immobile si vede eccome. La difesa genoana emoziona noi e fa paura a loro. Al 36′ Icardi si invola sulla destra mette in mezzo: acrobazia di Cesare Bovo che segna sotto la nord per il 2-0 blucerchiato.

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Nella ripresa subentra anche la stanchezza, il Genoa torna in campo più rabbioso e quando al 73′ Immobile mette in rete il 2-1 la paura si manifesta sul volto di tutti i doriani. “Pareggiano”, “vincono, fidati”, “so già come va a finire”. Il Genoa non meriterebbe il 2-2 e infatti non lo segna. In compenso arriva il “bimbo” Icardi a scrivere la storia, in uno dei momenti più emozionanti di quella blucerchiata recente: classe 1993, nato a Rosario come Messi, fa letteralmente esplodere 3/4 dello stadio al suo esordio in A dal primo minuto. L’abbraccio con Ferrara, l’emozione infinita nei suoi occhi dopo il fischio finale: “Sono felicissimo ma sono morto, non ce la faccio più, ho corso troppo. E’ quello che sognavano tutti i doriani, i nostri tifosi sono sempre meravigliosi, quando si vince e quando si perde, sempre”.

La vittoria permette di reagire ad una classifica che negli ultimi dieci anni di serie A non era mai stata così brutta a novembre, ma i problemi della Samp sono tutt’altro che superati. Adesso bisognerà dare continuità ai risultati già dal prossimo impegno contro il Bologna. Il pensiero finale non può che essere per i cugini: da Boselli a Bovo ci vuole un attimo, l’iniziale è la stessa. Dopo l’ultimo derby che mandò praticamente in b la Samp oggi Icardi e compagni hanno fatto cadere la mannaia su un Genoa in grave difficoltà. Polemiche sugli spalti, contestazione al presidente Preziosi nella coreografia, una squadra allo sbando alla quale Delneri non è riuscito ancora a dare nessuna forma. Se vi dicessi che un po’ mi dispiace, mi credereste?

 

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Matteo Politanò