Turrini: 'Bene la Ferrari, ma dico ancora Red Bull'
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Turrini: 'Bene la Ferrari, ma dico ancora Red Bull'

Ecco cos'hanno detto davvero i primi test a Jerez de la Frontera della Formula 1

Felipe Massa non sta più nella pelle. "Sono stati tre giorni importanti - ha detto il pilota brasiliano al termine del test di ieri a Jerez de la Frontera - . Anche se nei primi due ho girato meno di quello che avrei voluto e ho percorso diverse tornate lentamente, a velocità costante. Ma la direzione è quella giusta". Tutto bene, quindi, anzi, benissimo, almeno a giudicare dai numeri delle prime prove stagionali.

Massa in cima alla lista dei tempi di fine giornata, davanti ai top team, anche alla Red Bull. Il presidente Montezemolo non ha ricevuto la telefonata che temeva: la Ferrari ha dimostrato di avere le qualità per andare lontano. Tuttavia, è soltanto l'inizio e l'entusiasmo va tenuto a freno, in attesa delle risposte che contano davvero. La pensa così anche Leo Turrini, giornalista e scrittore, uno dei più credibili e profondi conoscitori del circo della F1.

Quali le sensazioni dopo i primi 3 giorni di prove? Il vento è davvero cambiato in casa Ferrari?

Bisogna sempre avere molta prudenza. Perché i test precampionato sono per tutte le scuderie, Ferrari compresa, un ballo in maschera. Le squadre sperimentano, verificano, provano soluzioni diverse. Ecco, io ci andrei molto cauto a dire che il vento è cambiato. Ma non per mancanza di fiducia nella Ferrari, è semplicemente troppo presto per dare un giudizio complessivo. L'unica cosa che mi sento di dire è che rispetto a 12 mesi fa, quando era stato subito evidente che la Ferrari si basava su un progetto nato male, adesso sembra che invece che le premesse siano più incoraggianti. Però mi fermerei qui.

Red Bull, Lotus, McLaren e Mercedes pare che abbiano girato più per sistemare l'assetto delle monoposto che per macinare giri veloci...

Ecco, appunto. Prendiamo la Mercedes. Nei primi due giorni, Rosberg ha avuto un problema elettrico e si è fermato dopo 11 giri, Hamilton  ha rotto i freni ed è andato a sbattere a 200 km/h. Bisogna aspettare. Fino a 5-6 anni fa i test erano liberi. Una squadra come la Ferrari aveva la possibilità di girare quanto e come voleva sui due circuiti di sua proprietà, Fiorano e il Mugello, per arrivare alla prima gara della stagione dopo aver fatto migliaia  di chilometri di test in pista. Ma le regole sono cambiate. Ci sono soltanto 3 sessioni di prove, punto e basta. Ed è naturale che i team ne approfittino per fare simulazioni di ogni ordine e grado. Per questo, è diventato ancora più difficile capire  a che livello siano le monoposto. Mi rendo conto che i tifosi della Ferrari non vedano l'ora di sentirsi dire che finalmente la macchina è davanti a tutti, ma io non me la sento ancora di sbilanciarsi. Ripeto, è troppo presto.

Quali sono le novità che convincono di più nella F138 di Maranello, quali quelle invece da verificare su pista nei prossimi test?

Sposterei il ragionamento, se possibile. Nelle ultime stagioni, ma anche nella fase conclusiva dell'ultimo campionato, quando Vettel ha rimontato su Alonso, la Ferrari aveva sostanzialmente un grave deficit aerodinamico. Non era riuscita, per capirci, a sfruttare al meglio questa diavoleria degli scarichi, che ormai da qualche anno domina la cultura tecnologica della Formula 1. Newey, il mago di Oz della Red Bull, ha trovato delle soluzioni che permettono di canalizzare l'aria nel retrotreno della macchina. Ed è stato proprio quello il tallone d'Achille della Ferrari. Che su questo limite ha lavorato a Maranello tutto lo scorso inverno. La vera svolta deve arrivare da lì. Perché rispetto al Mondiale 2012 le regole non sono cambiate. Le macchine infatti non hanno subito stravolgimenti. E chi ha seguito le presentazioni, lo può testimoniare. Impossibile dire se la Ferrari sia riuscita a risolvere il problema. Come diceva Battisti, "lo scopriremo solo vivendo". La perplessità? Lo scorso anno la Ferrari era più lenta di Red Bull e McLaren in media di 8 decimi al giro e un simile distacco equivale a circa 5 minuti di ritardo in una tappa di montagna del Giro d'Italia. Recuperarlo a parità di regole sarà durissima. Basterebbe arrivare a 2-3 decimi. A quel punto, te la giochi con le strategie, le partenze, il talento del pilota. Altrimenti, sono guai.

In fase di progettazione, Domenicali aveva chiesto ai tecnici Ferrari una vettura "estrema". Crede che la strada imboccata sia quella giusta?

Come dicevo prima, negli ultimi anni c'è stata in F1 una svolta culturale. Fino al 2006-2007 i test erano liberi e lo sviluppo della macchina si faceva in pista. La Ferrari dell'epoca d'oro di Schumacher poteva contare su tre piloti che giravano contemporaneamente per sviluppare dettagli diversi. Schumacher provava la nuova sospensione, Barrichello collaudava le nuove gomme e Badoer scendeva in pista a Vallelunga per altre ragioni. Non c'era ancora il congelamento dei motori e dei cambi, che ora sono contati e devono bastare per tutta la stagione. Le prestazioni di fatto sono ormai omologate e molto simili. Oggi conta avere una buona aerodinamica, ecco cosa fa la differenza.

Montezemolo è ottimista. La "speranzosa" ha i numeri per vincere, ha detto in occasione della presentazione ufficiale di qualche giorno fa...

La Red Bull rimane favorita per le considerazioni che ho fatto poco fa. Ma la Ferrari ha dimostrato di avere un'ottima affidabilità, fuori e dentro la pista. La McLaren ha buttato alle ortiche la stagione per una serie di rotture e per errori fatti ai box. Anche la Red Bull ha avuto seri problemi con l'alternatore. Mentre la Ferrari non si è mai fermata una volta. Dico che rimane favorita la Red Bull perché ancora non sappiamo se questo famoso gap aerodinamico a Maranello riusciranno a colmarlo. Dovessi fare un pronostico secco, punterei ancora su Vettel, ma tutto è ancora da definire e da verificare.

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Dario Pelizzari