Prontuario per il giornalista sportivo: “la Doria” non esiste.

Prontuario per il giornalista sportivo: “la Doria” non esiste.

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Questa mattina il Corriere dello Sport ha pubblicato un articolo a firma Tullio Parisi con un titolo che fa rabbrividire tutti coloro che hanno a cuore la Samp. “Torino assente, la Doria fa festa”. Peccato che “la Doria” non esista. Esista la Sampdoria, esiste il Doria, esiste la Samp. Ma non “la Doria”. Dalla fusione tra la Sampierdarenese (femminile) e l’Andrea Doria (maschile) è nata la Sampdoria (femminile). Per usare i diminutivi va però conosciuto un minimo il soggetto e l’argomento di cui si sta parlando onde evitare spiacevoli errori sulla carta (e in tv). Perchè la carta costa e non si può correggere con il tasto “modifica”. Il collega del Corriere dello Sport è però in buona compagnia: anche su Sky nella giornata di ieri il commentatore Renato Zaccarelli ha usato in più occasioni “la Doria”, uno scempio che fa rabbrividire i tifosi sampdoriani e che crea confusione per chi dovrebbe essere informato invece che depistato. Se è vero che esiste una discussione sul possibile utilizzo dell’articolo femminile associato a Doria è anche vero che i dubbi al riguardo sono di esclusiva appartenenza ai foresti che vengono da fuori Genova. Le obiezioni a chi contesta l’errore sono sempre le solite e reggono poco: “non tutti lo sanno, in tanti dicono ‘la Doria’”. In tanti però dicono anche “se io potrei” e vederlo stampato su un giornale sarebbe spiacevole per il lettore ma prima di tutto per la testata. L’argomento centrale della discussione è un altro, sarebbe bello che le grande testate nazionali facessero seguire la Sampdoria a chi conosce e ama l’argomento, almeno per utilizzare il nome corretto. Questo perché quando si parla di Samp si parla di metà città di Genova, di un centro nevralgico per il calcio italiano, di quasi 20 mila abbonati, di storia e colori unici. Fate parlare di Sampdoria a chi conosce il Doria o almeno fate si che chi ne deve parlare si informi. Fare una telecronaca utilizzando il termine “la Doria” non si può sentire e infastidisce. Menomale che non avete dovuto seguirla negli anni ’90, scrivere cose sbagliate in prima pagina per anni avrebbe fatto danni ben più gravi alle carriere.

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Matteo Politanò