Parabola di Mr. Roy: dalla Gialappa a Kiev
Ritratto di Hodgson, dagli sketch della Gialappa's alla panchina inglese. Attenti, però, a prenderlo in giro. L'erede di Capello e le sue irresistibili gaffes
Disobbedienza. Obiezione di penna. Da Panorama ci avevano chiesto di scrivere cose su Ferdinando Minucci, presidente della Montepaschi Siena pigliatutto del basket italiano. Uno che sta alla nostra pallacanestro come Ibrahimovic alle squadre cui appiccica puntuali scudetti. Il killer seriale di campionati di calcio ha fatto cilecca ora, quello della palla arancione naturalmente no. Fanno sei tricolori uno sull’altro. E ha tenuto nascosto, Minucci, fin oltre l’ultimo secondo del campionato il divorzio del decennio, quello dal suo allenatore feticcio, Simone Pianigiani, anche se sapevano pure i sassi di Siena che i due non si annusavano più. A qualcuno, dalle parti di Milano magari, potrebbero venire in mente paragoni più scivolosi rispetto a quello con Ibra. Tipo con un certo dirigente che dal 2006 ha qualche problema. Ma probabilmente sono solo i morsi dell’invidia.
Come detto però disobbediamo e ci fermiamo qui con Minucci. Sennò che obiezione di penna è. Ci si ferma qui perché irresistibile è la tentazione di scrivere dell’allenatore, del ct, del mister più spernacchiato della storia del calcio. Esagerazioni? Forse sì, ma ogni volta che vediamo inquadrato Roy Hodgson, magari come l’altra sera con il ditone pericolosamente vicino alla narice, ci scappa da ridere. Come se lui fosse il clone di Giacomo Poretti – Mr Flanagan e non il contrario. E quello sketch indimenticabile (lo trovate facile su You Tube) nel quale, dopo avergli corretto la pronuncia del nome, Giacomo – Flanagan gli domandava: “Mr Hodgson, what’s your job”. E quello con la faccia da consumata spalla di cabaret: “I don’t know…”.
Il sospetto che non fosse una spalla e nemmeno una battuta, confessiamo, ci è venuto più di una volta. Fortissimo, ad esempio, il giorno della presentazione di Roy come ct della Nazionale inglese, cioè una delle entità sportive più prestigiose ed economicamente quotate del mondo. Mentre in conferenza stampa spiegava il motivo della convocazione del diciannovenne dell’Arsenal, Oxlade Chamberlain: “L’ho visto bene in Champions contro il Milan. Nella gara di ritorno all’Emirates se l’è cavata alla grande contro due avversari così difficili come Pirlo e Ambrosini”. Peccato che quella notte dello scorso marzo Ambrosini fosse in tribuna e Pirlo, già da un po’ un giocatore della Juventus.
Questo tanto per dare una piccola idea di quanto rischi domenica Cesare Prandelli nel confronto diretto delle panchina. E quanto rischi, si parla sempre di immagine ovviamente, Fabio Capello che capita di vedere con l’occhio sempre più nervoso. Intanto l’Inghilterra di “Flanagan” Hodgson ha già eguagliato il record di punti e di vittorie della Nazionale dei Tre Leoni in una prima fase dell’Europeo. E pure il destino – se volete chiamarlo in un altro modo, liberissimi – ha ridato a Roy ciò che aveva tolto all’allenatore italiano ai Mondiali, sempre con la stessa forma del gol-fantasma. Su ciò che sarà lavorate pure da soli di fantasia. Noi già vediamo Giacomo Poretti che domanda con aria serissima a Don Fabio: “Signor Capello, che lavoro fa lei?”.