Olimpiadi, la cerimonia di chiusura in diretta
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Olimpiadi, la cerimonia di chiusura in diretta

La cronaca dell'ultima grande festa per i Giochi di Londra, seguita dal nostro inviato

In diretta da Londra

Benvenuti alla Cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici di Londra 2012. Come per l'apertura anche questa volta non mancheranno le sorprese. E sarà uno spettacolo da non perdere soprattutto per chi ama la musica anglosassone. Infatti gli ideatori dello show vogliono salutare con un'antologia di «50 anni di creatività britannica» i 10,490 atleti, i 3.500 volontari e gli spettatori di tutto il mondo.

Per raccontare  la cultura pop di Oltremanica, che in tutti susciterà ricordi personali, il direttore artistico Kim Gavin si affiderà alla voce e alle melodie di una trentina di cantanti o gruppi, dai Door ai Take That, da Annie Lennox a George MIchael. L'onore dell'apertura, in cui verrà raccontata una giornata londinese, toccherà invece all'ugola soul ed r&b della venticinquenne Emeli Sandé. Subito dopo ecco un tuffo nel passato. L'attore Timothy Spall, in versione Winston Churchill, citerà la Tempesta di Shakespeare. Nel frattempo i suoi gesti annunceranno lo sbarco nel palco reale del principe Henry. Il membro più pop della royal family. Da questo momento in poi solo musica, balli ed effetti speciali.

Ciao Londra. A organizzare il prossimo «greatest world party» sarà Rio de Janeiro.

Appuntamento per tutti al 2016.

20.40

Al centro dello stadio olimpico tecnici e operai stanno  montando le riproduzioni color argento dei principali monumenti di  Londra, dalla ruota panoramica (London Eye) al Big Ben. Il publico fa  prove di ola e il braciere olimpico brucia in attesa di spegnersi.

20.45

Lo stadio si sta riempiendo. Il pubblico canta. Lo «spirito della fiamma» pervade l'ambiente. «We all make the games» dicono qui.

21.00

La prima performance si intitola l'ora di punta. Londra si sveglia. La Londra quotidiana, del lavoro, dei giornali grigi (di cui sono fasciati i monumenti e le macchine sul palco). Ma in mezzo a tutto questo grigiore c'è l'immaginazione dei poeti inglesi e anche la cacofonia può diventare musica. In onore dell'autoironia e dell'irriverenza inglese. «A volte migliaia di strumenti vibranti mi ronzano negli orecchi» scriveva William Shakespeare. Ora suona il Big Ben

21.20

Il conduttore gioca con il pubblico e improvvisa un giantesco karaoke. Vengono salutati diversi Paesi. Gli italiani rispondono alla chiamata. Intanto si riscaldano gli Stomp. straordinario esempio di ballerini, attori, acrobati, percussionisti. Si esibiranno nei primi tre minuti

21.30

Nella prima esibizione sono impiegati 108 mezzi tra cui 10 taxi, 10 auto d'epoca, 10 auto da matrimonio, 10 auto sportive, ma anche 8 biciclette e 8 skateboard. Sulle pagine che avvolgono i monumenti di Londra le parole dei grandi della Letteratura britannica da Chaucer a Shakespeare, da Milton a Byron, da Dickens a Tolkien sino alla contemporanea Carol Ann Duffy

21.40

Continuano le prove. Stanno entrando centinaia di figuranti vestiti pure loro di pagine scritte. Il grigio verrà rimpiazzato da un caleidoscopio di colori quando farà la sua comparsa l'Union Jack, la bandiera britannica. Che l'artista Damien Hirst centrifugherà in un esplosione di rosso, bianco e blu a simboleggiare, spiegano gli ideatori, «la dinamica e anarchica energia della Pop art britannica». L'orchestra intanto intona «We are the champions» mentre nello stadio scorrono le immagini delle medaglie assegnate nei sedici giorni di gare londinesi.

21.50

Prove di orchestra. Mancano pochi minuti. I giornalisti mangiano e beveno sulle tribune in attesa di iniziare a scrivere.

21.59

La Cerimonia sta per iniziare, il pubblico sugli spalti si scalda con una ola ripetuta.

22.05

Il Gospel chair urban voices collective ha cantato Because dei Beatles. Per John Lennon era ispirata da una sonata di Beethoven

22.07

Tutto lo stadio ha intonato l'inno britannico God save the Queen. L'emozione è palpabile

22.20

Un coloratissimo street party occupa la pista. Suonano Parklife dei Blur 160 guardie della Banda di Stato. I Pet shop boys si esibiscono in West end girls.

22.30

Si scatenano gli Spelbound, un gruppo di acrobati reso celebre dal programma Britain's got talent. Ray Davies canta the Waterloo sunset, suo storico successo del 1967. Diceicmila luci trasformano la città grigia in una festa di luci. Sandé riprende a cantare la sua Read about it. Scorrono immagini di atleti in lacrime. Cresce l'emozione.

22.35

È il momento della parata degli atleti. Sfilano più di 200 comitati olimpici.

22.40

Tocca agli Elbow. La band è nata a Manchester nel 1990 ed è molto apprezzato tra gli intenditori per il sound innovativo. Stimati da mostri sacri come gli U2 e i Rem non sono conosciutissimi fuori dalla Gran Bretagna.

22.42

In campo ci sono pure 1.167 volontari. Oggi è anche il loro giorno,

22.55

Entrano 303 scatole bianche che rappresentano gli eventi olimpici. La colonna sonora, con una forte base di percussioni, è Running up that hill di Kate Bush

23.00

È il momento clou: la premiazione della maratona maschile. Ma bisogna anche salutare i nuovi membri del Comitato olimpico internazionale e i 70 mila volontari che hanno garantito il successo dei Giochi olimpici del 2012. «Perché non bisogna avere una medaglia per essere degli eroi».

23.05

Sta per iniziare la «Sinfonia della musica britannica»

23.10

I volontari, acclamatissimi, espressione del melting pot britannico, porteranno a casa come ricordo di questa esperienza la divisa e uno zainetto con la borraccia.

23.11

Imagine di John Lennon è stata completamente rimasterizzata per la Cerimonia di chiusura da Yoko Ono presso gli Abbey roas studios, non distanti dallo stadio.

23.12

101 frammenti compongono al centro dello stadio un gigantesco volto di Lennon

23.15

George Michael canta Freedom. 640 mila led e 317 chilometri di cavi elttrici hanno trasformato lo stadio in un gigantesco pannello luminoso.

23.20

Michael promuove anche il suo ultimo disco, cantando White light. Lo stadio sembra meno partecipe.

22.25

Vespe e Lambrette fanno l'ingresso nello stadio. Kaiser Chiefs canta l'hit degli Who (1969) Pinball Wizard.Gli spalti sono un tripudio di colori.

22.30

L'omaggio a David Bowie culmina con Fashion, nello stadio sfilano gigantoggrafie di top model britanniche,. Che compaiono in carne (?) e ossa, Da Kate Moss a Naomi Campbell. Le strisce dell'Union jack diventano passerelle per le mannequin più celebri del Regno

22.40

L'ambiente diventa dark. Da una coltre di fumo affiora un veliero fantasma. A bordo c'è una quasi irriconoscibile (per via del trucco alla Tim Burton) Annie Lennox che canta Little Bird. Ed Shereran si esibisce subito dopo in Wish you were here dei Pink Floyd. Il pubblico canta. Con lui ci sono anche Nick Mason,ex batterista del gruppo, Mike Rutherford uno dei fondatori dei Genesis, e Richard Jones dei Feeling. Forse a questo revival mancano le stelle di prima grandezza, ma il risultato sembra soddisfare i presenti.

22.43

Lo show si fa psichedelico. È un turbinio di luci e colori, eruzioni di vapore e palle luminose.

23.50

Per gli amanti delle compilazioni in questo momento occupano il palco uno dietro l'altro Russel Brand, i Bond (un gruppo anglo-australiano), Fatboy slim, Jessie in nude look (esordisce cantando la gettonata Price tag), l'acclamatissimo rapper Tinie Tempah (che duetta con Jessie), Taio Cruz. Gli ultimi tre scaldano la folla con You should be dancing dei Bee gees. Gli spalti si trasformano in una discoteca.

00.05

Lo stadio impazzisce per le Spice girls a cavallo di cinque tradizionali taxi londinesi. Le ex raazze terribili sembrano ben conservate. I Beady eye, il gruppo fondato nel 2009 da Liam Gallagher (ex Oasis), suonano Wonderwall.

0.15

Rivive allo stadio olimpico lo spirito surreale dei Monthy Python con una rivisitazione della loro hit «Always look the bright side of life». Il campo si popola di personaggi diversissimi, soldati romani, ballerini, suore. Chachi Valencia, alias «l'uomo missile» viene sparato in aria (per atterrare su una rete da acrobati) per la centosessantacinquesima volta in 23 anni.

0.20

Sul palco Brian May e Roger Taylor dei Queen. Il clima si scalda prima con Brighton rock e poi con We will rock you. Al posto dell'ex leader del gruppo Freddie Mercury (che otto mesi prima di morire dedicò una canzone ai Giochi olimpici del 1992) prende il microfono una scatenata Jessie.

0.21

È arrivato il momento di onorare Olimpia intonando l'inno greco e di ammainare la bandiera dei Giochi del 2012.

0.30

Il vessillo olimico viene impugnato dal sindaco di Londra Boris Johnson che lo sventola, prima di passarlo al presidente del comitato olimpico internazionale Jacques Rogge, il quale consegna al sindaco di Rio de Janeiro Eduardo Paes. La città carioca ospiterà i Giochi del 2016. I brasiliani nello stadio esultano. Dopo l'inno del paese sudamericano parte la samba.

00.35

Questa parte dello show celebra Rio de Janeiro e «il contagioso mox di culture, musica, danza con un caldo e accogliente abbraccio». Sul palco salgono, tra gli altri, la bellissima modella Alessandra Ambrosio, cantante Marisa Monte e l rapper BNegao.E ovviamente non poteva mancare Pelé. Salutato da un tripudio di fuochi d'artificio.

00.45

I Giochi si chiudono con un commosso discorso di ringraziamento del presidente del Comitato organizzatore Sebastian Coe e con le parole del presidente del Cio Rogge.

00.50

Il braciere si apre, dividendosi in decine di torce.Tocca ai Take that, osannati dal pubblico, cercare di consolare il pubblico di casa che saluta i suoi Giochi

1.00

Si è spento il braciere olimpico. Il pubblico si è ammutolito.

1.01

Gli Who con Baba O' Riley (1971), See me, feel me (1970), Listening to you (1970), e My generation (1965) riportano l'energia dentro allo stadio olimpico.

1.10

Un'esplosione di fuochi d'artificio e un mare di coriandoli (che ricoprono anche i tavoli dei cronisti) chiudono la cerimonia. L'appuntamento è tra quattro anni sulle spiagge di Copacabana.

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Giacomo Amadori

(Genova, 1970). Ex inviato di Panorama e di Libero. Cerca di studiare i potenti da vicino, senza essere riconosciuto, perciò non ama apparire, neppure in questa foto. Coordina la sezione investigativa dellaVerità. Nel team, i cronisti Fabio Amendolara, Antonio Amorosi e Alessia Pedrielli, l'esperto informaticoGianluca Preite, il fotoreporter Niccolò Celesti. Ha vinto i premi giornalistici Città di Milano, Saint Vincent,Guido Vergani cronista dell'anno e Livatino-Saetta.

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