Chiamparino: "Sì ai Giochi 2024 in Italia"
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Chiamparino: "Sì ai Giochi 2024 in Italia"

Il sindaco della Torino che ospitò le Olimpiadi invernali 2006 racconta la sua esperienza organizzativa. E spiega perché si può ripeterla

L'ex primo cittadino di Torino Sergio Chiamparino fu l'organizzatore dell'ultima Olimpiade in Italia. Anno 2006, nel capoluogo piemontese arrivano i giochi invernali e la città vive un cambiamento epocale con nuove infrastrutture e un flusso di turisti che cresce ancora oggi. I problemi però non sono mancati: aumento del debito e tante opere inutilizzate hanno fatto storcere il naso a molti. La proposta di una candidatura di Roma e Milano per le Olimpiadi 2024 riporta d'attualità l'esperienza torinese, organizzare un'Olimpiade è un bene o un male?

Se nel 2001 il debito di Torino era di circa 1,7 miliardi di euro, nel 2007 era salito a 2,98 miliardi, fino ai 3,1 miliardi di euro nel 2008. Fu una scelta giusta ospitare le Olimpiadi?

La storia del debito è reale ma è stata raccontata e descritta male. Non capisco questa fobia del debito. Per la città di Torino il debito non fu affatto dovuto alle Olimipadi se non per 400 milioni. Abbiamo fatto il termovalorizzatore e una linea metro, abbiamo riaperto i musei e risistemato le piazze del centro. Abbiamo ridotto la metà della spesa corrente rispetto al funzionamento. A differenza di Milano, che è a pari, e Napoli che ha il doppio di spesa rispetto al fabbisogno, Torino ha il 15% di spesa corrente di funzionamento contro il limite teorico del 30%.

Quindi le Olimpiadi invernali 2006 sono state un'esperienza positiva?

Per noi è stata un'esperienza positiva senza ombra di dubbio. Sia dal punto di vista della riuscita dell'evento sia per l'effeto che ha avuto sulla città. L'eredità principale è stata uno scatto di orgoglio per i torinesi. I flussi turistici si sono stabilizzati e sono andati crescendo di un buon 30% nella mia gestione. Adesso credo si stia crescendo ancora. Eventi come un'Olimpiade possono essere un'occasione di rinnovamento anche per il trasporto pubblico e per la città tutta.

Dopo le Olimpiadi però alcune strutture sono rimaste abbandonate...

Al netto della crisi che c'è stata è stato impedito di collocare sul mercato alcune palazzine del villaggio olimpico ma gran parte delle strutture sono attive e utilizzate. E anche le case perché con i villaggi olimpici abbiamo realizzato abitazioni per 600 famiglie. C'è anche una piccola parte invenduta ma questo si colloca all'interno di una crisi immobiliare che non dipende da noi.

Alcune strutture di Torino come la pista di bob di Cesana e lo stadio di freestyle restano però un problema. Circa 42 milioni di euro di spesa per due opere utilizzate 15 giorni.

Per fare le Olimpiadi eravamo obbligati ad avere strutture per queste due discipline. Per il bob avevamo provato a trovare anche una soluzione oltralpe ma poi ci siamo dovuti organizzare da soli. E' normale che i due impianti non siano facili da gestire: al mondo gli amanti del bob sono pochi. Adesso si sta cercando una soluzione per il riutilizzo di queste strutture ma non si può parlare di sprechi. Era un vincolo con le discipline delle Olimpiadi invernali e quegli impianti erano indispensabili. Bisognerebbe invece ricordare che il bilancio dei giochi olimpici ha chiuso con un utile che se non ricordo male risultava di circa 10 milioni di euro.

Tornando indietro quali scelte cambierebbe nell'organizzazione di Torino 2006?

Quando uno investe molto su un'esperienza come un'Olimpiade si commettono sempre errori. Forse ci sono stati alcuni eventi di troppo e abbiamo speso eccessivamente per arredare gli spazi destinati ai vari sponsor, ma stiamo parlando di dettagli. Dovessi rifarlo domani si potrebbero risparmiare 10 milioni di euro su un budget di oltre un milardo ma è un risparmio che nasce dall'esperienza e non dalla buona o cattiva gestione.

Lei ha più volte sostenuto la fattibilità di un'Olimpiade in Italia, lo conferma?

Sono convinto che sia un'occasione per il paese, specie adesso che si parla di un'uscita dal tunnel della crisi. Potrebbe essere uno slancio. Non siamo più nell'epoca del gigantismo ma c'è tutto il tempo per presentare un progetto ad hoc. Candidarsi per un'Olimpiade può rappresentare una sfida per la comunità, può essere un'opportunità per guardare al futuro...

Quali furono le tempistiche per Torino 2006, c'è tempo per organizzare l'Olimpiade 2024?

La candidatura era nata circa nel 1999, noi in sette anni avevamo fatto tutto ma stiamo parlando di Olimpiadi invernali e quindi in misura minore. Penso ci siano tutti i tempi per farlo, l'importante è avere un progetto adeguato. Sono d'accordo con l'appoggio del premier Letta: una scelta positiva per guardare al futuro del paese. 

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Matteo Politanò