Tris Olanda, Cile battuto. Spagna, dolce addio
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Tris Olanda, Cile battuto. Spagna, dolce addio

Gli 'orange' chiudono a punteggio pieno, ma i cileni si confermano squadra rivelazione. Gli ex campioni del Mondo evitano l'umiliazione - Lo speciale Brasile 2014

Olanda prima in classifica, Cile secondo e Spagna che bagna con un successo amaro il giorno dell'addio alla generazione di fenomeni, quella che dal 2008 ha dominato e vinto tutto e che ha abdicato al Mondiale mettendo a nudo tutti i limiti di un gruppo ormai logoro e bisognoso di ricambio. Il verdetto del gruppo B non regala sorprese, dal momento che lo choc per l'eliminazione dei campioni in carica era già stato abbondantemente assorbito dopo il k.o. con il Cile. Ora si fa sul serio e l'equilibrio che ha dominato la sfida di San Paolo tra 'orange' e cileni prima che la testata di Fer regalasse la vittoria a Van Gaal, è una chiara indicazione anche per il futuro: con in palio qualificazione o il primo posto, che può valere un ottavo di finale morbido, difficile attendersi spettacolo e gol a grappoli. La tensione blocca le gambe di tutti e la stanchezza si fa sentire anche per chi, come l'incredibile Cile di Sampaoli, ha stupito il mondo per organizzazione e foga agonistica.

OLANDA, GOL CHE VALE IL PRIMATO - La squadra di Van Gaal non ha incantato come nel secondo tempo della sfida dell'esordio contro la Spagna, però ha confermato di essere molto solida e di avere a disposizione una gran quantità di giovani talenti in grado di alzarsi dalla panchina e cambiare il senso della partita. Contro l'Australia era stato Depay a risolvere tutti i problemi, questa volta è toccato a Leroy Fer che ci ha messo 60 secondi a trovare la via della rete (77') dopo essere subentrato a uno spento Sneijder. Il gol è arrivato nel momento decisivo della gara ed è stato doppiato a tempo quasi scaduto dalla prodezza di Depay, innescato dalla solita volata di Robben. Sampaoli aveva deciso di provare a vincerla inserrendo Valdivia al posto del difensore Silva per riorganizzare il Cile nel 4-2-3-1 più offensivo possibile. Gli è andata male, ma non è una bocciatura per una squadra che rappresenta comunque una delle sorprese più belle di questa prima fase e che anche a San Paolo è stata accompagnata dall'entusiasmo di decine di migliaia di tifosi.

L'Olanda ha giocato a controllare avendo dalla sua la possibilità di pareggiare ed essere comunque prima. Non spettacolare, ma solida e organizzata, capace di lasciare il possesso palla agli avversari (oltre il 60% nel primo tempo) e poi di fiondarsi avanti con brucianti ripartenze. Piano tattico facilitato dallo straordinario stato di forma di Robben, il migliore anche contro i cileni. Sue le migliori occasioni della prima ora di gioco e tutti gli strappi importanti degli 'orange', schierati senza Van Persie (squalificato) e con Kuyt al suo posto. All'opinione pubblica olandese non piacerà, però è un dato di fatto che la nazionale costruita da Van Gaal è uscita dal girone infernale con tre vittorie su tre partite, una notevole produzione offensiva (10 gol fatti) e, finalmente, anche una gara chiusa senza prendere reti. Il Cile recrimina per il predominio sterile esercitato a lungo, con Aranguiz, Mena e Sanchez che hanno più volte tentato inutilmente di sfondare la difesa olandese.

SPAGNA, ADDIO CON VITTORIA- Un inno alla malinconia è stata la sfida di Curitiba. L'ha vinta la Spagna che si è risparmiata l'umiliazione di chiudere a quota zero punti il girone e che da oggi dovrà girare pagina per mettere una pietra sopra il ciclo degli invincibili che l'ha portata sul tetto d'Europa e del Mondo. Contro l'Australia hanno deciso le reti di David Villa (36' con un pregevole colpo di tacco, rete numero 9 in 12 gare mondiali), Torres (69') e Mata (82'). Tre gioielli in mezzo a un lungo addio sancito sin dalle scelte di Del Bosque che ha concesso la passerella ad alcune seconde linee come Reina, tenendo fuori Casillas, e ha fatto capire in modo evidente quali siano stati i problemi di questa disastrosa spedizione brasiliana. Non hanno giocato molti 'vecchi': Casillas appunto, Piqué, Busquets, Diego Costa, David Silva e soprattutto Xavi che, al pari di Xabi Alonso, è quasi certamente all'ultima in maglia rossa.

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Giovanni Capuano