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ANSA/FABIO FRUSTACI
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Ecco come sarà la nuova Champions League (che rischia di uccidere i campionati)

Svelato il progetto dell'Uefa con l'appoggio dei grandi club. Sistema di promozioni e retrocessioni, accesso limitato e partite nei weel end

Il progetto della nuova Champions League (o Superlega) prende forma e si avvicina al varo, pur tra polemiche e la feroce opposizione dei club medio-piccoli e delle leghe nazionali. Una rivoluzione destinata a cambiare il panorama del calcio europeo e mondiale a partire dal 2024; i dettagli sono stati svelati negli ultimi giorni nel corso di due meeting, uno dell'Eca e uno dell'associazione delle leghe e il processo andrà avanti ancora qualche mese prima del varo definitivo.

Per chi lo propone, in testa l'Eca che è l'associazione dei grandi club, rappresenta il modo per far crescere ancora il sistema calcio. Per tutti gli altri è una minaccia mortale all'equilibrio e alla sopravvivenza dei tornei nazionali che rischiano di vedersi spogliati della loro funzione di ponte per accedere all'elite europea. La Uefa ha promesso che la decisione sarà presa nell'interesse di tutti, ma ha anche sottolineato come la priorità siano le competizioni internazionali.

Come sarà la nuova Champions League

Il progetto sul tavolo disegna la Champions League a partire dal 2024 come una piramide con sistema di promozioni e retrocessioni. Iscritte 32 squadre, con un peso al ranking storico limitato a una serie di stagioni più recenti. Garantito un maggior numero di partite dal momento che le partecipanti saranno divise in 4 gironi da 8 così da avere un minimo di 14 sfide nel corso della stagione con impatto evidente sul valore dei diritti televisivi.

La fase ad eliminazione diretta resterà identica a quella di oggi con ottavi di finale, quarti, semifinali e la finalissima per l'assegnazione del trofeo. Alcuni grafici mostrati dal Corriere della Sera svelano la reale struttura delle manifestazioni.

Oltre al calendario, che arriverà a un massimo 21 partite per le due finaliste, a cambiare sarà soprattutto il metodo d'accesso alla Champions League che non sarà più garantito attraverso il risultato nel campionato nazionale. Ben 24 delle 32 iscritte, infatti, si garantiranno la conferma piazzandosi nelle prime 6 posizioni dei gironi della stagione precedente. Altre 4 saranno le semifinaliste dell'Europa League mentre solo 4 slot saranno destinati a un sistema 'aperto' che prenda in considerazione i risultati dei tornei nazionali.

Il peso dell'Europa League

Il sistema di promozioni e retrocessioni prevede l'interscambio con le altre due competizioni europee che si troveranno alla base della piramide della Champions League. Si tratta dell'Europa League 1 e dell'Europa League 2. La prima manda le semifinaliste el Paradiso della Champions e riceve quelle 4 delle bocciate essendosi piazzate nelle ultime posizioni dei rispettivi gironi. Ha 32 posti di cui solo 20 'liberi' per i migliori di ogni nazione.

L'Europa League 2, invece, resta praticamente l'unico vero canale d'accesso libero con i suoi 64 club iscritti. Il progetto prevede che nessuno possa avere più di 5 iscritte nella nascente Superlega che sarà ricchissima, destinata a demolire i fatturati pure crescenti di questa fase storica.

L'aumento del numero di partite internazionali costringerà i campionati a una drastica dieta con la riduzione del numero delle partecipanti a 18. Non è detto che sia una male assoluto, visto che molti tornei soffrono della presenza di competitors non all'altezza, ma è certamente un sacrificio durissimo chiesto a realtà che vedranno aumentare in maniera irreversibile il gap col calcio dei più ricchi.

Infine il tema delle date. Le leghe nazionali hanno ricevuto rassicurazioni che, almeno per il primo ciclo fino al 2027, non è previsto alcun spostamento di quello che resta dei campionati lontano dai week end. Al massimo si potrebbe ipotizzare qualche gara nella fase avanzata della competizione giocata di sabato o domenica come già oggi avviene per la finale della Champions League. E' chiaro, però, che il futuro porta esattamente a questo: coppe nei fine settimana per essere vendute al meglio anche nei mercati televisivi più lontani.

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Giovanni Capuano