Nostalgia Thiago: "Non volevo partire". E il Milan vuole vendere anche Robinho
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Nostalgia Thiago: "Non volevo partire". E il Milan vuole vendere anche Robinho

Il brasiliano attacca: "Ha deciso la società. Io sarei rimasto". Galliani prova a liberarsi anche dello stipendio dell'attaccante: Santos alla finestra. Idea-Matri per l'attacco: guadagna poco e piace ad Allegri

Parole al miele per il Milan e la conferma che la sua cessione al Psg è stata frutto di una logica di mercato da recessione per i rossoneri e di una scelta del giocatore. Parla Thiago Silva dal ritiro della nazionale olimpica brasiliana e il suo pensiero è rivolto ai tifosi che ha appena abbandonato: "Sono felice di questo trasferimento, ma triste per il mio addio al Milan. Lì ho vissuto emozioni molto forti: è un club che si dedica ai giocatori e al gruppo. Io gli devo tutto". Niente veleno in coda e nemmeno sogni che si avverano come per Ibrahimovic.

Thiago Silva ci teneva davvero alla carica di 'capitan futuro' del Milan e non fa nullo per nasconderlo: "Il mio trasferimento a Parigi, al cento per cento, non è stata una decisione mia, visto che io con il Milan avevo perfino rinnovato il contratto. C'è chi ha detto che sono un mercenario, ma non me ne sto andando per guadagnare più di quanto prendevo al Milan. Voglio chiarire che non è stata colpa mia e chiedere scusa ai tifosi del Milan. Adesso spero di fare la storia nel Paris St. Germain". Non che ci fossero dubbi del resto dopo aver capito come si era dipanata la trattativa tra Galliani e Leonardo. Però il brasiliano ha voluto specificare perché non restassero ombre o possibili malintesi.

Parole che pesano nelle ore in cui il Milan sembra aver deciso di cedere un altro pezzo importante della sua rosa. La cena con Mino Raiola è servita per dare mandato al procuratore di trovare un acquirente per il brasiliano che ha ancora un contratto pesante fino al 2014 con stipendio da 4,5 milioni netti più bonus. Via Ibrahimovic e Thiago Silva è la busta paga più impegnativa per il club di via Turati e per di più in un reparto che rimane comunque affollato contanto anche Pato, Cassano ed El Shaarawy e con la necessità di trovare un erede di Zlatan sia come numero di gol che come peso offensivo.

Robinho potrebbe insomma essere sacrificato e consentire un importante risparmio nel monte stipendi: 18 milioni di euro lordi in due stagioni. Interessa al Santos ma i tempi sono stretti perché nella giornata di venerdì chiude il mercato brasiliano. Eventualmente potrebbe anche restare in Europa anche se non c'è la fila di possibili acquirenti e potrebbe essere difficile guadagnare dalla cessione del cartellino i 15 milioni di euro che il Milan firmerebbe subito. Il Santos si era spinto a 4 milioni più il cartellino del giovane portiere Rafael. Troppo poco, ma l'ordine dato a Raiola è di trovare un compratore.

Poi Galliani si butterà con decisione sui sostituti. Il colloquio con l'agente di Leandro Damiao non ha portato all'apertura di una vera e propria trattativa anche perché il centravanti brasiliano costa quasi 30 milioni di euro. Fredde al momento le piste che portano a Tevez (prende uno stipendio da 7,5 milioni netti) e Dzeko che ha chiarito di non aver nessuna intenzione di lasciare il Manchester City. Più caldo il nome di Matri, ex giocatore di Allegri a Cagliari e uomo che la Juventus potrebbe far partire in un giro di punte che porti a Torino il top player richiesto da Conte.

L'abbocamento con il procuratore di Matri c'è già stato. L'attaccante ha segnato 10 reti nell'ultimo campionato ma dalla partita contro il Milan del 25 febbraio (pareggio grazie a un suo gol poi rivelatosi decisivo nella corsa scudetto) non è più stato impiegato da titolare. Ha uno stipendio perfettamente in linea con la nuova politica del Milan (1,6 milioni netti a stagione) e non chiuderebbe la porta all'arrivo a fine mercato di un giocatore importante che Galliani potrebbe reperire con una formula vantaggiosa quando le big europee saranno costrette a sfoltire le loro rose. Qualcosa di simile al colpo-Ibrahimovic dell'estate 2010 anche senza pretendere di arrivare a un top player di prima fascia che, come ha detto l'ad rossonero, in questo momento "non rientra nelle possibilità né del Milan né del calcio italiano in genere". Il valzer delle punte, insomma, non si è ancora fermato e continua ad avere Milanello come centro di gravità.

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Giovanni Capuano