Neymar e il rischio di diventare l’ombra di Messi
Lifestyle

Neymar e il rischio di diventare l’ombra di Messi

Chi gioca con l'argentino è destinato ad un ruolo da comprimario, basta chiedere a Ronaldinho, Ibrahimovic, Alexis Sanchez e molti altri...

La lunga telenovela che riguarda Neymar, nuovo fenomeno del calcio brasiliano classe 1992, è finita. Andrà al Barcellona e proprio in queste ore la firma sul contratto con i blaugrana sta diventando realtà. Una trattativa lunga che durava ormai da mesi, con il giocatore in scadenza tra un anno che doveva scegliere tra i catalani e il Real Madrid. Il Santos, dopo aver accettato le due offerte dai club spagnoli (si parla di circa 35 milioni di euro) ha lasciato l’ultima decisione al giocatore. "Sarà un onore giocare con gente del calibro di Messi, Xavi, Iniesta. Ma quello che più mi ha rotto le scatole per farmi andare lì è stato Dani Alves. Sarà una soddisfazione grandiosa – ha dichiarato - Tutti i bambini hanno un sogno: alcuni di diventare calciatori, altri dentisti o reporter. Io, come atleta professionista, ho conquistato il mio. Oggi il Barcellona sta realizzando il sogno di un ragazzo con la faccia da uomo: dico così perché sono un padre. Ringrazio tutti e in primo luogo questo club meraviglioso. Ma meraviglioso è stato anche il Santos e sono veramente felice di averci giocato e di aver contribuito ai successi ottenuti. Questi tifosi sono unici, e il mio non è un addio ma solo un arrivederci”.

In tanti si interrogano però su quale sia il reale potenziale della punta nata a Mogi das Cruzes, 54 gol in 103 partite con il Santos ma con nessuna esperienza nel calcio europeo. 32 partite con il Brasile e 20 reti per una punta dalla tecnica sopraffina e dal dribbling che non dà scampo. Spettacolare per le platee, giocatore veloce che si diverte ad irridere gli avversari con doppi passi e danze sul pallone. I ritmi del campionato brasiliano sono però diversi dalla Liga e la carriera di Neymar dovrà superare anche un altro grande ostacolo: fare da spalla a Lionel Messi. L’alieno di Rosario, oltre ad aver spazzato via ogni record del calcio moderno, è noto anche per il ruolo di “Terminator” nei confronti dei suoi partner d’attacco. Chi gioca con Messi passa in secondo piano, chi lo affianca in attacco perde in tutto: vena realizzativa, presenze, sicurezza. Per quanto un giocatore può essere fenomenale in pochi mesi la pulce riesce a spazzarlo via. La prima vittima fu Ronaldinho che ai tempi in cui Messi arrivò in prima squadra era l’idolo incontrastato del Camp Nou. L’argentino si prese tutto: il suo numero 10, il posto da titolare e quello nel cuore dei tifosi catalani. Il brasiliano fu così costretto a fare le valigie verso Milano ma la sua carriera non decollò più.

Il “fattore Messi” ha oscurato anche David Villa, mai più tornato sui livelli esplosivi di Valencia quando tutta la squadra lavorava per lui. Stesso discorso anche per Zlatan Ibrahimovic, punta che ha bisogno di essere la “prima donna” ma che nel Barcellona di Messi è stato costretto ad un ruolo da comprimario. Appena un anno in Spagna e poi l’addio. Per acquistarlo il Barça aveva rinunciato a Samuel Eto’o, 108 gol con il Barcellona che non furono però sufficienti per renderlo intoccabile. Il camerunense cambiò aria dopo aver capito di non essere più indispensabile, altra vittima del tornado argentino. Ecco perché il Barcellona dei miracoli di Guardiola ha puntato su "sparring partner" come Pedro Rodriguez, Christian Tello e Alexis Sanchez, ultima vittima in ordine di tempo del talento blaugrana pigliatutto. L’ex Udinese è arrivato a Barcellona nel 2011 e dopo un primo anno con 12 gol in 25 presenze in questa stagione ha fatto peggio con 8 reti in 28 presenze. L’arrivo di Neymar sembra il preludio ad un suo addio, forse per tornare in Italia. Adesso toccherà al brasiliano convivere con Messi e spezzare la maledizione di chi gioca con lui in attacco. Sperando di non rimpiangere la camiseta blanca del Real. 

I più letti

avatar-icon

Matteo Politanò