Coach Messina: "Belinelli fuoriclasse di perseveranza"
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Coach Messina: "Belinelli fuoriclasse di perseveranza"

Dato in arrivo proprio agli Spurs ("ma sono solo voci"), l'allenatore italiano è stato tra i primi a prevedere la crescita di Marco nell'Nba - Duncan & Co: normali e vincenti

Intervistato subito dopo la vittoria del titolo Nba, primo giocatore italiano della storia a riuscire nell'impresa, sopraffatto dall'emozione Marco Belinelli è scoppiato in lacrime dicendo che nessuno tranne i suoi genitori ha creduto in lui in tutti questi anni (il video ). In realtà qualcuno c'è stato, e tra le voci a suo favore Marco ha avuto anche quella di coach Ettore Messina, sfidato tante volte con la maglia della Fortitudo in infuocati derby contro la Virtus.

Interrogato su chi fosse l'italiano che l'aveva impressionato di più durante la stagione vissuta nello staff dei Los Angeles Lakers, Messina aveva infatti indicato proprio in Belinelli il giocatore dalla maggiore crescita e dalle più interessanti prospettive. Un giudizio ribadito dall'ormai ex coach del Cska Mosca anche all'indomani del successo degli Spurs sui Miami Heat: "Belinelli è stato capace di ritagliarsi un ruolo a San Antonio. Anche se nella serie di finale è stato meno utilizzato per l'esplosione di Patty Mills e perché coach Popovich preferisce avere sempre un certo senso della continuità, Marco non è stato un comprimario e ha chiuso al meglio una stagione già di per sé eccellente".

Sulla base della sua esperienza nel basket Nba, al di là delle doti nel tiro da tre quali sono state le qualità che hanno permesso a Belinelli di arrivare al top?
"La grande perseveranza. Nell'Nba, così come in tante altre cose della vita, ci sono dei treni che passano e devi saperli non solo riconoscere ma anche aspettare. Molte volte però le persone finiscono per perdersi nell'attesa, rimuginando sui loro guai e non riuscendo così più riconoscere le occasioni, perché troppo concentrati a guardare le cose che non vanno. Belinelli è invece stato bravo a fare l'opposto: all'ammirevole e invidiabile perseveranza di cui sopra, ha associato la capacità di auto-imporsi una scala di difficoltà graduale, con l'obiettivo di migliorarsi sempre. In questo senso sono stati decisivi gli ultimi due trasferimenti scelti prima di approdare agli Spurs: quando è andato a New Orleans, nella stessa stagione in cui ero ai Lakers, dove ha iniziato a giocare con continuità, e poi quando ha sfidato se stesso accettando di andare a un livello più alto nei Chicago Bulls, dove rischiava tanta panchina ed è invece stato capace di mettersi in luce per approdare poi a San Antonio".

Come lo ricorda da avversario in quel di Bologna? E a suo avviso quali doti ha conservato e quali invece cambiato?
"Da avversario, mi ricordo la sua imprevedibilità nel senso buono e meno buono del termine: nel senso che Marco poteva fare grandissimi canestri e anche qualche clamorosa cavolata. Quindi, nell'affrontarlo, dovevi essere sempre pronto a limitare i danni così come a beneficiare di qualche momento in cui andava sopra le righe. Dei tempi di Bologna Belinelli ha mantenuto il coraggio e il talento, che ha però molto affinato: ora le sue decisioni in campo, sia in attacco che in difesa, non hanno perso nulla in termini di capacità e voglia di assumersi rischi, ma risultano molto più inquadrate in una logica di squadra. E per di più di una squadra ad alto livello, con un forte accento sulla condivisione del possesso della palla, che negli Spurs non è limitato a tre giocatori come accade invece spesso nell'Nba".

Spurs in cui la prossima stagione vi ritroverete insieme, stando alle voci di mercato.
"Le voci mi fanno piacere, ma stiamo parlando di niente. Come ripeto a tutti quelli che me lo chiedono, è positivo che si parli di te, ma sarebbe anche molto importante che parlassero a te...".

In attesa che Le arrivi una telefonata dal Texas, ha metabolizzato la sconfitta all'ultimo secondo nella semifinale di Eurolega contro il Maccabi?
"L'ho metabolizzata perché ho sempre presente che purtroppo ci sono cose peggiori nella vita, ma dal punto di vista sportivo rimane ancora una ferita aperta. La conquista del titolo della VTB United League (la lega professionistica dei club di Russia ed Est Europa, ndr), con nove vittorie consecutive nei playoff, ha gratificato tutti noi del Cska Mosca, ma ammetto che a volte mi tornano ancora in mente quei 30 secondi finali al Forum di Milano".

Un'ultima domanda: cosa insegna il successo di Belinelli al malmesso basket italiano?
"Che non bisogna sempre cercare alibi, dando la colpa ad altro e ad altri per spiegarti situazioni che non ti soddisfano, ma si deve continuare a lavorare con la volontà di modificare il proprio destino".

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Paolo Corio