Nba: ricordo di Harvey Pollack, il padre delle statistiche sportive
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Nba: ricordo di Harvey Pollack, il padre delle statistiche sportive

Morto di recente a 93 anni, fu il primo a "fotografare" le partite di basket con i numeri, influenzando poi anche baseball e football americano

Tutte le partite di basket sono oggi accompagnate nel loro svolgersi da un ampio e dettagliatissimo flusso di numeri. Ma quando Harvey Pollack, recentemente scomparso a 93 anni negli Stati Uniti, iniziò ad annotare cifre sul suo taccuino, la professione di addetto alle statistiche era ancora tutta da inventare. E ci pensò proprio Pollack a farlo: già prima del secondo conflitto mondiale aveva cercato di studiare una metodologia per "fotografare" quello che i giocatori facevano sul campo, poi - con il suo ingaggio agli allora Philadelphia Warriors - riuscì a trasformare la teoria in pratica ideando tra l'altro la suddivisione della voce "rimbalzi" in difensivi e offensivi.

Testimone dei 100 punti di Chamberlain
Dal 1946 fino alla sua scomparsa, Harvey Pollack s'è dedicato alla pallacanestro dei numeri, firmando anche qualche storico scoop: a lui si deve ad esempio l'iconica foto di Wilt Chamberlain (una delle immagini più utilizzate dalla NBA per le sue campagne pubblicitarie) mentre regge il foglio con sopra scritto "100", ovvero i punti segnati proprio con i Philadelphia Warriors contro i New York Knicks la storica notte del 2 marzo 1962. Tra l'altro, va sottolineato che allora la Nba non aveva ancora statistiche ufficiali e che non c'erano molti giornalisti in tribuna a seguire quell'incontro. C'era però Pollack, che - oltre a garantire la validità di quei i 100 punti, tutt'oggi record assoluto nell'Nba - ribadì poi spesso che secondo i suoi conti Chamberlain aveva pure realizzato una quintupla doppia (punti, rimbalzi, assist, palle recuperate e stoppate). 

Non solo basket
Per tutta la vita addetto alle statistiche a Philadelphia, Pollack portò la sua idea di leggere le partite con i numeri anche nelle leghe di football e di baseball, per cui può a ragione essere considerato il padre delle statistiche sportive, che dagli States presero poi piede anche al di qua dell'Oceano.

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Gianpaolo Ansalone