Nba, 'Win or go home': le finali di Conference alla resa dei conti
Toronto e Golden State con le spalle al muro si giocano tutto nelle prossime due notti
'Vincere o tornare casa'. È la condizione in cui si trovano Raptors e Warriors, impegnati nelle finali di Eastern e Western Conference rispettivamente contro Cleveland e Oklahoma City. Entrambe sotto 3-2, enrambe sfavorite (assurdo dirlo, oggi, dei Warriors delle 73 vittorie in stagione...) le due franchigie si ritrovano a un passo dal baratro in due situazioni identiche e opposte: Golden State, campione Nba in carica, partiva da strafavorita e invece si è ritrovata 'schiacciata' dallo strapotere fisico dei Thunder e ha già dovuto salvarsi dall'eliminazione la scorsa notte, vincendo (120-111) dopo 2 sconfitte consecutive, tra le mura amiche della Oracle Arena.
Per Toronto è quasi sorprendente poter tornare all'Air Canada Center, per gara 6, sul 2-3, dovendo sì salvare la pelle ma avendo la possibilità - le chance ci sono, eccome - di forzare una gara 7 che sembrava impensabile dopo lo 0-2 di inizio serie, con i Cavs ancora imbattutti nei playoff. Lowry e soci sono usciti con le ossa rotte dalla Quicken Loans Arena con un meno 38 che potrebbe lasciare il segno, ma d'altra parte la storia di questa serie dice che in casa i Raptors, e in particolare i loro leader (Lowry, appunto, ma anche De Rozan), sono ben altra cosa rispetto a quanto visto a Cleveland.
Ecco perché gara 6 - si gioca stanotte a Toronto, sabato a Oklahoma City - potrebbe riservare due sorprese (attese) in grado di rendere ancora più eccitanti due delle Conference Finals più combattute e imprevedibili degli ultimi anni.
Per fortuna, dei Dubs, è tornato il vero Curry (31 punti. 7 rimbalzi e 6 assist, con anche 5 rubate) ed è tornato Draymond Green, criticatissimo nelle ultime uscite - anche per alcuni episodi di nervosismo, come il calcio nelle parti basse a Steven Adams - ma finalmente in positivo nel plus-minus (+2) e, sopratutto, nella presenza in campo di gara 5.