Grand Champions Cup: il mio Giappone (con l'Italvolley)
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Grand Champions Cup: il mio Giappone (con l'Italvolley)

Lo Zar, nel Paese del Sol Levante per la Grand Champions Cup con la Nazionale, racconta la sua passione per la terra dei samurai

Il Giappone ha sempre catturato la mia attenzione, da quando ero piccolo.

Mi piaceva un casino sbirciare le riviste scritte in quell'idioma così strano e per certi versi accattivante, quando parlavano di mio padre ai tempi in cui era giocatore.

I giapponesi sono amanti della pallavolo a tal punto da seguirti con telecamere ovunque e chiederti qualsiasi cosa per provare a conoscerti meglio. Qualsiasi curiosità, tanto da metterti anche in imbarazzo in ben più di una occasione.  Me lo raccontava anche mio padre e adesso me ne sto rendendo conto personalmente, grazie a questa trasferta per la Grand Champions Cup.

Il Giappone è davvero una terra bellissima, dai paesaggi mozzafiato che appartengono alla costa oceanica alle isole che brulicano di città, come l'ex capitale Kyoto, fino ai suggestivi skyline delle grandi metropoli. E poi possiede una cultura a dir poco affascinante, che affonda le radici nelle tradizioni dei popoli dell'entroterra.

Vorrei soffermarmi proprio sulla cultura giapponese in questa chiacchierata con voi, perché la reputo uno degli esempi migliori di come una Nazione possa trasmettere l'amore e la fierezza del sentirsi parte di questa terra non soltanto alle proprie generazioni ma anche a tutto il resto del mondo.

Ci sono cose che noi umani non osiamo neanche immaginare, mi verrebbe da dire prendendo in prestito la celebre frase di un film. Mi riferisco all'organizzazione e alla perfezione che si riflette nei piccoli dettagli. Ad esempio, l'efficienza dei trasporti pubblici è disarmante, quasi incredibile da credere, anche se per loro tutto è assolutamente normale.

Pensate, me l'hanno raccontato, che circa un anno fa il Ministro dei Trasporti si è dimesso perché i treni di tutto il Giappone avevano accumulato 9 minuti di ritardo complessivi (in un giorno) sugli orari di arrivo previsti. Dico 9 minuti totali considerando tutte le migliaia di treni che viaggiano quotidianamente, avete capito bene!

Se ne avete la possibilità vi consiglio sinceramente di programmare un viaggio nella terra del Sol Levante, utile a rendervi conto di quali emozioni è in grado di trasmettere questa terra.

Ogni luogo è magnetico, a partire dai monasteri buddisti che ho avuto il piacere di visitare, dove si respira una storia secolare tanto potente quanto interessante.

E proprio a tal proposito, adesso vi lascio perché ho qualche ora di libertà e voglio approfittarne per scoprire e respirare ulteriormente la bellezza di questo Paese.

Konichiwa!

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Ivan Zaytsev

Sono nato a Spoleto il 2 ottobre 1988. Babbo Vjačeslav, palleggiatore che ha vinto tutto, dalle Olimpiadi ai Mondiali, e mamma Irina, campionessa di nuoto, mi hanno trasmesso la passione e i valori dello sport.

La mia carriera sotto rete è iniziata seguendo le orme di papà, nel 2001 a Perugia; poi, nel 2008, a Roma, da regista sono passato a schiacciatore e ora mi divido tra questo ruolo e quello di opposto.

Nel 2012 sono entrato a far parte del club di Serie A1 Cucine Lube Banca Marche, con cui ho vinto nello stesso anno la Supercoppa; insieme alla Nazionale ho conquistato due medaglie d'argento agli Europei, nel 2011 e nel 2013, e due bronzi, ai Giochi di Londra 2012 e alla World League nel 2013.

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