Benitez, l'alibi dei fatturati e il Napoli in crisi
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Benitez, l'alibi dei fatturati e il Napoli in crisi

Nelle prime 14 giornate persi già 14 punti contro avversari inferiori. Un anno fa erano stati 19 in tutta la stagione...

I fischi che hanno accompagnato Benitez e il Napoli negli spogliatoi del San Paolo dopo il pareggio rocambolesco e deludente contro l'Empoli fotografano la fine della speranza dei tifosi partenopei. Gara giocata male, lezione di calcio e contropiede subita da Sarri e disillusione: gli azzurri non sono competitivi per lo scudetto (ma questo si era già capito dopo la fiammata del doppio successo contro Roma e Fiorentina), ma di questo passo anche qualificarsi per la Champions League potrebbe non essere una passegiata. Malgrado Higuain e valori che in termini assoluti consegnano a Benitez una rosa superiore a quella della concorrenza.

Proprio il tecnico spagnolo è arrivato al momento delle risposte da dare. Alla vigilia della sfida contro l'Empoli aveva rispolverato il cavallo di battaglia del fatturato e del progetto lungo per vincere qualcosa. Vero fino a un certo punto di vista, perchè altrimenti non si spiega come mai l'Empoli (fatturato 30 milioni contro 120 del Napoli e valore della rosa 36 contro 252) possa aver dato spettacolo al San Paolo. O come Simone Verdi, 130 mila euro di stipendio, sia stato più decisivo dei vari Hamsik, Jorginho, Callejon e Mertens.

Non bastano i soldi per vincere la Champions


Il confronto con la passata stagione è impietoso. Un anno fa il Napoli era terzo in classifica con 31 punti avendo vinto 10 delle 14 partite giocate. Oggi ne ha raccolti solo 24 (-7) e ha fatto posta piena 6 volte su 14, meno della metà. L'unico tratto in comune è che continua a incassare gol con continuità imbarazzante. A maggio era andato in vacanza con una media superiore a una rete per partita giocata (57 in 53 complessive), oggi si sta se possibile peggiorando: 18 gol incassati in campionato (14 partite) e 25 in tutto su 21 compresi preliminari di Champions League e girone di Europa League. I numeri non sono tutto, ma a volte valgono come una sentenza.

Questo Napoli è meno forte di quello di un anno fa e non ha corretto i difetti. Non è capace di controllare la partita, non ha alternative al modulo con due mediani e tre uomini dietro alla punta, manca di un vice-Higuain di livello e sbaglia troppo spesso approccio mentale. In questa voce, se possibile, il peggioramento è netto. Nel 2013-2014 i partenopei hanno perso 19 punti (una sconfitta e 8 pareggi) contro avversari della seconda metà della classifica: Sassuolo, Udinese, Cagliari, Bologna, Chievo, Atalanta, Genoa e Livorno.

Una tendenza emersa nella seconda parte della stagione, visto che alla 14° i passi falsi erano stati solo due, contro Sassuolo (1-1 in casa alla 5°) e Parma (0-1 alla 13°). Ora la situazione è peggiorata e i punti buttati via sono già 14 (su 21 potenziali) di cui 9 al San Paolo. Un disastro senza giustificazioni. Seguendo il filo logico di Benitez, tutte gare senza storia per fatturato, monte ingaggi e investimenti. In campo, però, ci vanno idee e giocatori. Purtroppo per questo piccolo Napoli...

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Giovanni Capuano