Alla scoperta del Museo della Figurina di Modena
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Alla scoperta del Museo della Figurina di Modena

Voluto da Giuseppe Panini, raccoglie le celebri raccolte dei calciatori ma anche tantissimo altro, rappresentando una realtà unica nel mondo

di Sergio Meda Sportivamentemag

Una preziosità tutta italiana, il Museo della Figurina di Modena, che ospita le “meraviglie di carta di piccolo formato” degli ultimi due secoli e propone una selezione di 2.500 esemplari tratti dalla straordinaria collezione (ben mezzo milione di esemplari) accumulata da Giuseppe Panini, grande appassionato di figurine in ogni loro accezione: piccole stampe a colori, scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, menu, calendarietti, etichette di alberghi. La prima datazione è del 1867, con l’impulso alla serialità che venne solo più tardi, per legare la clientela, seguita negli scorsi anni Sessanta dall'avvento delle figurine dello sport, appunto le celeberrime Panini.
Inaugurato nel 2006, dopo che nel 1992 Giuseppe Panini aveva deciso di donare al Comune di Modena la sua collezione, il Museo della Figurina è posto a Palazzo Santa Margherita, in un ampio sottotetto adiacente alla Biblioteca Civica, ed è un buon esempio di modernità intelligente, pur in spazi per ovvi motivi inadeguati. Unico neo, difficile da eradicare, l’abitudine dei modenesi (e non solo) a chiamarlo "Museo Figurine Panini", come quando sostava in azienda, malgrado Giuseppe Panini si fosse raccomandato a suo tempo di non equivocare. Lo battezzò lui, con acume, "Museo storico della figurina".
Unico nel suo genere, il Museo deve elaborazione e progressivo sviluppo a tre signore che vi hanno profuso energie: Paola Basile, curatrice e responsabile del Museo, Thelma Gramolelli, curatrice in forza nell’ultimo decennio, con il grande apporto di Lucilla De Magistris, massima studiosa di figurine europee del periodo 1870-1915, nel ruolo di consulente. Altre realtà museali, pur di altissimo livello, non possono competere: il Metropolitan Museum di New York e il londinese British Museum ospitano solo pochi esemplari di figurine, sacrificati in sale anguste e non monotematiche.
Nell’assetto permanente compongono il museo modenese 6 grandi sezioni tematiche, cui si aggiungono due volte l’anno, nelle teche contrapposte ai grandi pannelli scorrevoli – le quinte di un teatro delle meraviglie - le mostre a tema, una delle quali abbinata ai temi del Festival della Filosofia, che a Modena apre ogni anno i suoi spazi. Quella in corso è dedicata all’amore. Nel 2007 una fu riservata al mondo del calcio, nel 2012 una mostra sull'auto in occasione dell’apertura del Museo Enzo Ferrari. Prossimamente sarà allestita una mostra sulle figurine prodotte a partire dagli anni Ottanta.
Nella visita si parte dai primordi della figurina, ammirando i primi esemplari e conoscendo i procedimenti di stampa che le hanno nel tempo consentite; quindi si passa alla sezione riservata alle Figurine Liebig, una delizia per tutti gli "over 50"; a seguire le cigarette card, i calendarietti, i bolli chiudilettera, i menu, i segnaposti, le etichette d’albergo, tutte occasioni in cui la carta ha dato - in piccolo formato - il meglio di sé in comunicazione.
Per ultima, davvero peculiare, la sezione della modernità, ben rappresentata dalle figurine Panini, in cui lo sport (tutto lo sport, non il solo calcio con le celebri raccolte) ruba la scena. Vi trovate ad esempio le imprese di Coppi e Bartali oltre a quelle del Grande Torino. E tantissimo altro fino ai giorni nostri. Che dire di più? Il Museo vale un viaggio, anche da lontano. E non si vieta a qualsiasi età e curiosità. Per tutte le informazioni utili: www.museodellafigurina.it.

Sergio Meda, autore di questo articolo, è direttore del sito Sportivamentemag, magazine on line che tutela lo sport e le sue regole, proponendo  storie e riflessioni.

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