Jack Miller
Stefano Biondini
Lifestyle

MotoGp: Jack Miller: "La gara di Valencia conta tanto anche per me"

Il pilota del team LCR Honda torna sul circuito spagnolo dove nel 2014 si era fatto sfuggire il titolo nella Moto3

Oltre ai due pretendenti al titolo (mondiale) Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, c'è un altro pilota che non vede l'ora di scendere in pista a Valencia: Jack Miller. Proprio su quel tracciato, ultima tappa della stagione, giusto un anno fa il rider australiano, 20 anni, non si era laureato campione della Moto3 per un soffio.

Jack, raccontaci com'è andata esattamente nel 2014.
"Semplice: sono arrivato all'ultima tappa secondo in classifica, alle spalle di Álex Márquez (fratello minore di Marc, ndr). A Valencia ho disputato una gara eccezionale e l'ho vinta, peccato che l'impresa non sia servita: ho concluso il Mondiale con 276 punti mentre Álex è arrivato a quota 278. Due punti in più per lui e addio titolo per me".

Ti ricordi cosa hai fatto, dopo il podio?
"La verità? No, forse perché non ero particolarmente lucido (ride, ndr). Però ricordo le considerazioni nelle ore successive".

Cioè?
"Mi sono detto che, se al Mugello, ad Assen e ad Aragón avessi guadagnato una posizione in più, avrei racimolato abbastanza punti per diventare il numero uno".

Ripensi spesso a quella gara?
"Di continuo e credo che rimarrà un chiodo fisso finché campo, anzi non ho dubbi".

Però, invece di riprovare a vincere il titolo che ti era scappato, nel 2015 sei passato alla MotoGp. Nessuno prima di te era passato dalla Moto3 alla classe regina.
"Avevo bisogno di cambiare. Dopo tre anni nella stessa categoria sentivo la necessità di nuovi stimoli: in Moto3 avevo già conquistato diverse vittorie e pole position. Però ammetto che anche la brutta sconfitta a Valencia mi ha spinto ad accettare al volo la proposta del team LCR Honda".

Il debutto sulla Open della Honda non è stato facile: ti sei pentito del salto di categoria?
"Per niente: sapevo che quest'anno sarebbe stato impegnativo, tra moto e campionato nuovi. Mi sono fatto le ossa e l'esperienza mi tornerà utilissima nel 2016. Non avete idea di quanto sia difficile guidare questi bolidi, macinare chilometri su chilometri è fondamentale".

Ti conosciamo poco: come ti descriveresti?
"Sono un tipo tranquillo e simpatico, mi piace stare in compagnia e sono un fenomeno al barbecue".

Dove abiti?
"Durante i mesi di gara, in Catalogna, a Tarragona. Tornare ogni volta a casa, a Townsville, nel Queensland (nord-est dell'Australia, ndr) sarebbe da pazzi: quando atterro a Brisbane, mi aspettano altre due ore di volo. Un'eternità, se sommo tutto il viaggio".

La tua famiglia ti ha seguito?
"Mia madre stava sempre con me fino a quando ho compiuto 18 anni e ho preso la patente: ora si dedica a mia sorella, più piccola. Mio padre non ha un momento libero: possediamo un'azienda agricola che richiede molto impegno, Non solo per la coltivazione dei terreni, anche per gli animali. La stalla ospita centoquaranta mucche, poi abbiamo quattro cavalli e un sacco di altri animali.

Hai il futuro assicurato.
"Sì,  peròspero di occuparmene più tardi possibile: nei mesi lontani dal paddock do una mano ma per ora resto concentrato sulle moto. Sono la mia passione e spero che mi diano lavoro a lungo".

Hai ereditato il talento di pilota da qualcuno?
"No, eppure anche mio fratello maggiore gareggia, in competizioni locali di motocross, l'hobby di mio padre, ecco perché ha assecondato il mio desiderio di montare in sella. Mi ha sostenuto dall'inizio e io l'ho ripagato dei suoi sforzi: al primo campionato, avevo 8 anni, sono diventato subito il campione australiano di dirt bike nei 65Cc e mi sono confermato altre 5 volte".

È stato faticoso entrare nel giro?
"Abbastanza. L'Australia non è una terra di motori e devi rimboccarti le maniche; in Europa, invece, gli sponsor non mancano ed esistono aziende che coltivano i rider in erba per trasformarli in campioni".

Casey Stoner è tra questi. Lo conosci?
"Sì ma non così tanto da definirlo un amico. Di sicuro è un mio idolo

Un'ultima domanda su Valencia: cosa ti passerà per la testa quando ti piazzerai in griglia di partenza?
"Nell'istante in cui abbasso la visiera, nulla mi distrae: l'unico obiettivo è dare il massimo fino a che non vedo sventolare la bandiera a scacchi. Non vedo l'ora di aprire il gas, alla faccia di quanto è successo 12 mesi fa!".


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Cristina Marinoni