MotoGp, Gp Indianapolis: Marquez strapazza tutti
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MotoGp, Gp Indianapolis: Marquez strapazza tutti

Vittoria numero 4 per il fenomeno della Honda, che ora comincia a pensare in grande. Bene Pedrosa e Lorenzo, che chiudono sul podio. Benino Rossi, che inizia male e finisce in bellezza. LE PAGELLE

9 - Marc Marquez. Un marziano. Un extraterrestre sceso sulla terra per colonizzare la MotoGp. Non si potrebbe definire altrimenti lo spagnolo che a Indianapolis ha messo tutti in fila. Un'altra volta, la terza consecutiva, la quarta nella sua stagione di debutto nella classe regina. Come bere un caffè. Facile facile. E con una tranquillità da fare invidia ai migliori di sempre. 

Nella decima prova del mondiale, la pantera di Cervera ha fatto capire come sarebbero andate le cose già nelle prime libere del weekend, sfornando tempi da standing ovation. Idem con patate, anzi, paella, nelle qualifiche. Marquez comanda e la sua Honda risponde. Fino al primato che entra nella storia: 1'37"958, qualcosa da aggiungere? 

"Dopo le prime libere ero sorpreso anch'io di aver ritrovato subito le buone sensazioni di Laguna, nonostante fossero tre settimane che non guidavo una moto", le parole che entrano nel cuore, riscaldandolo come un bicchiere di brandy. Marquez c'è. Anche per il titolo. Buona la prima. Al limite della noia. Sì, perché sulla pista di Indy, la corsa dura la miseria di 12 giri. Poi, ci pensa lui. 

Passa Lorenzo con il solito piglio del fenomeno e bye bye, adios, arrivederci. Quando arriva il rivale della Yamaha, lui, Marquez, è già a firmare autografi. Per la serie, "ragazzi, la pacchia è finita, ora tocca a me, alla prossima". Per un'altra vittoria. Troppo facile prevedere che ne seguiranno tante altre. Che freccia. 

8,5 - Jorge Lorenzo. Con un Marquez così, c'era poco da fare. Se non provare il tutto per tutto in partenza e vedere l'effetto che fa la Yamaha sul ritmo gara. Il piano riesce alla perfezione. Tanto che Lorenzo tiene il muso davanti all'allegra coppia Honda per numero 12 giri. Tantissimo, considerando i guai alla spalla (che è a posto ma non a postissimo) e che a Indianapolis le Honda filano che è un piacere. 

Al pilota della Yamaha, campione del mondo in carica, non resta altro che fare il possibile e pure di più per controllare Pedrosa, che lascia dietro fino a due giri dal traguardo. Poi, quest'ultimo gli sguscia via sul rettilineo. Un treno che passa una bicicletta. E fine della storia. Poteva andare decisamente peggio. Di più. La prova di oggi dimostra che Jorge il condottiero è tornato a fare sul serio. Comunque vada, la stagione è ancora lunga e Marquez prima o poi potrebbe tirare il fiato. O forse no?

8,5 - Dani Pedrosa. Provate voi ad avere come compagno di scuderia una cavalletta come Marquez. Una dannazione, roba da perdere l'appetito per il mal di pancia. Gran premio dopo gran premio la storia si ripete. E strappa quasi il sorriso. Marquez non parte benissimo e Pedrosa lo passa. Quindi, inizia il valzer degli incappucciati. Marc sfodera la pistola ad acqua e comincia a divertirsi con il povero Dani. Che non gradisce e prova a reagire colpo su colpo. Fino allo sfinimento.

Perché lo schema è una costante. Gomma su gomma per qualche giro e prende forma lo sgambetto. A Indianapolis capita al giro numero 8. Staccata da manuale e infilata sul cambio di traiettoria. Saluti e baci. Ci si vede all'arrivo. Marquez si diverte, Pedrosa un po' meno, ma come si dice, questa è la minestra, prendere o lasciare. Fortuna che ci si può sfogare su qualcun altro. Il solito, Lorenzo. Che resiste finché può, poi sventola la bandiera bianca sul finire della corsa. Tu chiamale se vuoi, emozioni. 

8 - Valentino Rossi. D'accordo, tra il terzetto di testa e il Dottore ci sono al traguardo quasi 20 secondi. Un'infinità, forse più. D'accordo, si può anche dire che il signor Rossi a Indianapolis ha messo in mostra i problemi di qualche gara fa. Male le qualifiche, ancora peggio la partenza. Tuttavia, cosa dire della rimonta tutto pepe macinata negli ultimi 7 giri della corsa? "Sembrava impossibile potesse capitarmi, invece mi è successo veramente". Veramente. 

Film già visto. Rossi fatica tantissimo per due terzi della gara, poi prende confidenza con il tracciato e capisce che può dare di più. Tutto questo, in un amen. Da un momento all'altro. Il sole dopo la tempesta, una sorpresa inattesa e bellissima. Valentino inizia soffiando a Bradl la sesta posizione. Poi, si butta anima e cuore sul duo di inseparabili Bautista-Crutchlow ed è lotta vera. Una battaglia che dura fino al traguardo. Meglio, fino agli ultimi metri.

Perché il terzetto si prende per mano e decide che è bello così. Arrivare fino in fondo insieme, ruota su ruota. Al giro 25, meno due dalla conclusione, Rossi rompe il patto e passa Bautista. Due giri più tardi e la magia si ripete. Sul filo di lana. Questa volta ai danni di Crutchlow, che a fine gara hanno visto al bar della pista a bere rhum per dimenticare l'affronto subìto. Peccato per le qualifiche, peccato per la partenza. Possibile che non si possa trovare soluzione a un guaio che sta complicando notevolmente la stagione del Dottore?

7 - Alvaro Bautista e Cal Crutchlow. A braccetto, come la coppia più felice del mondo, dall'inizio alla fine. Tanto quelli davanti sono imprendibili e dietro vanno troppo piano. Tanto vale concedersi il lusso di fare due chiacchiere sui massimi sistemi. "Ehi, Cal, il prossimo anno sarai sulla Ducati, non sei preoccupato?", e l'altro: "Vuoi scherzare, ritroverò Dovizioso, sarà un piacere e poi la Ducati prima o poi dovrà tornare a correre forte, no?". 

Prima Bautista su Crutchlow. Poi Crutchlow su Bautista. Poi ancora Bautista su Crutchlow. E certo, Crutchlow su Bautista. Fino a quando arriva Rossi che le suona a entrambi e spezza l'incantesimo a stelle e strisce. Bellissima coppia. Una danza, la loro, che piace e coinvolge. Quasi quanto il balletto che va in scena in testa alla corsa. "Ci si vede alla prossima, Cal, porta il mio saluto a casa", che precede la risposta, zuccherina e pure di più: "Certo che sì, Al, e il prossimo caffè lo offro io, sai che ci tengo". Scambio di cortesie in MotoGp, che signori questi piloti.

5 - Andrea Dovizioso e Nicky Hayden. Come se non bastassero i guai a ripetizione che sta vivendo la casa di Borgo Panigale. Come se non bastassero i risultati di una stagione che va verso l'archiviazione per mancanza di prove positive, un sussulto qua e là che giustifichi un minimo di soddisfazione e di speranza. Ecco, come se non bastasse tutto questo, ci pensano pure loro, Andrea e Nicky a farsi del male fuori misura. Capita all'ultimo giro. I due si pestano i piedi, come spesso accade, e lasciano il passo a chi gli stava dietro, vale a dire Bradley Smith. Che saluta e se ne va. Roba da fare la voce grossa a porte chiuse. Da spegnere la tv per non mostrare ai bambini gli effetti disastrosi di una delusione senza rimedio. 

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Dario Pelizzari